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CICLo AGOSTINIANo di Carle van Loo a Notre Dame des Victoires a Parigi

La disputa con gli eretici donatisti alla Conferenza di Cartagine,tela di Carl Van Loo nella Chiesa di Notre-Dame-des-Victoires a Parigi

La disputa con gli eretici donatisti alla Conferenza di Cartagine

 

 

CARL VAN LOO

1753

Coro della chiesa di Notre Dame des Victoires a Parigi

 

La disputa con gli eretici donatisti alla Conferenza di Cartagine

 

 

 

La tela fu conclusa nel 1753 ed è ispirata all'analoga scena di Louis de Boullogne. Agostino è dipinto dinanzi al suo antagonista in piena discussione. I due protagonisti si staccano dalla folla di assistenti e segretari: entrambi sono vestiti allo stesso modo ed Agostino nella foga del parlare impugna una Bibbia. Il conte Marcellino seduto ai piedi di Agostino ha una presenza imponente ma inefficace, la sua toga rossa gli conferisce un aspetto da patrizio. Tutta la tela è trattata con armonia di colori grigio-bianchi.

 

Nel giugno 411, alla presenza di 286 vescovi cattolici e 279 vescovi donatisti, fu organizzata a Cartagine una solenne conferenza. I portavoce dei Donatisti erano Petiliano di Costantina, Primiano di Cartagine ed Emerito di Cesarea, gli oratori cattolici Aurelio di Cartagine ed Agostino. Alla questione storica in discussione, il vescovo di Ippona provò l'innocenza di Ceciliano e del suo consacratore Felice, sostenendo, nel dibattito dogmatico, la tesi cattolica che la Chiesa, finché esiste sulla terra, può, senza perdere la sua santità, tollerare i peccatori al suo interno nell'interesse della loro conversione. A nome dell'imperatore il proconsole Marcellino sanzionò la vittoria dei cattolici su tutti i punti in discussione.

La disputa con gli eretici donatisti alla Conferenza di Cartagine,tela di Carl Van Loo nella Chiesa di Notre-Dame-des-Victoires a Parigi

Particolare della disputa con gli eretici donatisti alla Conferenza di Cartagine

 

Essi stessi per primi, inoltre, fecero quel che adesso rimproverano a noi per trarre in inganno i sempliciotti, dicendo che i cristiani non debbono chiedere alcun appoggio agli Imperatori cristiani contro i nemici di Cristo. Questo fatto i donatisti non hanno osato negarlo neppure nella conferenza che tenemmo insieme a Cartagine. Non solo, ma hanno perfino osato vantarsi che i loro predecessori intentarono un processo criminale contro Ceciliano, e per giunta hanno sparso la menzogna d'aver fatto condannare Ceciliano ... In qual modo poi nella stessa conferenza, essi fossero battuti su tutta la linea, lo affermano i verbali relativi.

AGOSTINO, Lettera 185, 2, 6 a Bonifacio de correctione Donatistarum

 

Sant'Agostino iniziò la sua vittoriosa campagna contro il donatismo poco dopo essere stato ordinato sacerdote nel 391. Il suo famoso salmo o Abecedarium contro i donatisti fu composto espressamente per far conoscere al popolo le argomentazioni di Sant'Ottato. In esso Agostino dimostrava che la setta era stata fondata da traditores, condannata dal papa e dal sinodo, era separata dal resto del mondo ed era causa di divisioni, violenza e spargimenti di sangue; la vera Chiesa è l'unica Vite i cui rami sono su tutta la terra. Dopo che Sant'Agostino divenne vescovo, nel 395, ebbe modo di dialogare con alcuni dei leader donatisti, anche se non con il suo rivale diretto ad Ippona.

Nel 400 scrisse tre libri contro una lettera di Parmeniano, confutando le sue calunnie e le sue argomentazioni sulle Scritture. Più importanti, però, furono i sette libri sul battesimo, in cui, sviluppando quanto affermato da Sant'Ottato, affermava che l'effetto del sacramento è indipendente dalla santità del ministro. Il principale controversialista donatista di qui tempi era Petiliano, vescovo di Costantina, un successore del traditor Silvano. Sant'Agostino scrisse due libri in risposta ad una sua lettera contro la Chiesa, aggiungendone un terzo per rispondere ad un'altra lettera in cui egli stesso veniva attaccato da Petiliano. Prima di quest'ultimo libro pubblicò il De Unitate Ecclesiae (circa 403). A queste opere devono essere aggiunti alcuni sermoni ed alcune lettere che sono dei veri e propri trattati.

La storia delle lotte di Agostino con i Donatisti è anche quella del suo cambio di opinione sull'utilizzo di misure rigide contro gli eretici. Anche la Chiesa d'Africa, dei cui concili era stato l'anima, lo seguì in questo cambio. Agostino, inizialmente, tentò di ritrovare l'unità attraverso conferenze e controversie amichevoli. Nei concili africani ispirò varie misure conciliatrici, spedì ambasciatori presso i Donatisti per invitarli a rientrare nella Chiesa o, almeno, esortarli ad inviare deputati ad una conferenza (403). I Donatisti accolsero questi inviti dapprima col silenzio, poi con insulti ed infine con tale violenza che Possidio, vescovo di Calamet e amico di Agostino, sfuggì alla morte per puro caso, il vescovo di Bagaïa fu lasciato ricoperto di orribili ferite e la vita del vescovo di Ippona subì vari attentati. Questa violenza dei Circoncellioni richiese una dura repressione, ed Agostino, apprendendo delle molte conversioni che ne seguirono, da allora approvò l'impiego di leggi rigide, pur non volendo mai che l'eresia fosse punibile con la morte.

 

Quando i vescovi cattolici e quelli del partito di Donato, per ordine dell'imperatore, si riunirono alla presenza del tribuno e notaio Marcellino, che agiva in veste di giudice moderatore, per dibattere in contraddittorio fra loro, fu stesa una redazione degli Atti assai prolissa, che si sarebbe potuta fare con maggiore sinteticità. Il fatto è che coloro che erano consapevoli di non difendere una causa giusta, prima fecero tutto il possibile perché la conferenza non avesse luogo e la questione non fosse trattata affatto; ma poiché il loro disegno fallì, si adoperarono perché la stesura degli atti risultasse farraginosa e di non facile lettura. Mi è sembrato perciò opportuno raccogliere il tutto in questa esposizione sintetica, adottando l'identica numerazione degli atti ufficiali, perché ciascuno possa trovare agevolmente ciò che gli interessa. Lettura dell'ordinanza imperiale sulla conferenza.

AGOSTINO, Sommario della Conferenza con i Donatisti 1, 1