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CICLo AGOSTINIANo di Schelte

Agostino libera un prigioniero, dalla stampa di Bolswert pubblicata a Parigi nel 1624

Agostino libera un prigioniero

 

 

SCHELTE DA BOLSWERT

1624

Incisioni apparse a Parigi

 

Agostino libera un prigioniero

 

 

 

La scena è stata associata da Schelte ad altri due miracoli: la guarigione che Agostino opera da morto a favore di un priore ammalato da anni e l'apparizione a un gruppo di pellegrini in viaggio verso Roma. Tutti i miracoli sono narrati tra i fatti prodigiosi attribuiti al santo da Jacopo da Varagine. L'autore ha immaginato la scena ambientata in una architettura cittadina, con palazzi e torri: Agostino vestito da vescovo, con un'aureola raggiante sul capo dà la mano ad un prigioniero che sta uscendo da una porta.

Di fronte al buio dell'ambiente spicca la luminosità del santo che sembra dare vita a tutto quanto lo circonda. Una scalinata ampia e spaziosa porta all'ingresso dalla casa-torre da cui esce il prigioniero, che mostra un atteggiamento di riconoscimento nei confronti di Agostino. In lontananza si vede un gruppo di pellegrini che guardano il santo nella terza scena della stampa. Questa impostazione fu ripresa esattamente da Miguel de Santiago nel suo ciclo iconografico di Quito del 1656.

 

Alcuni Pavesi erano prigionieri del Duca di Malaspina, che rifiutava dare loro da bere per estorcere un forte riscatto. Alcuni erano già in agonia ed altri si sorreggevano bevendo dell'orina. Uno di loro molto giovane e che aveva per S. Agostino una devozione speciale ne implorò l'aiuto.

Verso mezzanotte il santo gli comparve, presolo per mano, lo condusse sulle rive del fiume, con delle foglie di vite bagnate nell'acqua gli temperò l'arsura.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea