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PITTORI: Carlo Giuseppe Ratti

I Santi Agostino e Monica in adorazione della Trinità e S. Lucia

I Santi Agostino e Monica in adorazione della Trinità e S. Lucia

 

 

CARLO GIUSEPPE RATTI

1775

Savona, Oratorio di san Domenico e del Cristo Risorto

 

I Santi Agostino e Monica in adorazione della Trinità e S. Lucia

 

 

 

La tela che raffigura "Agostino con santa Monica ed altri Santi dell'ordine agostiniano in contemplazione della Trinità" fu erroneamente attribuita ad Agostino Ratti da Buscaglia nel 1808 e da Noberasco nel 1916. L'opera fu invece attribuita a suo figlio Carlo Giuseppe da Torteroli (1847) e da Alizeri (1864). Il quadro fu eseguito per la chiesa della SS. Annunziata nel convento delle suore agostiniane savonesi in epoca probabilmente anteriore al 1780. Il recente restauro della tela, alta 325 cm e larga 220, ha reso possibile una migliore lettura della superficie pittorica. La elaborata partitura spaziale della composizione, incentrata su piani diagonali e trasversali e la tipologia delle figure concordano con l'attribuzione a Carlo Giuseppe. La critica riferisce l'opera, in relazione principalmente agli accordi cromatici, "all'attività giovanile del pittore che non sembra ricercare in questa occasione un'elaborazione accademica degli esempi seicenteschi, ma come fece il padre Giovanni Agostino ne recepisce e ne trasforma i motivi con felice e libera intuizione".

Il dipinto è stato riportato su tela e le zone mancanti in basso, distrutte da un incendio, sono state ripristinate con un tono neutro.

I personaggi protagonisti della composizione sono sant'Agostino in basso a destra, con i suoi paramenti episcopali; santa Monica a sinistra in abiti monacali; probabilmente san Nicola da Tolentino con in mano un ramo d'ulivo, anch'egli in abiti monacali eremitani, Gesù Cristo, il Dio Padre e la colomba dello Spirito Santo, assisi su una nuvola in trono.

Fanno da contorno e completano la scena numerose figure di angeli, che assistono la Trinità e i diversi santi raffigurati. Un angelo porta la mitra di Agostino, mentre un altro ne regge il bastone pastorale. Al centro un angelo di spalle regge con la mano sinistra un cuore fiammante, tipico simbolo iconografico agostiniano.

 

La confraternita del Cristo Risorto ha sede nell'Oratorio di San Domenico, che si ritiene sia sorto tra il XIII e il XIV secolo. Al suo interno, nel 1344, venne istituito l'Ospedale Grande della Misericordia, la più importante struttura assistenziale savonese tardo medioevale. Nella prima metà Cinquecento alla confraternita di San Domenico si unirono i sodalizi della SS. Annunciata e di S. Maria Maddalena. L'oratorio venne riedificato tra il 1547 e il 1568 sul colle del Monticello e a quest'epoca risale la titolazione al Cristo Risorto. L'edificio, ristrutturato tra il 1787 e il 1802, agli inizi del Novecento fu nuovamente demolito e dal 1906 la confraternita si è trasferita nella chiesa attigua al convento delle monache agostiniane della SS. Annunciata, presenti a Savona dal 1464. Questa chiesa è una semplice costruzione seicentesca che si presenta all'esterno con una facciata spoglia. L'interno a una sola navata voltata a botte è decorato da stucchi dorati, che incastonano gli affreschi di Giuseppe Robatto che rappresentano la Gloria dello Spirito Santo. Lungo le pareti della contro facciata sono stati disposti gli stalli lignei cinquecenteschi, provenienti dall'antico duomo. Accanto altare maggiore si trova l'altare dedicato ai santi Agostino e Monica, dove è custodita la pala attribuita a Carlo Giuseppe Ratti. Eretto fra il 1775 e il 1782 l'altare ha una impostazione neoclassica. La decorazione ad affresco dell'interno si conclude nel 1735, con l'opera di Natali e di Sebastiano Galeotti.

 

 

 

Carlo Giuseppe Ratti

 

Nasce a Savona nel 1737 figlio del pittore Giovanni Agostino Ratti e da Maria Rosalia Filipponi. Studia nella bottega del padre e, fra il 1756 e il 1759 si trasferisce a Roma, dove lavora con Placido Costanzi. Durante il soggiorno conosce Pompeo Batoni e in particolare di Anton Raphael Mengs. Ritornato a Savona avviò un lungo lavoro di revisione dell'imponente opera storiografica seicentesca di Raffaele Soprani dedicata agli artisti genovesi, che concluse nel 1762. In questa sua attività di storiografo nel 1764 pubblicò la sua prima guida artistica i Genova. Nel 1766 divenne accademico dell'Accademia Ligustica. Dal 1770 iniziò a viaggiare per l'Italia toccando varie città fra cui Roma, dove entrò a far parte dell'Accademia nazionale di San Luca. Nel 1775 fu nominato direttore dell'Accademia Ligustica. Come pittore lavorò a Genova a Palazzo Reale, Palazzo Rosso e Palazzo Ducale e in numerose commissioni in Liguria. Preparò inoltre pale d'altare e dipinti per la Basilica di Santa Maria del Mar a Barcellona (1873), per la Chiesa di Loreto a Lisbona (1785) e la chiesa di San Francesco a Urbino (1777). Morì a Genova nel 1795.