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CICLo AGOSTINIANo nel Chiostro di Mondolfo

Il miracolo dei ceri

Il miracolo dei ceri

 

 

MAESTRO DI MONDOLFO

1650-1670

Chiostro del convento agostiniano di Mondolfo

 

Il miracolo dei ceri a Valenza

 

 

 

Purtroppo manca la legenda esplicativa del dipinto della lunetta, tuttavia il soggetto è facilmente identificabile in un noto miracolo che venne attribuito ad Agostino. La scena si sviluppa in due episodi distinti e concomitanti: a destra si può vedere la statua del vescovo Agostino uscire da una chiesa per essere portata in processione per le vie della città. Numerosi fedeli e frati agostiniani la circondano. Questi ultimi sono riconoscibili perchè indossano la tunica nera tipica degli agostiniani. La medesima statua è stata rivestita con il saio nero a significare che Agostino è il vero fondatore dell'ordine che segue la sua regola. In primo piano a sinistra, nella seconda scena osserviamo due laici che controllano il miracolo dei ceri che non si consumano nella bottega di un artigiano, che con il garzone pesa i ceri avanzati che non si sono consumati e vengono deposti in una grande cesta.

 

Il fatto viene descritto nel Regestum Reverendissimi Petrochini, 17 gennaio 1589 edito da Andrès Llorden, Los Agustinos en la Universida de Sevilla, 1951. Si tratta di una leggenda spagnola secondo cui durante una processione a Valenza presso Almagro, i ceri usati nella festività di Agostino non si consumarono né variò il loro valore. Il miracolo fu interpretato come esempio della forza imperitura della sua dottrina come luce delle genti.

ANDRES LLORDEN, Regestum Reverendissimi Petrochini

 

La struttura della scena riprende apertamente l'analoga stampa che fu pubblicata a Parigi da Bolswert nel 1624. In quest'ultima stampa viene spiegato il miracolo con questa parole: Annuum miraculum Valentiolae prope Almagrum in Hispania quo cerei plures D. Augustini festo die accensi, ponderis diminuti iacturam non sentiunt, ut indeficiens doctrinae lumen intelligas.