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PITTORI: Gherardini Alessandro

Incoronazione di Maria Vergine tra Sant'Agostino e Santa Monica

Incoronazione di Maria Vergine tra i santi Agostino e Monica

 

 

GHERARDINI ALESSANDRO

1694

Firenze, chiesa di Santo Spirito

 

Incoronazione di Maria Vergine tra Sant'Agostino e Santa Monica

 

 

 

Il dipinto fu realizzato nel periodo di maggiore attività di Gherardini, chiamato a eseguire opere in diverse chiese e palazzi nobiliari di Firenze: nel 1692 affrescò la cupola e la volta della navata, distrutta, di S. Giovannino dei Cavalieri, l'anno seguente dipinse un tondo alla S. Annunziata, quindi verso il 1694 eseguì un'Incoronazione della Vergine con i santi Monica e Agostino per la chiesa di Santo Spirito. Il dipinto venne collocato nello stesso anno sull'altare Cambi di Napoleone per volontà di padre Aurelio Fioravanti.

Anni prima nel 1688, rimasto senza lavoro, Gherardini si era unito in società con il pittore Antonio Giusti, ed aveva ottenuto commissioni per decorazioni a tempera: ben presto però ruppe il sodalizio e nella chiesa di san Iacopo tra i Fossi realizzò la sua prima importante opera in luogo aperto al pubblico: la grande tela ottagona, databile agli inizi del 1689, posta al centro del soffitto della navata centrale che, con forti scorci prospettici e con modi concitati ispirati alla pittura di Luca Giordano, raffigura S. Agostino e il trionfo della Fede sull'Eresia.

Nella pala di santo Spirito Agostino e Monica sono dipinti nel pano inferiore con le braccia allargate e lo sguardo rivolto verso l'alto, dove il Cristo, sotto lo sguardo del Padre e dello Spirito Santo sta incoronando la Vergine. Agostino indossa i suoi paramenti episcopali senza la mitra in testa, con il bastone pastorale ritto in piedi alle sue spalle retto da un angioletto. Un altro piccolo angelo ai suoi piedi regge un libro. Monica, che come Agostino, ha sul capo il nimbo dei santi raggiato, indossa l'abito monacale.

 

 

Alessandro Gherardini

Nacque a Firenze nel 1655 da Domenico e da Lisabetta Socci. In età giovanile frequentò la bottega di Alessandro Rosi, un tardo epigono di Pietro Berrettini da Cortona.

Tra il 1705 e il 1708 decorò l'interno della chiesa di San Giorgio alla Costa con opere in stile rococò. Altre opere si trovano nella chiesa di san Pietro a Varlungo (un affresco del transito di San Giuseppe), al pian terreno del Palazzo Corsini al Parione (una graziosa grotta artificiale con pitture di Gherardini, che affrescò anche la volta della Sala da Ballo), sulla cupola dell'ospedale di San Giovanni di Dio. Nel Palazzo Strozzi di Mantova a Firenze si trovano suoi quadri così come la cupola della Basilica di san Marco a Firenze fu decorata con suoi affreschi nel 1717. Altri suoi interventi sono noti nella chiesa di santa Elisabetta delle Convertite a Firenze dove affrescò il soffitto con la Gloria di Santa Maria Maddalena; nella chiesa di santa Maria degli Angeli sempre a Firenze decorata da stucchi nel 1700. A Lucignano dipinse per la chiesa della Santissima Annunziata la pala della Assunzione della Vergine nel 1699, a Pontremoli, nell'oratorio di Nostra Donna, si trova una sua pala e nella chiesa di santa Cristina si conservano il Martirio di Santa Cristina e la Trasfigurazione; dipinse anche affreschi nella volta a botte centrale del Santuario di Santa Verdiana (1708). Ulteriori sue opere sono conosciute nella chiesa di santa Maria di Castello a Genova, così come nell'Abbazia di Vallombrosa, nella Villa medicea di Lappeggi, nel Monastero e chiesa di san Niccolò a Prato. Soggiornò più volte a Livorno, dove morì nel 1727, dopo aver lavorato nelle chiese di santa Barbara, di San Gregorio Illuminatore e nell'oratorio di San Ranieri.

Personaggio estroso e ribelle, a lungo giudicato artista eclettico e diseguale, Gherardini è ormai unanimemente considerato l'ultimo importante pittore fiorentino puro, che ha anticipato le nuove correnti della pittura decorativa del Settecento rivelandosi come il vero erede di Luca Giordano a Firenze.