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BEAti dell'Ordine Agostiniano: GREGORIO CELLI

Immagine di Gregorio Celli

 

Immagine di Gregorio Celli

 

 

GREGORIO CELLI

 

 

Ex processu Informativo anni 1764

 

I. Testis Adm. R. D. Antonius Colucci Sacerdos, aetatis ann. 76, Inter. Proc. fol. 52, iuxta 10, respondit:

La fama di Santità, che gode il Servo di Dio Gregorio procede dalle opere buone, e santa vita, che egli menò in Verucchio, tanto prima di vestire l'Abito Agostiniano, quanto dopo, leggendosi nel Torelli, se ben mi ricordo, che il detto Beato restato privo ne' primi anni del Padre, fu educato piamente da sua Madre, e che vestitosi poi ne primi anni della sua gioventù dell'Abito Agostiniano, visse nella Religione santamente, adoperandosi in onore di Dio, e per salute spirituale del Prossimo, in predicare contro li vizi, ed ammonire le persone discole a tal segno, che li malviventi non potendolo più soffrire, fu cacciato via con ricorsi, e false rappresentanze fatte alli Superiori, da quali poi fu mandato, attesa l'elezzione fatta dal medesimo Beato, al Romitorio di Fontecolombo nella Diocesi di Rieti, e queste medesime cose ho sentito, che si riferiscono ancora da Bollandisti, e l'ho similmente sentito a raccontare da centinaia di persone, e particolarmente dal fu D. Antonio Magroni già Rettore de Santi Simone e Giuda di questa Città di Rimino, morto da quaranta anni fa, che era mio amico e paesano, e che me lo raccontava in tempo di mia gioventù, come anche ho letto, ed ho inteso dire, che il detto Beato, essendo in Verucchio, menasse una vita penitente, come persuadono ancora li cinti di ferro, che si sono trovati nella sua urna sepolcrale, quando venne in Verucchio, che successe, come ho inteso dire, miracolosamente, essendo stata trasportata l'urna col corpo del detto Beato da una mula, come si dice, senza verun condottiero, ma preceduta solamente da un lume, ed all'arrivo del detto corpo essendosi sentito il suono delle campane, che suonarono da se stesse, e scaricata la detta urna, si dice, che la mula subito cadesse e restasse morta.

Et iuxta 11, interr. Respondit:

Io ho inteso a dire, che colla stessa fama di santità è anche vissuto il Servo di Dio Gregorio, e morto ancora nel Romitorio di Fontecolombo Diocesi di Rieti, avendo sentito dire communemente, ed essendo voce commune nella Terra di Verucchio, che il detto Beato Gregorio nel Romitorio di Fontecolombo menasse una vita tutta religiosa e penitente, essendo il detto luogo un ritiro di persone che attendono alla vita spirituale e penitente, come anche il detto Beato sia morto nel detto Romitorio in buon concetto, e con fama di santità per la sua vita religiosa e penitente.

Et iuxta 15, Proc. fol. 54, interr. Respondit:

Io ho inteso da mio Padre e da mia Madre, che il Beato Gregorio godeva tal fama di santità, dicendomi tanto mio Padre, che si chiamava Tomasso Colucci, quanto mia Madre, che si chiamava Anna Masi, che il Beato Gregorio era un Santo, non ricordandomi però, che mi dicesse come; e da chi ne avessero avuta notizia, so bene però per certo, che lo riputavano per un Santo, e ne erano divoti anche essi, andando a venerare le di lui Reliquie, ed Altare nella Chiesa de Padri Agostiniani, e già era ben radicata la loro devozione, quando cominciai, aver l'uso di ragione.

Et iuxta 16, interr. Respondit:

La fama di santità, che gode il Servo di Dio Beato Gregorio Celli non è, ne è stata solamente presso le persone del Volgo, e presso il Popolo, ma è stata, ed è presso ancora le persone più distinte, civili, e dotte, Religiose, prudenti, e timorate, e non è stata, ne è solamente nella Terra di Verucchio, ma anche negli altri Luoghi circonvicini, concorrendovi ogni sorta di persona, a venerare il detto Beato, quando si fa la di lui Festa ogn'anno nell'ultima Domenica di Maggio, e tra gli altri concorrendovi anche de Religiosi Regolari, Sacerdoti, Parochi, ed altre persone dotte, prudenti, civili, e timorate de de Paesi circonvicini.

Et iuxta 17, interr. Respondit:

La fama di santità, e divozione, che ha goduto, e gode il Beato Gregorio non è stata mai interrotta per raffreddamento dell'opinione del Popolo e divozione verso del medesimo, ne per altra cagione, ne ho mai inteso dire cosa alcuna in contrario alla detta fama di santità, e quella divozione, e concorso di Popolo a venerare il detto Beato, che vi è presentemente, vi era ancora, e vi è sempre stata da che io cominciai aver l'uso di ragione.

