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PITTORI: Gherardini Alessandro

Trionfo della Fede con sant'Agostino in estasi

Trionfo della Fede con sant'Agostino in estasi

 

 

GHERARDINI ALESSANDRO

1689

Firenze, chiesa di san Iacopo tra i Fossi

 

Trionfo della Fede con sant'Agostino in estasi

 

 

 

Nel 1688, rimasto senza lavoro, Gherardini si unì in società con il pittore Antonio Giusti. I due ottennero varie commissioni per decorazioni a tempera: ben presto però il sodalizio si ruppe e Gherardini nella chiesa di san Iacopo tra i Fossi realizzò la sua prima importante opera in luogo aperto al pubblico: la grande tela ottagona, databile agli inizi del 1689, posta al centro del soffitto della navata centrale che, con forti scorci prospettici e con modi concitati ispirati alla pittura di Luca Giordano, raffigura Agostino e il trionfo della Fede sull'Eresia.

Oggi la chiesa appartiene alla Chiesa evangelica metodista, ma in passato fu degli agostiniani. Nel 1532 papa Clemente VII assegnò la chiesa e il convento ai frati agostiniani della congregazione di Lombardia, in sostituzione del loro monastero fuori porta San Gallo che era andato distrutto nell'assedio di Firenze del 1529-1530.

Nel Seicento la chiesa assunse l'attuale struttura a navata unica con altari laterali e un prezioso soffitto ligneo. Gli agostiniani furono presenti fino al 1810: nel 1821 la chiesa fu dichiarata prioria sotto la direzione dei padri secolari e successivamente nel 1849 fu soppressa come parrocchia.

Nel 1808 il convento era stato requisito a caserma, disperdendo tutte le opere d'arte presenti. Nel 1874 tutta la struttura venne acquistata dal reverendo John Mac Douglall della Chiesa scozzese e donato alla Chiesa libera italiana. Con il passaggio dell'immobile alla Chiesa metodista Wesleyana nel 1905, il complesso diede ospitalità all'orfanotrofio Pestalozzi. Nel 1943 questa istituzione si fuse con l'Istituto Gould e il convento fu destinato a luogo residenziale. La chiesa è stata riadattata a luogo di culto della comunità metodista di Firenze, confluita poi dal 1946 nella Chiesa evangelica metodista italiana.

La scena realizzata da Gherardini esprime una grande forza compositiva dove si addensano numerosi personaggi ai piedi della Trinità che si rivela nel suo splendore nella fascia alta della tela. Ai piedi di questo groviglio di personaggi fra cui si riconoscono gli eretici contrapposti ai fedeli, troviamo sant'Agostino di spalle che rivolge lo sguardo verso la visione trinitaria. Il santo indossa i suoi paramenti episcopali con la mitra in testa e con la mano sinistra indica una pagine di un grande libro aperto che è retto da un piccolo angelo davanti a lui.

 

 

Alessandro Gherardini

Nacque a Firenze nel 1655 da Domenico e da Lisabetta Socci. In età giovanile frequentò la bottega di Alessandro Rosi, un tardo epigono di Pietro Berrettini da Cortona.

Tra il 1705 e il 1708 decorò l'interno della chiesa di San Giorgio alla Costa con opere in stile rococò. Altre opere si trovano nella chiesa di san Pietro a Varlungo (un affresco del transito di San Giuseppe), al pian terreno del Palazzo Corsini al Parione (una graziosa grotta artificiale con pitture di Gherardini, che affrescò anche la volta della Sala da Ballo), sulla cupola dell'ospedale di San Giovanni di Dio. Nel Palazzo Strozzi di Mantova a Firenze si trovano suoi quadri così come la cupola della Basilica di san Marco a Firenze fu decorata con suoi affreschi nel 1717. Altri suoi interventi sono noti nella chiesa di santa Elisabetta delle Convertite a Firenze dove affrescò il soffitto con la Gloria di Santa Maria Maddalena; nella chiesa di santa Maria degli Angeli sempre a Firenze decorata da stucchi nel 1700. A Lucignano dipinse per la chiesa della Santissima Annunziata la pala della Assunzione della Vergine nel 1699, a Pontremoli, nell'oratorio di Nostra Donna, si trova una sua pala e nella chiesa di santa Cristina si conservano il Martirio di Santa Cristina e la Trasfigurazione; dipinse anche affreschi nella volta a botte centrale del Santuario di Santa Verdiana (1708). Ulteriori sue opere sono conosciute nella chiesa di santa Maria di Castello a Genova, così come nell'Abbazia di Vallombrosa, nella Villa medicea di Lappeggi, nel Monastero e chiesa di san Niccolò a Prato. Soggiornò più volte a Livorno, dove morì nel 1727, dopo aver lavorato nelle chiese di santa Barbara, di San Gregorio Illuminatore e nell'oratorio di San Ranieri.

Personaggio estroso e ribelle, a lungo giudicato artista eclettico e diseguale, Gherardini è ormai unanimemente considerato l'ultimo importante pittore fiorentino puro, che ha anticipato le nuove correnti della pittura decorativa del Settecento rivelandosi come il vero erede di Luca Giordano a Firenze.