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Giulio Belotti: L'educazione in sant'Agostino

 Milano: Agostino illuminato dalla grazia divina

Milano: Agostino illuminato dalla grazia divina

 

 

 

CONCLUSIONI

di Giulio Belotti

 

 

Sviluppare un tema vasto e impegnativo come quello del presente studio, non è stato un lavoro né facile né semplice. Non è stato facile, perché quella del santo Dottore è una personalità veramente eccezionale nella storia del pensiero filosofico; la sua dottrina è complessa e non la si può comprendere e valutare se non la si studia tutta quanta, almeno nelle sue caratteristiche linee generali. Così, per parlare di Sant'Agostino pedagogista ed educatore, abbiamo dovuto, sia pure in una rapida sintesi, tratteggiare i caratteri generali della sua filosofia, e ciò abbiamo ritenuto tanto più necessario, in quanto la pedagogia di Sant'Agostino è tutta fondata su un grande principio: scopo dell'educazione è guidare l'uomo a Dio, Verità, aiutandolo in tal modo a conseguire la beatitudine che si identifica con la sola sua vera felicità. E, per quanto ci è stato possibile, ciò abbiamo fatto inserendo il suo pensiero in una vasta biografia ideale, il che ci ha permesso anche di valorizzare adeguatamente l'aureo libro delle Confessioni, questo monumento altissimo di psicologia, ricco di tanti spunti di critica all'educazione pagana, ed esempio pratico di quell'ascesa spirituale che l'uomo deve compiere, come Agostino ha compiuto, dalla terra al cielo, dall'umano al divino.

Nelle conclusioni all'opera: « Introduction a l'étude de Saint Augustin », il Gilson, dopo aver detto che è assai difficile « exposer selon l'ordre linéaire » la dottrina agostiniana, riconosce che « le mal contre lequel lutte désespérement l'augustinien, c'est que, pour s'expliquer, il lui faut commencer par ce qui pourrait aussi bien être la fin et que pour définir un point quelconque de sa doctrine, il lui faut absolument l'exposer tout entière » (E. GILSON, Introduction a l'étude de Saint Augustin, pag. 311). Se quel che dice il Gilson è vero in qualunque senso, e da qualunque punto di vista s'osservi la grande figura del santo Dottore, maggiormente vero è nel caso nostro che ci porta a vedere in Sant'Agostino l'educatore-filosofo, che il suo genio speculativo pone al servizio del più alto ideale umano: il conseguimento della beatitudine. Noi speriamo di non aver tralasciato di considerare alcuno dei multiformi aspetti della poliedrica personalità d'Agostino, aspetti che abbiamo rapportato sempre al nostro "centro d'interesse", l'educazione. Abbiamo anzitutto accennato a lui - nell'Introduzione - in quanto figlio del suo tempo, di quel secolo IV così denso d'avvenimenti decisivi per la storia del Cristianesimo, secolo in cui egli fu chiamato a salvare la civiltà classica; lo abbiamo visto, poi, attraverso l'accennata ampia biografia ideale, nella famiglia e nella scuola pagana, quindi nella tormentata ascesi verso la Verità, nella sua conversione alla filosofia prima, e al Cristianesimo integrale, poi. Integrale, abbiamo detto, ché per Sant'Agostino la conversione al Cristianesimo ha rappresentato non solo l'adesione totale alla fede, ma altresì il rinnovamento interiore e della prassi di vita, quindi ha voluto dire rinuncia ai piaceri effimeri e apparenti - quelli terreni - per un più alto e totale godimento della beatitudine. Donde, lo "studium sapientiae", donde, i precetti morali impartitici nelle sue opere, che noi abbiamo descritti e analizzati.

Dal pedagogo pagano all'educatore cristiano, dal maestro d'un mondo senza un vero ideale che ricorre alla forza, all'educatore nel più alto significato della parola che fonda sull'amore il suo magistero e che alla classica ferula contrappone l'ammonimento, ecco un altro argomento del massimo interesse, esaminato lungo tutto il lavoro e particolarmente nel Capitolo II. È una pedagogia nuova, nella quale il magistero divino si sostituisce - pur senza eliminarne l'azione coadiuvante - al magistero umano. E, infine, sulla scorta dei precetti da lui impartiti - nelle varie opere riguardanti l'educazione, ci è apparsa la funzione nuova delle arti liberali, funzione non più soltanto strumentale (come ai tempi di Cicerone e fino a Sant'Agostino), ma soprattutto, anzi, essenzialmente, formativa. Non vogliamo qui ripetere quanto diffusamente abbiamo detto più volte nel corso della trattazione. Ci basta riaffermare e tornare a sottolineare che l'educazione in Sant'Agostino assurge alla massima importanza per aver egli posto un fine superiore alla vita dell'uomo, per aver chiamato la scuola a convergere le sue forze educative a questo scopo.

Alla formazione dell'oratore "vir bonus dicendi peritus", egli ha sostituito la formazione del cristiano. Così, sulla scorta della sua personale esperienza, il santo Vescovo d'Ippona detta le regole, valide per tutti e per ognuno. seguendo le quali certamente l'uomo raggiungerà quella beatitudine che s'identifica con la Verità, con Dio, unica fonte della nostra felicità. Se è vana la filosofia che non mira alla conoscenza di Dio, se la scienza è inutile quand'è insubordinata allo "studium sapientiae", se il problema di Sant'Agostino è costituito dal binomio "Dio e anima", se "inquieto è il cuor nostro se non riposa in Dio", è facile capire l'enorme importanza che Agostino dà all'autoeducazione dell'uomo, che nella Verità innata deve ascoltare, con l'aiuto del maestro umano, la voce del Maestro interiore, ed è facile anche concludere che non immeritato è il titolo di «Dottore dei Dottori », di primo filosofo cristiano, attribuito a questo grande Maestro dell'educazione, che dal secolo IV ad oggi irradia luce perennemente splendente sulle anime anelanti al riposo in Dio.