 

II. Testis Adm. Illustris. D. Joseph Nicolini, Civis Veruchiensis, aetatis ann. 75 - Proc. fol. 263, iuxta 10, respondit:

Per quanto ho letto nel Silvio Grandi, che ha fatto le Vite di tutti li Santi e Beati della Diocesi di Rimino, il Beato Gregorio Celli restato senza il Padre, ne suoi primi anni fu educato piamente dalla di lui Madre Anna Corelli; ed il di lui impiego era, di andare alla Scuola, in Chiesa, ed in Casa, e vestito poi l'Abito Religioso Agostiniano, il di lui impiego, quando fu Sacerdote, fu il fare le Missioni, e predicare contro li vizi, tanto nel luogo di Verucchio, quanto negli altri luoghi, lo stesso ancora ho sentito a dire da altre persone, e particolarmente dal fu D. Antonio Magroni mio zio materno, che fu Parocho de Santi Simone e Giuda di questa Città, antecessore al detto D. Silvio Grandi, che fu parimente Parocho della Chiesa de Santi Simone e Giuda; onde io penso, che la fama di santità, che gode il Servo di Dio Gregorio Celli proceda dalla santa vita, che egli menò in Verucchio, tanto prima di vestire l'Abito Agostiniano, che dopo, penso ancora, che facesse vita penitente con molti digiuni e macerazioni della sua carne, essendovi in Verucchio li cinti di ferro, che adoprava il detto Servo di Dio, li quali non sono dopo tanto tempo irruginiti, e si conservano nella di lui urna, e si portano anche processionalmente dal Diacono e Suddiacono nel giorno della Festa del detto Beato, e per quanto mi diceva il medesimo Don Magroni, il quale, se ora vivesse, averebbe cento e dieci anni, aveva egli sentito una gran fragranza nell'aprirsi dell'urna, dove erano, e sono le ossa del detto Beato.

Et iuxta 11, interr. Respondit:

Ho letto parimente nel Silvio Grandi, e l'ho inteso a dire ancora da più persone, che il Beato Gregorio visse, e morì colla stessa fama di santità nel Monte Corverio, come dice il Silvio, ed ho sentito a leggere nel Torelli, che riferisce, che il detto Beato andava a predicare nell'istessa Diocesi di Rieti, ed il Silvio Grandi racconta ancora, che il detto Beato predisse il tempo della sua morte, e pregò il Priore del Convento a voler consegnare il di lui corpo ad una mula, che sarebbe comparsa, che tale era la volontà di Dio: in Verucchio poi si dice communemente, e pubblicamente, che il corpo, e cinti di ferro del detto Beato furono trasportati da una mula, e che al giungere de medesimi, sonarono da se tutte le campane di Verucchio, e che scaricato che fu il corpo, la detta mula morì subito. Io poi ho inteso dire da diverse persone di Verucchio, che si sono portate a lavorare nella Campagna di Roma, che ricercati da altri lavoratori di dove erano, ed avendo essi risposto, essere da Verucchio, le dette persone per sincerarsi, se veramente fossero esse da Verucchio, gli domandavano, se in Verucchio vi era nessun corpo santo, e rispondendo le persone di Verucchio, che in Verucchio vi era il corpo del Beato Gregorio, allora le dette persone restavano persuase, che esse fossero da Verucchio.

Et iuxta 15, Proc. fol. 64 ter, interr. Respondit:

Ho inteso da mio Padre e da mia Madre, dal detto D. Magroni mio zio, e dal di lui Padre Giacomo Magroni, che se presentemente vivesse averebbe cento trentacinque anni, e da una mia zia paterna, che stava in casa con mio Padre, che il Beato Gregorio era un Santo, e godeva fama di Santità, e tutti li sudetti mi dicevano, d'avere inteso dire parimente da loro Antenati, che il Beato Gregorio era un Santo, e che aveva condotto una vita santa, e che il di lui corpo miracolosamente era stato trasportato in Verucchio.

Et iuxta 16, Proc. fol. 67 ter, interr. Respondit:

La fama di santità, che gode il Beato Gregorio Celli, non è, e non è stata solamente presso le persone del Volgo, ma presso ancora le persone più proprie, civili, dotte, religiose, prudenti e timorate, e ciò tanto in Verucchio, quanto negli altri Luoghi circonvicini, e questo posso deponerlo, per averlo veduto da me stesso, e per quanto ho inteso dire, li Vescovi medesimi di questa Città, quando sono andati in Visita, ne hanno venerato ancora essi nella detta Chiesa il Deposito, e l'Altare del Beato Gregorio, e li miei Maggiori ancora dicevano, che il detto Beato era venerato da ogni ceto di persone come Santo, e aggiungevano di avere inteso dire l'istesso dalli loro Antenati.

Et iuxta 17, interr. Respondit:

Non ho mai inteso a dire, che la fama di santità del Beato Gregorio, e divozione del Popolo verso il medesimo sia stata mai interrotta per alcun raffreddamento nell'opinione del Popolo, e diminuzione di devozione verso il medesimo, o per altro motivo, ne ho mai inteso cosa veruna in contrario. La divozione è stata sempre la medesima, anzi per quanto ho inteso da miei Maggiori, la processione per il detto Beato si è sempre fatta con gran concorso di Popolo, ed in tempo mio posso dire, che la detta Processione non si è mai lasciata, a riserva di una volta a cagione della pioggia, e molte altre volte, se bene pioveva, si è tutta volta fatta la Processione, ed allora cessava la pioggia.

