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CICLo AGOSTINIANo di Peter Dimmel a Ried

Agostino vescovo, particolare della porta di sant'Agostino a Ried

Agostino vescovo

 

 

PETER DIMMEL

1987

Porta di sant'Agostino nella parrocchiale di Ried

 

Agostino vescovo

 

 

 

La figura di sant'Agostino si erge al centro della porta e costituisce il fulcro attorno a cui si sviluppa l'intero ciclo di rappresentazioni. Il santo porta sul petto l'immagine del viso di Cristo, una icone che Dimmel ha già realizzato per un lavoro in Africa. Il Santo con la mano destra alza verso il cielo, ovvero verso un triangolo che simboleggia la Trinità, il braccio destro con in mano il cuore fiammante, uno dei tipici attributi del santo, che si è diffuso a partire soprattutto dal Seicento.

Con la mano sinistra regge un libro e il bastone del vescovo. Indossa gli abiti vescovili ed in testa porta la mitra. Il viso è giovanile, anche se l'espressione è quella di un uomo maturo, con una leggera barba che gli copre il mento. Alle sue spalle un albero di palma funge da sfondo e nello stesso tempo ne ricorda le virtù: giusto come una palma recita infatti il salmo 92. Alla sua destra e alla sua sinistra si sviluppano due scene significative che hanno connotato la sua vita: l'istituzione dei monasteri e la predicazione al popolo e contro le eresie.

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6