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PITTORI: RIVA GIUSEPPE

Battesimo di sant'Agostino

Battesimo di sant'Agostino

 

 

RIVA GIUSEPPE

1900-1910

Almenno san Bartolomeo, chiesa di S. Bartolomeo Apostolo

 

Battesimo di sant'Agostino

 

 

 

Giuseppe Riva all'inizio del XX secolo dipinge questo Battesimo di Sant'Agostino con la tecnica olio su tela con misure di cm 154x105.

L'opera non fa parte di un ciclo specifico ed è conservata ad Almenno san Bartolomeo nella chiesa di san Bartolomeo Apostolo.

La scena si svolge all'interno di un Battistero: Agostino, nel mezzo del fonte battesimale, riceve sulla testa l'acqua da sant'Ambrogio, mentre in alto la colomba dello Spirito Santo invia un raggio di luce sopra i due. Ambrogio è ritto in piedi con un'aureola luminosa che gli cinge il capo, Agostino al contrario abbozza un inchino. Intorno ai due si stagliano vari chierici che assistono alla scena. In primo piano sulla sinistra si propone prepotentemente la figura di santa Monica, vestita come una suora agostiniana, che finalmente vede coronato il suo desiderio sapere che suo figlio si è fatto cristiano.

 

 

Dopo qualche settimana ancora d'insegnamento di retorica, Agostino lasciò tutto, ritirandosi insieme alla madre, il figlio ed alcuni amici, ad una trentina di km. da Milano, a Cassiciaco, l'attuale Cassago Brianza, in meditazione e in conversazioni filosofiche e spirituali; volle sempre presente la madre, perché partecipasse con le sue parole sapienti. Nella Quaresima del 386 ritornarono a Milano per una preparazione specifica al Battesimo, che Agostino seguì con il figlio Adeodato e l'amico Alipio. Il giorno di Pasqua Agostino ricevette il battesimo insieme all'amico Alipio che era stato convertito dalle prediche di S. Ambrogio, e ad Adeodato, figlio dello stesso Agostino, natogli mentre era ancora filosofo pagano. Allora S. Ambrogio secondo quello che lui stesso dice, gridò: Te Deum laudamus. S. Agostino seguitò: Te Dominum confitemur.

 

Giunto il momento in cui dovevo dare il mio nome per il battesimo, lasciammo la campagna e facemmo ritorno a Milano. Alipio volle rinascere anch'egli in te con me. Era già rivestito dell'umiltà conveniente ai tuoi sacramenti e dominava così saldamente il proprio corpo, da calpestare il suolo italico ghiacciato a piedi nudi, il che richiede un coraggio non comune. Prendemmo con noi anche il giovane Adeodato, nato dalla mia carne e frutto del mio peccato. Tu l'avevi ben fatto. Era appena quindicenne e superava per intelligenza molti importanti e dotti personaggi.

AGOSTINO, Confessioni 9, 6, 14