Et super art. 5, Proc. fol. 69 ter, interr. Dixit:

Posso dire, che la fama di santità del Servo di Dio Gregorio Celli proviene dalla sua vita e virtù pratticate da lui, quando viveva, per quanto ho letto nel Silvio Grandi; e so, che la detta fama di Santità si è sempre continuata nella Terra di Verucchio, e Luoghi vicini, essendo sempre stato riputato communemente per Santo, ed invocato come Santo, e posso dire, che intorno al di lui Altare vi sono molti voti da me sempre veduti, li quali credo siano stati portati dalle persone, che hanno ottenute delle grazie operate dal Signore Iddio per intercessione del Beato Gregorio, e concesse a quelli, che lo hanno invocato, e delli detti voti ne ho veduto io medesimo a portare de nuovi; ed ho inteso dire, che la prima moglie del fu Capitano Francesco Nucci per nome Felice Massajoli fosse liberata da una fattucchiera per intercessione del Beato Gregorio, che per tal motivo il detto Capitano Nucci facesse fabricare la Cappella, che presentemente esiste, e l'Altare col Quadro nuovo nella Chiesa de Padri Agostiniani in onore del Beato Gregorio, giacchè prima non vi era ne Cappella, ne Altare, ne Quadro grande, come in oggi, ma vi era una sola nicchia, dove vi era la statua di mezzo rilievo di stucco del detto Beato di statura di Uomo giusto, e sotto la medesima, l'urna con entro le sue Ossa, e questo si teneva cme un Altare, etc.

 

III. Testis Illustris. D. Philippus Benzoni Nobilis Veruchiensis, aetatis ann. 61 - Proc. fol. 81 ter, iuxta 10, respondit:

La fama di Santità, che gode il Servo di Dio Gregorio Celli, procede certamente dalla santa vita, che egli menò in Verucchio tanto prima di vestir l'Abito Agostiniano, che dopo, e questo io lo so, perchè così si dice communemente in Verucchio, e così ho inteso da mio Padre, e da una Zia di detto mio Padre per nome Lucrezia, che morì in età di ottanta anni in circa, li quali dicevano aver sentito l'istesso da loro Antenati, come ancora l'istesso ho sentito dire dal Padre del Signor Capitano Gio. Antonio Barbari da Verucchio morto due anni sono in circa, in età di ottanta, e più anni, come dal Cavaliere Giuseppe Maria. Landi morto ancor esso da sei in sette anni fa in età di settanta, e più anni, li quali pure dicevano, d'aver sentito l'istesso da loro Maggiori, ed il medesimo poi ho anche letto nel Torelli, che racconta la Vita del detto Beato.

Et juxta 11, interr. respondit:

Con la stessa fama di Santità è certamente vissuto, e morto il detto Beato anche nel Romitorio di Fontecolombo Diocesi di Rieti, e ciò parimente ho sentito communemente a dire in Verucchio, e particolarmente da mio Padre, e da mia Madre, che si chiamava Cecilia, come anche dalla detta zia di mio Padre, li quali dicevano d'aver inteso lo stesso da loro Antenati, anzi posso aggiungere d'avere ancora inteso io medesimo, mentre ero in età d'anni nove, o dieci in circa, che la Madre di mio Padre per nome Francesca, mi raccontava, che il Beato Gregorio Celli aveva sempre menata una santa vita fino da primi anni della sua gioventù fino alla di lui morte succeduta in Fontecolombo Diocesi di Rieti, di dove fu trasportato rniracolosamente in Verucchio, e tutti mi raccontavano, che il Beato Gregorio Celli nel Romitorio di Fontecolombo menava una vita penitente, cibandosi di erbe, con fare molti digiuni, e molte altre austerità, e ciò raccontavano d'averlo sentito da loro Antenati, e mi ricordo ancora tra le altre cose, che la detta Lucrezia zia di mio Padre riferiva, d'aver sentito l'istesso dal P. Angelo Benzoni Agostiniano di lei fratello, o zio morto da sessanta e più anni, che io non ho conosciuto; e le stesse cose ho ancora sentito dal fu Capitan Francesco Nucci morto quindici anni fa in circa in età di ottanta anni in circa, quale pure diceva d'avere inteso l'istesso da suoi Antenati.

Et juxta 16, interr. Proc. fol. 83 ter, respondit:

La fama di santità del Beato Gregorio non è stata, e non è solamente presso le persone del Volgo, ma presso ancora le persone più distinte, nobili, dotte, religiose, prudenti, e timorate, e non è stata, e non è solamente nella Terra di Verucchio; ma ne Luoghi circonvicini, e questo l'argomento da che anche le persone più distinte non solo di Verucchio, ma anche de Luoghi vicini concorrono alla venerazione del detto Beato.

Et juxta 17, interr. respondit:

Circa la fama di santità del detto Beato Gregorio non vi è stata mai alcuna interruzione, nè per raffreddamento dell'opinione del Popolo, nè per diminuzione della divozione verso il medesimo, nè per altra cagione, ma la medesima fama è sempre stata senza veruna interruzzione, né ho mai inteso a dire cosa veruna contro la medesima.

Et super art. 5, Proc. fol. 85, dixit:

E' pur anche vero, che la fama di santità del Servo di Dio Beato Gregorio Celli proveniente dalla di lui prodigiosa vita, ed insigni virtù si è continuata mediante li miracoli, e continue grazie, che il Signore Iddio ha operato per di lui intercessione, e concesso a quelli, che lo hanno invocato, e che presentemente l'invocano, potendo dire, che molte persone avendo qualche male, o qualche dolore, si sono unti coll'oglio della lampada, che suole ardere avanti l'Altare del detto Beato, e ne sono guariti, e quattro in cinque anni fa avendo io medesimo una piaga in una gamba, la quale per tre o quattro giorni mi diede la febre, essendomi unto coll'oglio della lampada di detto Beato, in termine di sette, o otto giorni restai guarito, senza farvi altro rimedio, quantunque la piaga medesima fosse esacerbata per alcuni cattivi rimedii da me prima applicati.

