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PITTORI: Bernardino di Betto

Incoronazione della Vergine con i Dottori della Chiesa e gli Evangelisti

Incoronazione della Vergine con i Dottori della Chiesa e gli Evangelisti

 

 

BERNARDINO DI BETTO

1493

Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica ms. Vat. lat. 2260

 

Incoronazione della Vergine con i Dottori della Chiesa e gli Evangelisti

 

 

 

Questa notevole miniatura illustra il frontespizio con dedica del codice a commento del Decretum di Graziano, che venne redatto da Giovanni Antonio Sangiorgio. Nato a Piacenza nel 1441, Sangiorgio era un canonista, che fu Uditore di Rota al tempo di Sisto IV e divenne cardinale nel 1493 nominato da Alessandro VI. Il codice era dedicato a papa Borgia, il cui ritratto compare nel frontespizio assieme allo stemma papale. Nella parte bassa della pagina compare papa Gregorio Magno nella sua dignità pontificale all'interno della lettera H(umane imbecillitatis). Nella parte alta del foglio, nel riquadro principale, è miniata la scena della Incoronazione della Vergine da parte di Iddio Padre con la colomba dello Spirito santo in mezzo. Ai quattro lati  sono disposti i quattro Dottori della Chiesa alternati dagli Evangelisti con i loro simboli.

Agostino è raffigurato al centro nel registro inferiore del quadrato ed è distinguibile da sant'Ambrogio, che indossa un piviale rosso ed agita uno staffile. Agostino, come gli altri Dottori della Chiesa e gli Evangelisti è raffigurato a mezzo busto. Indossa un piviale azzurro e porta in testa una mitra bianca con una semplice decorazione. Ha il volto di una persona matura con una foltissima e lunga barba bianca. Con la mano destra sta intingendo uno stilo in un calamaio mentre la mano sinistra è distesa su un libro aperto. La scena vuole mettere in evidenza la straordinaria capacità di Agostino di scrivere libri a favore della dottrina cattolica.

Nel suo complesso la pagina ha come tema centrale la celebrazione della Vergine e la sua incoronazione: le scritte ai lati del riquadro sono tratte dal Cantico dei Cantici ed hanno lo scopo di esaltare la sua figura. L'eccezionalità della miniatura e la complessità dell'impianto decorativo hanno indotto gli studiosi ad attribuire l sua esecuzione direttamente a Pinturicchio, abbandonando l'ipotesi di Bartolomeo Caporali.

Quest'opera venne date alle stampe a Roma nel 1493 da Andreas Freitag e alla pagina 37v esiste una copia xilografica della decorazione originale che apre il manoscritto. La riproduzione tuttavia risulta semplificata e con qualche modifica: ad esempio ad incoronare la Vergine c'è il Cristo che ha sostituito Iddio Padre.

 

 

Bernardino di Betto (1454-1513), detto il Pinturicchio, o anche Sordicchio, per una certa sua sordità, è nativo di Perugia. Forse fu allievo di Fiorenzo di Lorenzo e, ancora giovanissimo, diventa collaboratore del Perugino, di pochi anni più anziano di lui, con il quale lavora nel 1473 alla decorazione di due riquadri degli sportelli del Gonfalone di San Bernardino. Nel 1502 si trasferisce a Siena, dove lavora alle Storie di Pio II nella Biblioteca Piccolomini, annessa al Duomo, ultima sua impresa pittorica prima della morte.