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PITTORI: Bononi Carlo

Agostino e il bambino sulla spiaggia

Agostino e il bambino sulla spiaggia

 

 

BONONI CARLO

1608-1622

Ferrara, chiesa di S. Maria in Vado

 

Agostino e il bambino sulla spiaggia

 

 

 

Il dipinto di Bononi raffigura una scena particolarmente cara all'Ordine agostiniano noto come "Visione di sant'Agostino" p l'incontro con il fanciullo sulla riva di una spiaggia. La tela misura cm 100x110 ed è stata eseguita con la tecnica ad olio su tela. Sant'Agostino in abito sacerdotale, si muove in un paesaggio marino e si trova di fronte un fanciullo che sta riempiendo un buco nella rena con dell'acqua di mare, usando un cucchiaio. In quest'opera si può intravedere la caratteristica peculiare dell'autore che + capace di trasmettere una forte energia emotiva che trascende da ogni figura e da ogni composizione. Bononi, anche in questa circostanza, rivela sua natura di grande naturalista, dove il sacro dialoga con la realtà quotidiana e le figure religiose sono contemporaneamente reali e umane.

L'episodio descritto in questa leggenda è abbastanza noto: Agostino, grande indagatore del problema del Bene e del Male, un giorno passeggiava per una spiaggia quando incontrò un bambino-angelo che con un secchiello prendeva dell'acqua di mare e la versava in una piccola cavità nella sabbia. Alla domanda del Santo su che cosa stesse facendo, il bambino avrebbe risposto che voleva porre tutto il mare dentro quel buco. Quando il Santo gli fece notare che ciò era impossibile, il bambino avrebbe replicato che così come non era possibile versare tutto il mare dentro la buca allo stesso modo era impossibile che i misteri di Dio e della SS. Trinità entrassero nella sua piccola testa di uomo.

Ciò detto sparì, lasciando il grande filosofo nell'angoscia più completa. Secondo il parere di alcuni studiosi di parabole e leggende la narrazione potrebbe essere considerata un sogno effettivamente fantasticato dal Santo. Altri aggiungono che forse il colloquio non si sarebbe svolto esattamente come è stato raccontato, perché, prima di sparire, il Santo aveva potuto a sua volta replicare che la risposta non lo convinceva, in quanto - avrebbe obiettato - il mare e i misteri di Dio sono due realtà assai diverse. Pur impossibile, sarebbe stato teoricamente verosimile immaginare il versamento del mare in una buca e allora allo stesso modo si sarebbe potuto supporre che i misteri divini avrebbero potuto entrare in un cervello umano adatto allo scopo e se l'uomo non aveva ricevuto una mente con tali qualità la colpa sarebbe da imputare a Dio, che non aveva appunto voluto che i suoi misteri fossero concepiti dall'uomo, per lasciarlo nell'ignoranza e nel dubbio più atroci.

"Perché Dio non vuole essere capito?" avrebbe domandato il Santo al pargolo divenuto improvvisamente pensieroso. "Te lo dimostro subito" rispose il bambino dopo un momento di perplessità e così, mentre parlava, con il secchiello divenuto improvvisamente grandissimo e mostruoso, in un sol colpo raccolse l'acqua del mare, prosciugandolo, e la pose nella buca, che si allargò a dismisura fino ad inghiottire il mondo. A quella vista il Santo si svegliò con le lacrime agli occhi e capì.

 

 

Carlo Bononi

Nacque a Ferrara verso il 1569. Viaggiatore instancabile, lavorò per committenti religiosi e nobili nel centro Italia, principalmente in Liguria, Trentino-Alto Adige, Emilia, Marche e Umbria. Pittore preminente della scuola ferrarese, probabilmente frequentò la bottega di Giuseppe Mazzuoli, noto come il "Bastarolo". Sul finire del secolo si accostò ai modi della scuola bolognese, che conobbe anche grazie ai lavori che eseguì nella chiesa di San Salvatore a Bologna, che evidenziano derivazioni carraccesche. Nel primo Seicento Bononi si trasferì a Roma dove apprezzò le opere di Caravaggio, di cui realizzò varie copie. Bononi tuttavia si allontanò da Caravaggio perchè avviò un percorso artistico versoi un mondo favoloso e ricco di luminosità irrealisticamente contrastata. A Fano, i suoi lavori nella basilica di San Paterniano, evidenziano elementi tardo manieristici con qualche innovazione che anticipa il barocco. I suoi lavori più significativi a Ferrara furono eseguiti nella chiesa di Santa Maria in Vado e a Reggio Emilia nella Basilica della Madonna della Ghiara. Tra i suoi allievi si ricordano Alfonso Rivarola (il Chenda), Giovanni Battista dalla Torre e Camillo Berlinghieri.