 

V. Testis Adm. Illustris. D. Antonius Fiori Civis Veruchiensis, aetatis ann. 53, iuxta 10, Interr. Proc. fol. 115 ter, respondit:

La fama di santità, che gode il Beato Gregorio Celli, procede certamente dalla santa vita, che egli menò in Verucchio, tanto prima di vestir l'Abito Agostiniano, quanto dopo, e ciò lo so, perché così communemente si crede in Verucchio, e così ho inteso dire da mio Padre, da mia Madre, dal Padre di mio Padre, e dalla mia Nonna materna, li quali dicevano d'avere inteso l'istesso dalli loro Antenati, come anche per averlo letto io medesimo nel Silvio Grandi, nel Torelli, e nel Ranucci, avendo inteso da mio Padre, e molto più raccontandomi la mia Nonna materna, che morì in età di anni ottantuno, che il Beato Gregorio era stato ne primi suoi anni privo del Padre, fu educato piamente, e santamente dalla di lui Madre, ed il di lui impiego era di andare alla Scuola, in Chiefa, ed in Casa, senza trattenersi in divertimenti puerili, e che frequentando la Chiesa de Padri di S. Agostino, che allora erano venuti di frescho in Verucchio, volle vestirne l'Abito, e si fece Agostiniano, e che terminato il noviziato, ed ordinato poi Sacerdote, cominciò a predicare contro li vizii, e contro gli Eretici, che vi erano in quel tempo, e che dopo qualche anno essendosegli mosse delle persecuzioni, fu cacciato a forza di quelle, e di calunnie da Verucchio, e se ne andiede a Fontecolombo Diocesi di Rieti, dove poi finì di vivere.

Et juxta 11, interr. Proc. fol. 120, respondit:

Per quanto ho inteso dalli miei Maggiori, cioè da mio Padre, e mia Madre, e dal mio Avo paterno, e molto più dalla mia Nonna materna, il Beato Gregorio Celli è certamente vissuto, e morto coll'istessa fama di santità anche nel romitorio di Fontecolombo Dioesi di Rieti, e li detti miei Maggiori dicevano, d'avere sentito l'istesso da loro Antenati, e mi raccontavano tra le altre cose, che il detto Servo di Dio in Fontecolombo aveva menato una vita molto penitente, e che aveva predetta la sua morte, pregando quelli Religiosi, a voler dopo morte consegnare il di lui corpo, e porlo sopra una mula, che sarebbe comparsa, per trasportarlo in altra parte, cioè in Verucchio, e raccontavano, che di fatti dopo morto il detto Beato, comparve all'improviso una mula indomita e posto sopra la medesima il corpo del Beato, era stato quello trasportato dalla medesima in Verucchio; ed arrivato in detta Terra, si erano sentite sonare da se stesse tutte le campane, e giunta la detta mula nel Cemeterio della Chiesa de Padri Agostiniani, e levatogli il carico del corpo del Beato, era subito morta , e l'istesso poi ho letto ancora io nelli sopradetti Autori.

Et juxta 16, interr. Proc. fol. 121 ter, respondit:

La fama di santità del Beato Gregorio non è stata, e non è solamente presso le persone del Volgo, ma presso ancora persone più distinte, civili, e dotte, religiose, prudenti, e timorate, nè solamente è stata, ed è nella Terra di Verucchio, ma anche negli altri Luoghi circonvicini, e ciò lo so, perchè ho veduto, che ogni ceto di persone, tanto di Verucchio, come de Luoghi vicini, quali concorrono a venerarlo, ed avendo inteso da miei Maggiori, che fosse riputato per Santo anche per lo passato da ogni ceto di persone.

Et juxta 17, interr. respondit:

Circa la fama di santità, e devozione del Popolo verso il Beato Gregorio non vi è stata mai interruzzione alcuna, nè per raffreddamento dell'opinione del Popolo, nè per diminuzione alcuna della devozione verso il medesimo, nè per altra cagione e sempre si è ricorso al medesimo nelli bisogni publici, e dal Volgo si suol dire, quando vi è qualche bisogno, se vogliamo qualche grazia, basta che ricorriamo al nostro Vecchio, ciò dicendo, perchè il Beato Gregorio visse da cento, e dieciotto anni, nè io ho inteso mai cosa veruna in contrario della detta fama di santità, ho ben sentito fare delle doglianze circa alla poca attenzione de Religiosi Agostiniani nel custodire le memorie del detto Servo di Dio, le quali, se si fossero custodite molto prima, ora si sarebbe provato il culto del medesimo: tanto più, se è vero ciò, che scrivono gli Autori, che il detto Servo di Dio fu beatificato da un Papa Giovanni in Avignone.

Et super art. 5, Proc. fol. 123, dixit:

E' anche vero, che la fama di santità del Servo di Dio Gregorio Celli proveniente dalla sua vita prodigiosa, e virtù insigni, si è continuata mediante li miracoli, e grazie continue, che il Signore Iddio ha operato per sua intercessione, e concesso a quelli, che lo hanno invocato, e che presentemente l'invocano, e quanto alli miracoli, e grazie io ho sempre inteso dire, che chi si è raccommandato all'intercessione del detto Beato, ne ha ottenuto le grazie, che domandava, e così mi dicevano li miei Maggiori, li quali dicevano, di avere inteso l'istesso da loro Antenati, ma io qui non saprei rammentare, nè indicare alcuna grazia, nè miracolo, ho bensì inteso, che la prima moglie del Capitan Nucci essendo ossessa, ne fosse liberata per l'intercessione del Beato, ed ho veduto ancora, che all'Altare del detto Beato vi sono molti voti.

