Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Trecento: Spinello Aretino

PITTORI: Spinello Aretino

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

SPINELLO ARETINO

1385

Cambridge, Fogg Art Museum

 

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

La figura di Agostino si interpone fra due scene che narrano rispettivamente, a sinistra, i Funerali di San Benedetto e, a destra, la Decapitazione di Santa Lucilla.

La tavola misura complessivamente tavola cm 225 × 92 e deriva dallo smembramento del Polittico della Abbazia di Monte Oliveto Maggiore nel comune di Asciano. Attualmente l'opera è conservata presso l'Harvard Art Museums Fogg Museum e Cambridge nel Massachusetts, ma in precedenza appartenne alla Collezione J. A. Ramboux (Colonia).

Dipinto a tempera su tavola il pannello presenta architetture a carattere goticheggiante. Nella colonna centrale si presenta con evidenza la figura di Agostino, il cui nome è dipinto in basso. Il santo è presentato a figura intera nelle sua vesti episcopali con in testa la mitra e nella mano destra un esile bastone pastorale. Nella mano sinistra regge un libro. Attorno al capo, ingentilito dalla presenza di una folta e ordinata barba, si sviluppa l'aureola dei santi. Sotto il piviale è ben evidente la presenza della tonaca nera dei monaci agostiniani.

 

 

Spinello Aretino

Il padre Luca, originario di Capolona, orefice raffinato, si trasferì con la famiglia ad Arezzo dove Spinello iniziò ad esercitarsi alla pittura frequentando la bottega dell'anziano Andrea di Nerio. Spinello era nato a Capulona verso il 1450 e di lui abbiamo varie notizie grazie a Giorgio Vasari, che così presenta il giovane Spinello: «... tanto inclinato da natura all'essere pittore, che quasi senza maestro, essendo ancor fanciullo, seppe quello che molti esercitati, sotto la disciplina d'ottimi maestri, non sanno».

A Firenze lavorò con il suo maestro nella chiesa del Carmine e in quella di Santa Maria Novella. Tra il 1360 ed il 1384 fu attivo specialmente ad Arezzo, che abbandonò dopo il sacco della città, tornando a Firenze. Qui dipinse le Storie di san Benedetto nella sagrestia di San Miniato al Monte a Firenze (1387-1388). Al 1390 circa risale il Matrimonio mistico di Santa Caterina d'Alessandria tra santi nella basilica di Santa Trinità a Firenze, mentre negli anni 1391-1392 dipinse sei affreschi sul muro sud del Camposanto di Pisa con i Miracoli dei Santi Potito ed Efisio. La narrazione delle storie di papa Alessandro III, nel Palazzo Pubblico di Siena (1407-1408) manifesta una vivace qualità narrativa espressione della maturità artistica raggiunta nell'ultimo periodo della sua carriera. In tutte le sue opere Spinello rimase fedele al medesimo ideale artistico. Vasari ricorda che, alla sua morte, che lo colse nel 1410, «In Santo Agostino d'Arezzo gli fu dato sepoltura, dove ancora oggi si vede una lapida con un'arme fatta a suo capriccio, dentrovi uno spinoso». L'epitaffio recita: «SPINELLO ARRETINO PATRI OPT PICTORIQVE SVAE AETATIS NOBILISS CVIVS OPERA ET IPSI ET PATRIAE MAXIMO ORNAMENTO FVERVNT PII FILII NON SINE LACRIMIS POSS