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PITTORI: Lippo Vanni

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

LIPPO VANNI

1360-1400

Siena, Eremo di San Leonardo al Lago

 

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

 

L'affresco si trova sul piedritto di destra dell'altare che si trova al raccordo tra coro e navata nella chiesa annessa al monastero agostiniano di San Leonardo al Lago vicino a Siena. Sant'Agostino ha una immagine severa in abito vescovile e in atto di benedire. Porta in mano un libro chiuso e il suo sguardo è fisso verso l'osservatore. Sulla testa porta l'aureola dei santi, sul mento una folta barba gli ingentilisce il viso. L'affresco, come altri in San Leonardo furono attribuiti a questo pittore senese da Berenson.

 

Lippo Vanni è pittore senese del XIV secolo che opera soprattutto in città e alle committenze religiose delle varie congregazioni religiosi presenti sul territorio senese. La sua attività sembra iniziare nel 1344 con una commissione per miniature eseguite per lo Spedale di S. Maria di Siena. L'ultimo lavoro noto è del 1375 per la pittura di 12 angioletti lignei: si tratta di un artista dunque che si applicò con pari impegno anche nella decorazione di oggetti d'uso o sacri. Di particolare importanza sono le sue pitture presso l'eremo di san Leonardo al Lago i cui monaci seguivano la regola agostiniana. Il suo stile è particolarmente interessante per la plasticità delle figure e dei visi. Intenso e drammatico è l'episodio di Monica ed Agostino in preghiera in uno scarno ambiente dai toni fortemente coinvolgenti. 

 

Agostino viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6