 

VII. Testis Adm. R. P. Nicolaus Magioli Sacerdos professus Ordinis Eremitarum S. Augustini, aetatis ann. 62, iuxta 10, Interr. Proc. fol. 152 ter, respondit:

La fama della santità, che gode il Servo di Dio Gregorio sudetto, per quello che ho sentito io, ed anche ho letto, e per quello ancora, che ho sentito dalli Vecchi, li quali mi dicevano d'averlo anche essi sentito dagli altri Vecchi, procedeva, e procede, e sempre è proceduta dalla santa vita da lui menata in Verucchio, tanto prima di vestir l'Abito Agostiniano, come dopo vestito.

Et juxta 11, interr. respondit:

Io ho sentito pure dalli Vecchi, e li medesimi Vecchi mi hanno detto d'aver sentito anche loro da suoi Vecchi antenati, che colla medesima fama di santità il Servo di Dio è vissuto, ed è morto anche nel Romitorio di Fontecolombo, Diocesi di Rieti, dove finì li suoi giorni.

Et juxta 16, interr. Proc. fol. 154, respondit:

Questa fama di santità è stata, ed è non solo presso le persone del volgo, ma ancora presso le persone più distinte, nobili, dotte, prudenti, e timorate, e come ho già detto di sopra, è sempre stata, ed è non solamente nella Terra di Verucchio, ma eziandio negli altri Luoghi circonvicini, ed anche lontani.

Et juxta 17, interr. respondit:

Questa fama di santità, e divozione del Popolo non è stata mai interrotta, ma sempre si è conservata l'opinione del Popolo circa la medesima fama e divozione del medesimo Popolo a questo Servo di Dio, né ho mai inteso dire cosa alcuna intorno alla detta fama di santità.

Et super art. 5, Proc. fol. 155 ter, dixit:

La fama di santità del Servo di Dio proveniente dalla sua santa vita ed insigni virtù si è continuata sempre, anzi sempre accresciuta per molte grazie, che il Signore Iddio ha sempre conceduto, e concede per la du lui intercessione a quelli, che l'hanno invocato, e presentemente l'invocano, avendo io stesso veduto la quantità di voti, sì d'argento, che in tavolette dipinte, come ancora di stampelle, e d'altri utili istromenti, che denotano guarigioni riportate dalli Fedeli per intercessione del Servo di Dio, quali cose tutte stanno attualmente appese, e si appendono tutto giorno all'Altare del sopradetto Servo di Dio.

 

XII. Testis ex Officio. Adm. R. D. Innocentius Barbari, Sacerdos, aetatis ann. 57, iuxta 10, Interr. Proc. fol. 227 ter, respondit:

La fama di santità, che gode il Servo di Dio Gregorio procede dalla santa vita, che egli menò in Verucchio, tanto prima di vestir l'Abito Agostiniano, che dopo.

Et juxta 11, interr. respondit:

Colla stessa fama di santità il Servo di Dio Gregorio è anche vissuto, e morto nel Romitorio di Fontecolombo Diocesi di Rieti.

Et juxta 15, interr. respondit:

Ho inteso da miei Maggiori, che il Servo di Dio anche al tempo della loro gioventù godeva tal fama di santità, ed era venerato, ed invocato da tutti, con riportarne quelli, che l'invocavano, continue grazie, e prodigii, ed ho inteso dalli detti miei maggiori, che essi ancora avevano sentito l'istesso dalli loro Antenati, li quali gli avevano riferito, d'aver essi pure appreso l'istesso da quelli, che erano vissuti prima di loro.

Et juxta 16, interr. respondit:

La fama di santità del Servo di Dio non è stata, né è soltanto presso le persone del volgo, ma è altresì sempre stata, ed è attualmente presso ogni ceto di persone, anche le più dotte, nobili, distinte, religiose, prudenti, e timorate di Dio. In oltre questa fama di santità non è stata, ne è solamente nella Terra di Verucchio, ma è sempre stata, ed è eziandio in tutti li Luoghi circonvicini, ed anche lontani, da dove concorre molta gente, per venerare le Reliquie, e l'ossa del Servo di Dio, ed impetrare dal Signore grazie per di lui intercessione, ed ancora per solennizzare la di lui Festa, che si celebra l'ultima Domenica di Maggio.

Et juxta 17, interr. respondit:

La fama di santità, e divozione del Popolo non è stata mai interrotta per raffreddamento dell'opinione del Popolo, e divozione verso il medesimo Servo di Dio, e per qualsivoglia altra cagione, ma è stata sempre continua, anzi si è sempre aumentata, e si aumenta sempre più di giorno in giorno. Io non ho poi mai inteso dire cosa veruna in contrario alla fama di santità del Servo di Dio, anzi l'ho sempre sentita da tutti predicare e magnificare.

