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PITTORI: Reni Guido

Estasi di santa Cecilia tra san Paolo, san Giovanni Evangelista, sant'Agostino e santa Maria Maddalena

Estasi di santa Cecilia tra san Paolo, san Giovanni Evangelista,

sant'Agostino e santa Maria Maddalena

 

 

RENI GUIDO

1600-1610

Roma, chiesa di san Luigi dei Francesi

 

Estasi di santa Cecilia tra san Paolo, san Giovanni Evangelista, sant'Agostino e santa Maria Maddalena

 

 

 

La tela è stata realizzata nell'ambito della cultura pittorica bolognese del XVII secolo. Vi sono buoni motivi per attribuirne l'esecuzione a Guido Reni. Questo dipinto che raffigura l'Estasi di santa Cecilia tra san Paolo, san Giovanni Evangelista, sant'Agostino e santa Maria Maddalena è comunque una copia della celeberrima opera di Raffaello conservata alla Pinacoteca Nazionale di Bologna.

La tavola misura cm 53.5 in altezza e 41 in larghezza. Finita negli Stati Uniti d'America nella città di Città New York è stata aggiudicata all'Asta Sotheby Parke-Bernet nel 1978. La collocazione attuale è in Italia a Roma nella chiesa di S. Luigi dei Francesi.

Santa Cecilia si trova al centro di una sacra conversazione e viene rappresentata a figura intera. Abbandonati gli strumenti musicali dei quali è protettrice, volge uno sguardo estatico al cielo, coi grandi occhi scuri, dove è apparso un coro angelico che intona una melodia celestiale. Di mano le sta sfuggendo un organetto portatile, mentre ai suoi piedi giace una straordinaria natura morta di strumenti musicali vecchi o rotti: una viola senza corde, un triangolo, due flauti sbocconcellati, dei sonagli, due tamburelli con la pelle lacera.

La scena richiama allegoricamente la caducità della musica "terrena", simbolo delle passioni umane, rispetto a quella "celeste".

Attorno a lei sono disposti a semicerchio quattro santi, che riproducono la forma della "cantoria" celeste. Da sinistra scopriamo san Paolo, con la spada e il tipico manto rosso. Mostra un atteggiamento meditativo e dà le spalle allo spettatore, ruotando la testa fino a offrire un profilo. In secondo piano si può osservare san Giovanni evangelista, riconoscibile dal libro ai suoi piedi su cui si trova l'aquila. Il suo sguardo si incrocia con quello di sant'Agostino, sull'altro lato, vestito da un pesante piviale ricamato mentre regge il bastone pastorale. Maria Maddalena a destra tiene in mano l'ampolla degli unguenti e fissa lo spettatore. La scelta dei quattro santi è legata al tema dell'ascesa celeste e dell'estasi: Giovanni e Maddalena secondo la tradizione ascesero infatti al cielo, mentre Paolo e Agostino ebbero visioni dirette di Dio, il primo sulla via di Damasco, il secondo su una spiaggia, dove gli apparve il Bambino Gesù che gli dimostrò con un esempio l'incomprensibilità umana della natura di Dio.

 

 

Guido Reni

Nacque nel 1575 a Bologna. Si formò alla bottega del pittore Denijs Calvaert, e quindi frequentò l'accademia dei Carracci. Le opere che eseguì tra il 1604 e 1614 mostrano il superamento dei modi manieristici e un modo di dipingere più personale, in cui prevale l'armonia delle forme e l'equilibrio della composizione. In questo periodo produsse gli affreschi della Cappella Paolina in Santa Maria Maggiore a Roma, gli affreschi della sala Delle Dame e della sala delle Nozze Aldobrandini in Vaticano, gli affreschi della Cappella dell'Annunciata al Quirinale. I suoi capolavori sono comunque l'Aurora del Casino di Palazzo Rospigliosi Pallavicini a Roma, la Strage degli Innocenti, il Sansone vittorioso e il Ritratto della madre alla Pinacoteca Nazionale di Bologna. Il periodo successivo segna la piena maturità artistica del pittore, con opere quali Atalanta e Ippomene alla Galleria di Capodimonte a Napoli, la Madonna del Rosario alla Pinacoteca di Bologna, le Fatiche di Ercole al Louvre, la Lucrezia e la Cleopatra che si trovano alla Pinacoteca Capitolina di Roma. Nelle ultime opere lo stile del pittore cambia ulteriormente. Il colore diventa meno acceso e la forma perde consistenza come nel San Sebastiano della Pinacoteca di Bologna e l'Adorazione dei Magi della Certosa di San Martino a Napoli. Guido Reni morì a Bologna nel 1642.