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CICLo AGOSTINIANo nel Chiostro di Mondolfo

Agostino in visita agli eremiti del monte Pisano e il bambino in riva al mare

Agostino in visita agli eremiti del monte Pisano e il bambino in riva al mare

 

 

MAESTRO DI MONDOLFO

1650-1670

Chiostro del convento agostiniano di Mondolfo

 

Agostino in visita agli eremiti del monte Pisano e il bambino in riva al mare

 

 

 

Il dipinto nella lunetta riporta nella fascia inferiore la dicitura: D'UN NUME UNICO E TRINO AMPI VOLUMI MA CHE TERMINE IMPOSE AL RE ... CON PENNA D'ORO IN CENTO CELLE APPRESTA AL FIUME DI SUA PENNA IL CORSO.

 

La struttura dell'affresco ricorda il dipinto di san Gimignano, dove Gozzoli ha accostato la visita agli eremiti del Monte Pisano al suo incontro con il Bambino Gesù. La medesima scena fu poi riprese da Bolswert nelle sue stampe parigine seicentesche. Sulla destra in mezzo ad alberi rigogliosi Agostino con in testa un cappello sta conversando con due monaci. Tutti e tre indossano la tunica nera dei monaci agostiniani. In alto alla montagna si scorge l'eremo: a sinistra invece, alla foce di un torrente, Agostino avanza con un grosso libro sotto il braccio verso un bambino che gioca sulla spiaggia a versare l'acqua con una conchiglia.

 

L'episodio relativo al passaggio di Agostino dal monte Pisano descrive una leggenda medioevale ripresa principalmente dai testi di Giordano di Sassonia, nella sua Vita Sancti Augustini (ms. di Parigi, Arsenale, 251), e da Enrico di Friemar nel suo De origine et progressu Ordinis fratrum heremitarum.

Secondo quanto affermano questi testi sant'Agostino avrebbe soggiornato presso questo eremo e presso quello di Rupecava per un lungo periodo. In entrambi i casi avrebbe ammirato per lo spirito di queste comunità e le avrebbe prese come riferimento nello scrivere la regola per gli eremiti del suo ordine. Il Monte Pisano, noto anche con la forma plurale Monti Pisani (da non confondere con la denominazione omonima delle Colline pisane), è un sistema montuoso di modeste dimensioni, situato nella parte centro settentrionale della Toscana, e separa Pisa e Lucca. L'eremo o romitorio di Costa d'Acqua è uno dei più antichi eremi dei Monti Pisani ed è situato nei pressi di Calci. L'eremo fu prima dei Camaldolesi, poi degli Agostiniani di Pisa; è di piccole dimensioni, in stile romanico pisano, e presenta una sola navata, non ha abside.

Nel 1287 l'eremo passò agli Agostiniani del Romitorio di Agnano. Con un atto del 6 giugno, stipulato nel portico della chiesa di San Bernardo alla presenza di alcuni frati della Congregazione dei Camaldolesi, frate Salvi del Romitorio di Agnano costituisce Procuratori Generali dell'eremo fra' Giovanni di Cipriano, fra' Tommeo e fra' Michele.

Un documento del 1601 riporta che nella prima metà del 1100, san Guglielmo di Malavalle giunse all'eremo dopo aver vissuto presso l'Eremo di Santa Maria ad Martyres. San Guglielmo dimorò per diversi anni in una spelonca che si era costruito sul Monte Pruno, in penitenza e santità suscitando nei suoi compagni e discepoli grande ammirazione e devozione. Il borgo medievale di Cerasomma, deve probabilmente il nome alla cella dell'eremita Rustico ("Cella Somma" cella in alto, evolutosi in seguito in Cerasomma), ubicata presso l'antico romitorio agostiniano di S. Maria ad Martyres, chiamato anche "Lupocavo" o "Rupe Cava" nel quale secondo una leggenda locale avrebbero soggiornato S. Agostino e S. Guglielmo d'Aquitania.