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CICLo AGOSTINIANo di Chalma

Ambasciata di Agostino presso l'imperatore Onorio

Ambasciata di Agostino presso l'imperatore Onorio

 

 

PEDRO CALDERON

1729-1730

Chalma, Chiostro del convento di Nostro Signore Gesù Cristo e San Michele

 

Ambasciata di Agostino presso l'imperatore Onorio

 

 

 

Anche questo dipinto è una specie di copia dell'analoga stampa di Schelte da Bolswert e raffigura un episodio che ebbe grande rilevanza nell'azione di difesa del cattolicesimo condotta da Agostino contro le varie eresie del suo secolo.

L'iscrizione è tratta da Possidio: Legatione fungitur ad Honorium Imperatorem contra Donatistarum pervicaciam severis legum poenis coercendam; quibus tamen reducendis Episcopatum cedere paratus erat. Ma il riferimento è inesatto poichè Possidio menziona Onorio in relazione alla conferenza di Cartagine del 411. Chi andò da Onorio furono Possidio, Laurenzio, Benenatus e Presidio. Il soggetto è comunque nuovo. Agostino seguito da un frate arriva al palazzo imperiale dove è accolto da Onorio e i suoi funzionari. Onorio è rappresentato come una specie di Carlo Magno, anziché come giovane di 26 anni.

 

L'episodio narrato è leggendario e, dopo un primo probabile accenno di Ganassini a Viterbo, fu introdotto con grande risonanza da Bolswert, che riprese il fatto da un'opera degli eremitani agostiniani di Anversa.

 

18. 1. Anche contro i pelagiani, nuovi eretici del nostro tempo, abili polemisti che con arte sottile e nociva scrivevano e parlavano ovunque potevano, in pubblico e nelle case private, Agostino ebbe a che fare per circa 10 anni: a tal riguardo scrisse e pubblicò molti libri e molto spesso predicò in chiesa al popolo su questo errore.

18. 2. Poiché questi perversi con grande attività cercavano di attirare alla loro perfidia anche la sede apostolica, in maniera pressante anche concili di vescovi africani si adoperarono perché i papi della città santa, prima il venerabile Innocenzo e dopo il beato Zosimo suo successore, si convincessero quanto quella dottrina dovesse essere respinta e condannata dalla fede cattolica.

18. 3. Quei vescovi di sede tanto importante in tempi diversi condannarono i pelagiani e li separarono dalle membra della chiesa, e con lettere inviate alle chiese d'Africa, d'Oriente e d'Occidente, stabilirono che quelli dovevano essere condannati ed evitati da tutti i cattolici.

18. 4. Anche il piissimo imperatore Onorio, informato di questo giudizio emanato contro i pelagiani dalla chiesa cattolica di Dio, si uniformò ad esso e con alcune sue leggi li condannò e decretò che quelli dovevano essere considerati eretici.

18. 5. Per cui alcuni di loro, che si erano allontanati dal grembo di santa madre chiesa, vi sono ritornati e altri ancora vi ritornano, mentre si fa strada e prevale sempre di più contro quel detestabile errore la verità della retta fede.

18. 6. Quell'uomo memorabile era un importante membro del corpo del Signore, sempre sollecito e vigile per tutto ciò che riuscisse utile alla chiesa universale.

POSSIDIO, Vita Augustini, 18, 1-6