Et super art. 5, Proc. fol. 230 ter, dixit:

La fama di santità del Servo di Dio proveniente dalla sua prodigiosa vita, ed insigni virtù si è sempre continuata ed accresciuta mediante li miracoli e continue grazie, che Dio ha operato per sua intercessione, e concesso a quelli che l'hanno invocato, e che presentemente l'invocano, ed io stesso colli miei occhi, trovandomi in Verucchio, diverse volte ho veduto che per mezzo di tridui fatti al Servo di Dio, si è ottenuta prodigiosa pioggia in tempo di nociva siccità, come anche portentosa serenità in tempo di strabocchevole nociva pioggia; rispetto poi alli miracoli, e grazie, essendo io partito dell'età di quindici anni da Verucchio, dove tornavo solamente di quando in quando in tempo di vacanze, e di altra straordinaria congiuntura, non ho visto cogli miei occhi alcun miracolo, o grazia particolare, ma bensì gli ho sentiti raccontare, gli ho letti, e veduti effigiati nelli voti, in tavolette e bassi rilievi di stucco posti intorno all'Altare del Servo di Dio, nell'Icona del quale si venera la sua Imagine, e sotto della mensa si conservano le di lui ossa, alle quali continuamente nelle sue necessità ricorre numeroso popolo.

Concordant caeteri Testes in eodem Processu examinati iuxta eadem interr., et super 5 artic Proc. fol. 105 et seqq. ac 108, 133 et seqq., 165 et seqq., 186 ter et seqq., 203 ter et seqq., ac 218 et seqq.

 

 

Ex processu informativo anni 1764

I. Testis Adm. R. D. Antonius Colucci, Sacerdos, aetatis ann. 76, iuxta 8, Inter. Proc. fol. 51, respondit:

Io ho inteso più e più volte nominare sino dalla mia tenera età il Servo di Dio Gregorio, e l'intesi nella mia fanciullezza nominare da mio Padre e da mia Madre col titolo di Beato, e con venerazione, come si nominavano gli altri Santi e Beati, e li detti miei Padre e Madre mi mandavano, quando ero fanciullo, a visitare, e fare qualche orazione all'Altare di detto Beato situato nella Chiesa delli Padri Agostiniani di Verucchio a mano sinistra nell'entrare nella detta Chiesa; dirò meglio a Cornu Evangelii dell'Altare maggiore.

II. Testis Adm. Illustris. D. Joseph Nicolini, Civis Veruchiensis, aetatis ann. 75, iuxta 8, Inter. Proc. fol. 61, respondit:

Io ho inteso nominare innumerabili volte il Servo di Dio Gregorio Celli, e l'ho sempre inteso nominare col titolo di Beato, ma non con quello di Santo, e l'ho inteso nominare colla stessa venerazione, colla quale si nominano gli altri Santi e Beati, invocandosi il medesimo tanto nei bisogni pubblici, quanto ne' bisogni privati, e particolarmente in occasione di siccità ed inondazioni, nelle quali occasioni si fanno delle orazioni e divozioni particolari all'Altare di detto Beato esistente nella Chiesa de' Padri Agostiniani di Verucchio dalla parte del Vangelo dell'Altare maggiore, ed io ancora ne' miei bisogni particolari mi sono raccomandato al detto Beato, e quando sono andato nella Chiesa de' Padri Agostiniani, ho sempre fatta qualche orazione all'Altare di detto Beato, anzi per più volte vi sono andato a posta.

III. Testis Illustris. D. Philippus Benzoni, Nobilis Veruchiensis, aetatis ann. 61, iuxta 8, Inter. Proc. fol. 76, respondit:

Ho inteso nominare il Servo di Dio Gregorio Celli per centinaia e migliaia di volte, e l'ho sentito nominare col titolo di Beato, e sempre con venerazione. Come si nominano gli altri Santi e Beati.

V. Testis Adm. Illustris. D. Antonius Fiori, Civis Veruchiensis, aetatis ann. 63, iuxta 8, Interr. Proc. fol. 114, respondit:

Da che ebbi l'uso di ragione, ho inteso nominare il Servo di Dio Gregorio Celli che fu Sacerdote professo dell'Eremiti Agostiniani, e l'ho inteso nominare col titolo di Beato, ed anche con quello di Santo, e sempre con venerazione, come si nominano gli altri Santi e Beati; e l'ho sentito a nominare con tali titoli da mio Padre e da mia Madre, come anche dal Padre di mio Padre e dalla Madre di mia Madre, il primo de' quali morì quando io avevo dodici anni in circa, e la seconda quando avevo sedici anni, e tutti mi dicevano che avevano parimente inteso nominare il setto Servo di Dio col titolo di Beato e di Santo dalli loro Antenati.

VII. Testis Adm. R. P. Nicolaus Magioli Sacerdos professus Ordinis Eremitarum S. Augustini, aetatis ann. 62, iuxta 8, Interr. Proc. fol. 152, respondit:

Ho sentito nominare il Servo di Dio Gregorio Celli di Verucchio, e l'ho sentito a nominare col titolo di Beato, e con venerazione nella forma, che si nominano gli altri Beati ed uomini riputati Santi.

IX. Testis ex officio Adm. Rev. D. Innocentius Barbari, Sacerdos, aetatis ann. 57, iuxta 8, Inter. Proc. fol. 227, respondit:

Ho sempre sentito nominare il Servo di Dio Gregorio, ora col titolo di Beato, ora di Santo, e con quella stessa venerazione che si nominano gli altri Santi e Beati.

Confìrmant supradicta reliqui Testes in eodem Processu examinati iuxta 8, Interr. Proc. fol. 95, 128, 164, 185 ter, 203 ac 217 ter.

