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Lubin: Orbis Augustinianus sive conventuum ordinis eremitarum

Stampa di Lubin: mappa dei conventi agostiniani di Monte Ortone

Provincia della Marca Tarvisina o Congregazione di Monte Ortone

 

 

ORBIS AUGUSTINIANUS

Sive CONVENTUUM ORDINIS EREMITARUM SANCTI AUGUSTINI

Chorographica et Topographica descriptio

Autore R. ADM. P. AUGUSTINO LUBIN

totius eiusdem Ordinis Chorographo ac Christianissimi Galliarum regis Corographo ordinario.

Parisii Apud PETRUM BAUDOVYN propre Magnum Conventum Sancti Augustini

sub insigne Divi Augustini

1659

 

 

 

 

PROVINCIA MARCHIAE TARVISINAE

alias VENETIARUM et CONGREGATIO MONTIS ORTHONI

Ordinis Eremitarum sancti Augustini

 

 

 

 

Chiosanus (Chioggia)

Citadellensis

Concordiensis

Feltrensis

Latisanensis (Latisana)

Lorediensis

Mirandulanus

Patavinus Generalis (Padova)

Polensis (Pola)

Polesettentis

Rodigiensis (Rovigo)

Saciliensis (Sacile)

Spilimburgensis

Trevisanus Generalis (Treviso)

Tridentinus Generalis (Trento)

Udinensis (Udine)

Ulmiensis

Veneti duo: Sancti Stephani Generalis et Sanctae Pacis

Venzonensis

Veronensis Generalis (Verona)

Vicentinus (Vicenza)

 

 

 

 

 

 

Conosciuta propriamente come provincia della Marca di Treviso, popolarmente fu chiamata anche provincia di Venezia o provincia Veneta. Nel Cinquecento possedeva undici conventi e 140 frati. I governanti della Signoria di Venezia si intrometteranno spesso nel governo della provincia mettendo in difficoltà gli agostiniani veneziani nei loro rapporti con con la Curia Generale. La Provincia venne profondamente riformata nel 1543-1544 dal priore generale Girolamo Seripando (1539-1551).

Tra i membri della Provincia si distinsero in particolare il filosofo Guglielmo Doroteo (+ ca. 1583), lo storico Onofrio Panvinio (+ 1568), il teologo Ambrogio Quistelli (ca. 1485-1549) e il letterato Arcangelo Ricci. La provincia Veneta non subì contraccolpi dalle soppressioni innocenziane del 1652 poiché intervenne l'opposizione del potere politico veneziano alle decisioni pontificie. Intorno al 1660 esistevano 18 conventi con circa 200 religiosi. Alla fine di quel secolo la Provincia godeva di un buon livello di osservanza dovuto soprattutto allo sforzo del priore provinciale Padre Bonaventura Salomeno. Nel corso del Settecento si mantenne una situazione positiva, tuttavia a partire dal 1770, il governo della Signoria, avviò una politica anticlericale che creò problemi soprattutto agli ordini mendicanti.

Il governo veneto infatti si intromise nei capitoli provinciali, nella nomina dei superiori e riorganizzò i conventi attivi nel suo territorio. Come effetto di questi provvedimenti nel 1780 nella provincia Veneta rimanevano aperti solo quattro conventi, quello di S. Stefano di Venezia e quelli di Padova, Verona e Treviso. Quando la Repubblica Veneta fu occupata dagli eserciti rivoluzionari francesi, un decreto del Viceré d'Italia del 28 luglio del 1806 ordinò la chiusura dei conventi agostiniani ancora esistenti ponendo fine alla vita della provincia veneta.