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PITTORI: Luini Bernardino

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

LUINI BERNARDINO

1522

Bobbio, Museo dell'Abbazia di S. Colombano

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

La tavola che raffigura sant'Agostino costituisce uno scomparto di polittico. Questo elemento pittorico misura 143 cm in altezza e 110 in larghezza.

L'opera è conservata a Bobbio nel Museo dell'Abbazia di S. Colombano che sorge accanto all'Abbazia. Fondato il 3 settembre 1963 ospita reperti che coprono l'epoca che va dai primi secoli dell'era cristiana al XVI secolo, suddivisi in dieci sezioni, di cui le ultime come pinacoteca. È collocato nei locali che anticamente ospitavano lo scriptorium e la sua biblioteca.

In precedenza la tavola era conservata, sempre a Bobbio, nella Cattedrale di S. Maria Assunta, che sorge nel centro del tessuto urbano della cittadina e che si formò poco per volta attorno alla vasta area fra l'abbazia di San Colombano e la piazza del Duomo: si tratta del borgo medioevale detto "borgo intrinseco", l'odierno centro storico, che conservò l'originale denominazione di Bobium, dal nome di un torrente vicino.

La sede vescovile di Bobbio nacque nel 1014 per opera dell'abate e poi vescovo Pietroaldo (999-1017), che risiedeva nell'abbazia.

La tavola di Luini ci presenta un energico e bel sant'Agostino con le braccia aperte. Con la mano destra impugna il bastone pastorale, mentre con la sinistra regge un voluminoso libro chiuso. In testa questo sant'Agostino, dall'aspetto ancora giovanile, porta una bianca mitra. Il viso del santo ha, come spesso accade nella sua iconografia, una foltissima barba che copre il mento fino al petto.

 

 

Bernardino Luini

Il suo vero cognome era de Scapis. Nacque verso il 1480 a Runo nel retroterra di Luino sul Lago Maggiore, figlio di Giovanni Donato di Bernardo de Scapis detto "Monlone". Fino al 1489 risedette a Dumenza, lavorando i campi. Bernardino arrivò a Milano con il padre nel 1500 ed è residente nella parrocchia di San Carpoforo. Lomazzo lo ritiene allievo del pittore Giovan Stefano Scotti, figlio di Gottardo Scotti attivo nel Duomo di Milano tra il 1485 e il 1520. Verso il 1520 sposò Margherita Lomazzo da cui ebbe quattro figli: Tobia, Evangelista, Giovan Pietro e Aurelio, questi ultimi due pittori. Compì la sua prima formazione artistica forse a Treviso dal 1504 al 1507, come è stato dedotto proprio dalla pala della Madonna col Bambino tra i santi Agostino, Margherita e due angeli proveniente dalla collezione Manfrin di Venezia, firmata Bernardinus Mediolanensis faciebat, che dimostra affinità stilistiche con la pittura di Gerolamo Dai Libri. Tale influenza si può avvertire anche nella Santa martire del 1510. A Treviso potrebbero averlo condotto i rapporti con lo scultore Pietro Lombardo da Carona, che lavorò al Duomo tra il 1485 e il 1506.

Rientrato a Milano dal Veneto nel 1509, si stabilì definitivamente in Lombardia dove iniziò una vastissima produzione di opere soprattutto a carattere religioso. Le richieste dei committenti lo portarono in giro per l'Italia . Si era fatto conoscere a Milano per la sua bravura nell'esprimere i soggetti religiosi e naturalmente la fama gli procurò nuove commesse. Fu senz'altro a Roma e Firenze dove ebbe modo di conoscere le opere di Raffaello, di cui coniugò alcuni elementi stilistici con moduli lombardi. Morì a Milano nel 1532.