 

 

Ex Processu Informativo anni 1764

II. Testis Adm. Illustris. D. Joseph Nicolini, Civis Veruchiensis, aetatis ann. 75, inter. Proc. fol. 61 ter., iuxta 9, respondit:

So, ed ho veduto da me medesimo, che il detto Beato è venerato con particolar devozione dal Popolo, e ciò ho veduto, perché sono da Verucchio, e mi sono trovato presente alla detta venerazione e concorso del Popolo, che vi è particolarmente nel giorno che si fa la Festa del detto Beato, che è l'ultima Domenica di Maggio; e so, che sono venerate particolarmente le sue Reliquie, ed Imagini, ed Ossa, come sogliono venerarsi le Imagini, e Reliquie e Ossa, e Corpi degli altri Santi e Beati; e quanto alle di lui Ossa, queste esistono, e sono venerate nell'urna che esiste sotto l'Altare del detto Beato nella detta Chiesa de Padri Agostiniani; ed il Capo, chi si conserva in custodia d'argento, si suole portare processionalmente nel giorno della Festa di detto Beato, nel qual giorno vi è del gran concorso del Popolo non solo di Verucchio, ma degli altri Luoghi circonvicini, tanto Religiosi come Secolari.

III. Testis Illustris. D. Philippus Benzoni Nobilis Veruchiensis, aetatis ann. 61, inter. Proc. fol. 81 ter, iuxta 9, respondit:

Colli miei occhi proprj ho veduto che il suddetto Beato è stato, ed è venerato dal Popolo, con devozione particolare; e sono venerate specialmente le di lui ossa esistenti in Verucchio nella Chiesa de Padri Agostiniani, in una Cassa di marmo esistente sotto l'Altare di detto Beato, quale è situato dalla parte del Vangelo dell'Altar maggiore; e così ancora sono venerate le di lui Reliquie, come li di lui cinti di ferro, e le di lui Imagini, come sogliono venerarsi le Imagini, Reliquie, Corpi ed Ossa degli altri Santi e Beati; ed io medesimo ritengo un Imagine di detto Beato coll'istessa venerazione, colla quale si ritengono le altre Immagini di Santi e Beati; ed intanto so che è venerato il detto Beato e le di lui Reliquie ed Immagini, perché ho veduto molte persone andarlo a venerare nella detta Chiesa, come ho fatto io medesimo; e tra gli altri ci ho veduto due Vescovi in tempo di Visita; e molto più perché nel giorno della Festa del detto Beato, che si fa l'ultima Domenica di Maggio, sempre ci ho veduto gran concorso del Popolo a venerare il detto Beato, sue Reliquie, ed Immagini, facendosi in detto giorno la Processione con molto concorso tanto di Paesani, che Forastieri de Luoghi circonvicini, portandosi in processione la Testa di detto Beato rinchiusa in una teca d'argento coperta con un baldacchinetto sostenuto da quattro colonnette, ed esponendosi la detta Testa alla venerazione in detto giorno sopra l'Altare di detto Beato; portandosi parimente nella detta Processione dal Diacono e Soddiacono li detti cinti di ferro, li quali anche in detto giorno si danno a baciare al Popolo assieme con la Testa.

V. Testis Adm. Illustris. D. Antonius Fiori, Civis Veruchiensis, aetatis ann. 63, iuxta 9, Interr. Proc. fol. 114 ter, respondit:

Sin da primi anni della mia fanciullezza ho veduto che il Beato Gregorio Celli è stato venerato sempre con devozione particolare da tutti, e sono venerate particolarmente le di lui Ossa esistenti in Verucchio, e similmente le di lui Reliquie ed Immagini, come sogliono venerarsi le Immagini, Reliquie ed ossa degli altri Santi e Beati; e quanto alle di lui Ossa, queste si ritengono in una cassa sotto l'Altare del detto Beato esistente nella Chiesa de Padri Agostiniani, e situato a cornu Evangeli dell'Alrar maggiore, e si apre la medesima nell'ultima Domenica di Maggio di ogn'anno, ed in altre occasioni, quando s'implora l'intercessione del detto Santo per qualche bisogno si siccità o abbondanza di pioggia; e nel detto giorno della Festa si espone ancora sull'Altare alla pubblica venerazione la Testa del detto Beato rinchiusa in una testa d'argento, la quale nel medesimo giorno si porta ancora in Processione sotto un baldacchinetto sostenuto da quattro colonne, e dopo terminata la processione si dà la benedizione al Popolo colla medesima Testa fuori di Chiesa sul Cimiterio, la quale finalmente si dà anche a baciare. Le suddette Ossa da me vedute quasi ogn'anno, quando sono stato in Verucchio, ho osservato non esser tarmate, ma intiere, ed ho sentito che mandano una particolare fragranza, la quale si sentiva ancora quando si dava a baciare il Cranio non chiuso nella testa d'argento, come al presente. Quanto alle Reliquie si hanno li cinti di ferro adoprati dal Servo di Dio, li quali, per quanto si dice publicamente in Verucchio, ed ho sentito io medesimo da miei Maggiori, il detto Servo di Dio portava alle coste; queste si tengono parimente in venerazione particolare, conservandosi essi ancora nella stessa cassa, ove esistono le Ossa, portandosi qualche volta in processione dal Diacono e Suddiacono, e dandosi parimente a baciare al popolo; e li medesimi ho osservato io medesimo, non essere irruginiti, e finalmente quanto alle Imagini, è venerato con particolar devozione il Quadro esistente all'Altare del detto Servo di Dio, come anche le altre Immagini di carta, che si hanno da molti in Verucchio, ed io ancora avendone una delle dette Immagini, la ritengo con venerazione, avendo particolar devozione verso il detto Beato, come ce l'avevano mio Padre e mia Madre, ed il Padre ancora di mio Padre e la Madre di mia Madre, ricordandomi che essi ancora andavano a venerare il detto Beato nella Chiesa de Padri Agostiniani, e conducevano per la mano anche me, quando ero ragazzo.

