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PITTORI: Spinello Aretino

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

SPINELLO ARETINO

1396-1399

Firenze, chiesa S. Michele Visdomini

 

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Il dipinto si trova in una vela e raffigura sant'Agostino assieme agli altri Dottori della Chiesa. L'affrescatura è stata eseguita verso la fine del Trecento e l'immagine misura circa 378 cm.  Il santo è raffigurato seduto in trono con nella mano sinistra un grande libro aperto con alcune scritte. Agostino con la mano destra impugna uno stilo. Il testa porta la mitra, segno della sua dignità episcopale e sotto un verde piviale si nota apertamente la presenza della nera tunica propria dei monaci agostiniani. Si tratta di una tipica connotazione del santo per evidenziare la stretta connessione fra l'Ordine agostiniano e Agostino ritenuto il padre fondatore dell'ordine stesso.

Nella medesima chiesa è collocata una sinopia di san Zenobi in trono con i propri diaconi Eugenio e Crescenzio nella lunetta soprastante la scena del Miracolo di San Zenobi che resuscita il bambino investito da un carro. Come le altre sinopie della cappella in San Michele Visdomini, in origine dedicata ai Santi Zanobi e Bartolomeo, è stata attribuita a Spinello Aretino. Rispetto alle altre sinopie e resti di affreschi della cappella si nota una stesura più posata che tende ad una raffigurazione dettagliata, maggiormente rivolta all'esecuzione definitiva.

 

 

Spinello Aretino

Il padre Luca, originario di Capolona, orefice raffinato, si trasferì con la famiglia ad Arezzo dove Spinello iniziò ad esercitarsi alla pittura frequentando la bottega dell'anziano Andrea di Nerio. Spinello era nato a Capulona verso il 1450 e di lui abbiamo varie notizie grazie a Giorgio Vasari, che così presenta il giovane Spinello: «... tanto inclinato da natura all'essere pittore, che quasi senza maestro, essendo ancor fanciullo, seppe quello che molti esercitati, sotto la disciplina d'ottimi maestri, non sanno».

A Firenze lavorò con il suo maestro nella chiesa del Carmine e in quella di Santa Maria Novella. Tra il 1360 ed il 1384 fu attivo specialmente ad Arezzo, che abbandonò dopo il sacco della città, tornando a Firenze. Qui dipinse le Storie di san Benedetto nella sagrestia di San Miniato al Monte a Firenze (1387-1388). Al 1390 circa risale il Matrimonio mistico di Santa Caterina d'Alessandria tra santi nella basilica di Santa Trinità a Firenze, mentre negli anni 1391-1392 dipinse sei affreschi sul muro sud del Camposanto di Pisa con i Miracoli dei Santi Potito ed Efisio. La narrazione delle storie di papa Alessandro III, nel Palazzo Pubblico di Siena (1407-1408) manifesta una vivace qualità narrativa espressione della maturità artistica raggiunta nell'ultimo periodo della sua carriera. In tutte le sue opere Spinello rimase fedele al medesimo ideale artistico. Vasari ricorda che, alla sua morte, che lo colse nel 1410, «In Santo Agostino d'Arezzo gli fu dato sepoltura, dove ancora oggi si vede una lapida con un'arme fatta a suo capriccio, dentrovi uno spinoso». L'epitaffio recita: «SPINELLO ARRETINO PATRI OPT PICTORIQVE SVAE AETATIS NOBILISS CVIVS OPERA ET IPSI ET PATRIAE MAXIMO ORNAMENTO FVERVNT PII FILII NON SINE LACRIMIS POSS