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IL CARDINALE RICCARDO ANNIBALDI

Immagine di papa Urbano IV

papa Urbano IV

 

 

ATTIVITA ' DEL CARDINALE RICCARDO ANNIBALDI

durante il PONTIFICATO DI URBANO IV (29 agosto 1261 - 2 ottobre 1264)

 

 

 

 

Solo otto cardinali si riunirono per il conclave a Viterbo. Alessandro IV ebbe paura di nominare nuovi membri del Sacro Collegio perché uno di loro aveva cercato di "costruire Sion sopra la sua parentela" . Il cardinale così accusato era Gaetano Orsini e non Riccardo Annibaldi, perché il papa difficilmente avrebbe avuto da obiettare sul rafforzamento della sua famiglia. L'Orsini aveva sperato di ottenere il trono papale aggiungendo alcuni membri della propria famiglia al Sacro Collegio; e sebbene fallisse il suo scopo durante la vita di Riccardo, non smise di lottare per raggiungere il suo scopo. Il suo maggiore avversario durante questo conclave, come pure nei due seguenti, fu Riccardo. La loro lampante rivalità per il trono papale accrebbe il disaccordo tra i cardinali che già erano divisi a causa delle loro diverse appartenenze politiche.

Quando divenne evidente che la maggioranza richiesta non poteva essere ottenuta con votazioni ordinarie, i cardinali elessero Gaetano e Riccardo come "compromissarii" eliminandoli in questo modo dalla candidatura. Infrante le loro speranze di ottenere la tiara pontificia, essi sorvolarono sulle loro personali differenze ed elessero Jacob Pantaleone, il figlio del calzolaio di Troyes, che non era un membro del Sacro Collegio, ma come patriarca di Gerusalemme era ben addentro nei problemi dell'Oriente dove i Tartari con una costante avanzata avevano conquistato la Siria nel 1259 e dove l'imperatore greco, Michele Paleologo, era desideroso di sottomettersi a Roma in materia religiosa, se, facendo ciò, avesse potuto trovare le milizie necessarie contro i nemici della cristianità e del suo impero. Essendo di discendenza francese, Urbano IV poteva essere accettato sia dai Guelfi che dai Ghibellini, e i due "compromissarii" potevano aspettarsi eguali favori dal nuovo papa; egli non li deluse. Nei primi anni del suo governo nominò quattordici nuovi cardinali, dei quali due appartenevano alla famiglia Orsini e due agli Annibaldi.

Riccardo di Sant'Angelo fu raggiunto nel 1262 da suo nipote Goffredo di Alatri, cardinale diacono di S. Giorgio ad velum aureum, e da Annibaldo degli Annibaldi (chiamato anche Annibaldo di Molaria), il dotto Domenicano, che divenne cardinale prete dei Dodici Apostoli. Entrambi furono una eccellente scelta per quanto riguardava il loro valore. Essi seguirono la guida del loro zio in tutti gli affari politici, in special modo nell'audace direzione che Riccardo prese negli anni immediatamente seguenti. L'incapacità del re inglese di sostenere la condizione disperata della Santa Sede nella lotta con Manfredi allontanò tutti i cardinali, tranne John di Toledo, dall'Inghilterra. Un aiuto lo si poteva aspettare solo dalla Francia, ma S. Luigi si oppose a questa impresa e Carlo d'Angiò rifiutò di rivelare la sua posizione. In questa situazione il cardinale Riccardo decise di forzare la conclusione; se avesse previsto gli eventi storici che furono conseguenza della sua azione, difficilmente avrebbe scelto questa direzione.

La sua prima mossa fu di eleggere il conte d'Angiò alla carica di senatore di Roma e così costringerlo a venire. Questo alto incarico fu fonte di costanti dispute fin dalle elezioni contrastate del 1261; e la candidatura di Pietro di Aragona accrebbe soltanto le difficoltà, ma la politica papale nel frattempo aveva creato un efficiente governo della città con i boni homines: questo governo era composto da due candidati provenienti da ciascuno dei tredici distretti di Roma e divenne una specie di parlamento che godette di grande favore, poiché era eletto dal popolo. Se non può essere dimostrato con prova diretta che fu il cardinale Riccardo a creare questa forma democratica di governo, non può però essere negata la sua influenza schiacciante sui rappresentanti del popolo; altrimenti non avrebbero fatto il passo straordinario di eleggere Carlo d'Angiò senatore a vita nel 1263. Evidentemente questa elezione a vita fu offerta al Conte di Provenza come garanzia che il suo impegno in Italia doveva essere permanente e non una temporanea crociata per il papato. L'elezione di Carlo aveva avuto luogo senza che il papa e Carlo stesso ne fossero a conoscenza. Il papa, preso completamente di sorpresa, si oppose così duramente a questa elezione che rifiutò di nominare Carlo Re di Sicilia fino a che egli non rinunciò alla dignità senatoria . Per quanto riguarda il Conte, così tanto reticente, non abbiamo un solo documento che possa indicare che egli abbia preso l'iniziativa.

Anzi, egli non accettò la carica fino a sette mesi dopo. Con questa accettazione egli mandò anche un suo deputato ed alcune truppe per aiutare il cardinale Riccardo a scacciare Giacobbe Orsini e i suoi ghibellini dalla città; non lo disturbò che alcuni dei suoi parenti ghibellini erano tra gli esiliati. Roma era pronta per l'entrata trionfale di Carlo, ma egli esitava. Disperato, Riccardo si rivolse nel luglio del 1264 ad Alfonso, conte di Tolosa e Poitiers, per informarsi circa i piani di suo fratello, ma Alfonso confessò che egli non ne sapeva assolutamente nulla . Da questa lettera, che è stata trascurata dalla maggior parte degli storici moderni, risulta evidente che la nomina di Carlo a senatore di Roma era stata una realizzazione personale del cardinale Riccardo, ma è anche evidente che Carlo conservò la sua indipendenza al massimo grado; egli usò Riccardo, ma senza fidarsi di lui.

Riccardo, comunque, continuò ad esortarlo a rompere ogni indugio e venire in aiuto di Roma . La situazione della città era diventata disperata dopo che il Conte Pandolfo di Anguillara, il suo difensore più valido, era stato sconfitto in modo definitivo da Pietro de Vico a Vetralla nell'agosto del 1264. A seguito della preveggenza di Riccardo, che aveva cacciato i ghibellini da Roma, la città rimase in potere dei Guelfi. Questo fatto decise il futuro. La città divenne luogo di incontro di tutti gli avversari di Manfredi, specialmente gli esuli Apuliani che speravano nella vendetta e nel loro ripristino. La sola speranza di Manfredi stava nell'impedire al Conte di Provenza di entrare nella città, ma il nipote del cardinale, Riccardo, figlio di Pietro Annibaldi, aveva anticipato questa mossa occupando nel 1262 il porto di Ostia con grande contrarietà da parte del papa il cui permesso non era stato ottenuto.

I Cardinali stessi erano occupati in moltissime missioni durante i giorni critici del 1264 e mobilitarono tutte le loro forze per la difesa della chiesa, ma il pericolo, l'agitazione e la molteciplità degli intrighi portarono alla morte del papa il 2 ottobre 1264.