VI. Testis Adm. Ill.mus D. Antonius Veroli Civis Veruchiensis, aetatis ann. 69, iuxta 9, Interr. Proc. fol. 131 ter., respondit:

Da che io ho l'uso di ragione, ho sempre veduto il Beato Gregorio Celli venerato con divozione particolare dal popolo, e specialmente le di lui Ossa dismesse, esistenti in Verucchio, che sono rinchiuse in una cassa di legno d'abete, posta in altra cassa di marmo sotto l'Altare dedicato all'istesso Beato, situato nella Chiesa di S. Agostino a mano manca dell'ingresso della detta Chiesa dalla parte del Vangelo dell'Altar maggiore; e similmente con particolar divozione sono venerate le di lui Reliquie, cioè li cinti di ferro, che non sono ruginiti, come dovrebbero essere per la gran lunghezza del tempo, e le di lui Immagini, come il Quadro dell'Altare, ed Immagini di carta, che si hanno da molti in Verucchio, e ciò nell'istessa maniera, come sogliono venerarsi l'Immagini, Reliquie, e Corpi degli altri Santi e Beati. La divozione poi particolare del Popolo spicca molto più in occasione della festa del detto Beato Gregorio, che si fa nell'ultima Domenica di Maggio, poichè ne tre giorni precedenti alla detta festa si suole aprire la cassa, ad una certa ora, cioè alle ventun ore; e dopo recitate diverse orazioni avanti l'Altare del Beato Gregorio, ed incensate le Ossa esistenti nell'urna, si dà la benedizione del Santissimo all'Altar maggiore; nel giorno poi della festa vanno per tempo nella Chiesa de Padri Agostiniani li Confratelli della Compagnia della Misericordia, ed aperta l'urna, se n'estrae da un Padre Agostiniano, apparato colli paramenti sagri, la Testa del Beato Gregorio, e si richiude la medesima in una testa d'argento, e si espone su l'Altare alla pubblica venerazione; come pure si estraggono li cinti di ferro, che sogliono conservarsi nell'istessa cassa, e si espongono sopra l'istesso Altare; vi sono poi in detta mattina molte Messe, e la Messa cantata, e alle volte il panegirico, e vi concorre gran quantità di Popolo, ed il Magistrato in corpo, ed in abito; il giorno poi dopo il vespero si fa alle ore ventuna la Processione per tutta la Terra di Verucchio, e si porta nella medesima la Testa del Beato, che si pone sopra un busto, sopra il quale vi è un picciolo baldacchinetto; come anche si portano dal Diacono, e Suddiacono li cinti di ferro; e terminata la Processione, si dà la benezione al Popolo con la detta santa Testa nel Cimiterio, ed indi si dà la medesima a baciare in Chiesa al Popolo concorso alla detta Processione; e finalmente si chiude la cassa con cantare il Te Deum. In detto giorno, come anche negli altri, nelli quali si apre detta urna, si vedono l'Ossa del Beato Gregorio, ed io medesimo l'ho vedute tre o quattro volte, ed ho sentito che tramandano una gran fragranza, come ho ancora inteso dire da tutti li altri, che si sono accostati alla detta urna; ed ho veduto io medesimo, che le dette Ossa sono intiere, e non tarmate; ed ho inteso ancora da miei Antenati, che le dette Ossa avevano sempre tramandata una gran fragranza; ed era sempre stato venerato con particolar divozione tanto il detto Beato, che le di lui Ossa e Reliquie; e li detti miei Antenati dicevano d'avere inteso l'istesso dalli loro Maggiori.

VII. Testis Adm. R. P. Nicolaus Magioli Sacerdos professus Ordinis Eremitarum S. Augustini, aetatis ann. 62, iuxta 9, Interr. Proc. fol. 152, respondit:

Ho veduto certamente che il suddetto Beato è sempre stato venerato con particolar divozione non solo dal Popolo di Verucchio, ma ancora dagli altri Popoli vicini ed ancora lontani; e particolarmente le sue Ossa esistenti in Verucchio; circa poi le sue Reliquie, fuori delle dette di lui Ossa, che stanno in Verucchio, come ho detto, non ne ho veduto presso a nessun'altro, ho bensì veduto venerare le sue Imagini; e tanto il detto suo Corpo, che le Imagini, gli ho veduti venerare nella forma che si venerano gli altri Corpi ed Imagini de Beati e degli altri tenuti per santi; e specialmente ho veduto nel giorno che si celebra in Verucchio la Festa di questo Servo di Dio, il Popolo richiedere ed ottenere picciole porzioni di quella bambace che sta posta sopra le di lui Ossa, esistenti nella cassa collocata sotto la mensa dell'Altare, al medesimo Servo di Dio dedicato.

Idem confirmant caeteri Testes in eodem Processu examinati iuxta d. 9, inter. Fol. 51 ter., 104, 164 ter., 186, 203, 217 ter., ac 227.