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Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Seicento > Italia > MondolfoCICLo AGOSTINIANo nel Chiostro di Mondolfo
Il miracolo delle locuste a Toledo
MAESTRO DI MONDOLFO
1650-1670
Chiostro del convento agostiniano di Mondolfo
Il miracolo delle locuste a Toledo
L'episodio descritto nella lunetta illustra un miracolo che venne attribuito ad Agostino in terra di Spagna. Questo miracolo postumo sarebbe avvenuto nel 1268 quando le locuste avrebbero affamato e minacciato Toledo. Davanti al popolo implorante Agostino sarebbe apparso in cielo costringendo le locuste a buttarsi fra le acque del Tago. Il vescovo di Toledo, i chierici e le autorità civili sono inginocchiate in preghiera al cospetto del santo che si affaccia da una nuvola nei suoi paramenti episcopali.
Il santo indossa la tonaca nera dei monaci agostiniani sotto il piviale episcopale. La scena riprende integralmente una analoga stampa che Bolswert incise a Parigi nel 1624. Di fronte ad una ampia radura che si affaccia sul mare si sono radunati i fedeli di Toledo per invocare l'intervento del santo. Di questo miracolo sono note diverse testimonianze e citazioni storiche. Ne parla Abrahamus Bzovius nei suoi Annales ecclesiastici ad annum 1268: "Contra locustarum vastationem in Hispania crebro invocatus opem fert: Toleti inprimis clero populoque ad id supplicationibus intento, visus est eremitico habitu indutus brutum agmen in Tagi profluentem demergere." ABRAHAMUS BZOVIUS, Annales ecclesiastici ad annum 1268.
Si trova un accenno allo stesso miracolo anche nell'opera di Luigi Torelli, Secoli Agostiniani, Bologna 1659. Acta sanctorum, agosto, t. VI: 12 - Fece anche in quest'Anno medesimo, come comunemente riferiscono Abramo Bzovio (1567 – 1637), il Marquez, Lodovico de Angelis, il Lancilotto, il Romano, l'Errera, et altri, un beneficio miracoloso all'insigne Città di Toledo, il nostro glorioso Padre S. Agostino, e fu in questa maniera. Eransi in quest'Anno procreate nelle vaste Campagne di questa Roma di Spagna, in numero così innumerabile, le Locuste, che minacciavano non solo di distruggere ben presto le biade, et affamare il Paese, ma di riempirlo ancora d'un horrida peste, perochè que' portentosi Animalucci, doppo che havevano ben ben mangiato, poco doppo crepavano, e putrefacendosi, in un momento cagionavano un fettore intollerabile, il che era manifesto inditio di doversi ben tosto appestare quel nobile Paese. Per la qual cosa i Toletani, come che gran divotione havevano al nostro Santo Padre, così pensarono d'implorare il suo Celeste aiuto, come fecero, facendo Voto se li liberava da quell'imminente pericolo di gire ogn'Anno processionalmente alla sua Chiesa, a rendere le dovute gratie a Dio, et a lui, per un così segnalato beneficio; né furono vane le preghiere, et i voti, perochè di repente fu da tutto il Popolo veduto il Santo Dottore in habito di Eremitano, con il Piviale però, il Baculo, e la Mitra, comparire in aria, e con virtù di Paradiso, fece che tutti que' brutti Animali gissero a precipitarsi nel Tago vicino; dal qual beneficio singolare soprafatti i Toletani, come raddoppiarono la loro divotione, e pietà verso di così gran Patriarca, così cominciarono a soddisfare al Voto fatto, e l'hanno poi sempre proseguito fino al giorno d'hoggi; e F. Lodovico de gli Angeli, dice, che in un antico Libro in pergameno, della S. Chiesa di Toledo, vi si legge questa nota: Hac die est nobis obligatio faciendi Processionem usque ad Monasterium S. Augustini, ex Voto facto pro Locusta.
Sullo stesso argomento si Cfr. Rubio Alvarez, Devociòn popular a San Agustin en Andalucia en tiempos pasados, in Archivio Hispalense, XXX, 1959, 1-11.