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CICLo AGOSTINIANo di Giovan Pietro Da Cemmo a Cremona

Visita al cenobio del monaco Simpliciano, affresco nella Chiesa di S. Agostino a Cremona

Visita al cenobio del monaco Simpliciano

 

 

GIOVAN PIETRO DA CEMMO

1498-1504

Cappella del SS. Sacramento in S. Agostino a Cremona

 

Visita al cenobio del monaco Simpliciano

 

 

 

Questa scena ci propone la visita di Agostino a Simpliciano. I due sono uno di fronte all'altro: entrambi indossano il saio degli Eremitani. In primo piano c'è un paesaggio con rocce scoscese e in lontananza si vedono dei minuscoli monaci che camminano lungo un sentiero fino a una casa, che potrebbe essere il loro monastero. All'entrata del primo cenobio c'è un eremita con l'aureola in testa e una lunga barba, che dà qualche consiglio alzando le dita. Agostino, rivestito anch'egli con il saio dei monaci, ascolta con pazienza e con rispetto.

 

Feci dunque visita a Simpliciano, padre per la grazia, che aveva ricevuto da lui, del vescovo Ambrogio e amato da Ambrogio proprio come un padre.

AGOSTINO, Confessioni 8, 2, 3

 

Iddio gli ispirò di consultare in proposito Simpliciano, uomo divinamente illuminato, per esporgli ciò che passava nel suo cuore e domandargli un consiglio. Simpliciano lo consigliò e lo esortò; ed Agostino rimproverando se stesso disse:

- Ci sono tanti e tante giovani che nella chiesa di Dio servono il Signore non posso dunque io fare quello che fanno loro ? Gettati nelle braccia del Signore ed egli ti salverà. Intanto anche Vittorino si convertì. Era uomo che godeva tanta stima, tanto che, lui vivente, gli era stata eretta una statua a Roma, sulla pubblica piazza, ma Simpliciano gli diceva:

- Io non ti crederò fino a che non ti avrò visto in chiesa.

E Vittorino gli rispondeva: - Sono forse le mura che fanno il cristiano? Alla fine, toccato dal Signore, venne in chiesa, fece la professione di fede fra la gioia e le acclamazioni del popolo.

JACOPO da VARAGINE, Legenda Aurea

 

Nelle sue Confessioni Agostino dirà che il Signore stesso lo ha indirizzato al prete di Milano: "Ed ecco, Tu suggeristi alla mia mente l'idea di rivolgermi a Simpliciano, che si presentava come un fedele in cui risplendeva la Tua grazia". Preparato da Simpliciano, Agostino riceve il battesimo dal vescovo Ambrogio nel 387. Questo eccezionale catechista, forse romano di origine, è cristiano fin dalla giovinezza. Dopo anni di studi classici e di viaggi viene ordinato sacerdote, e diventa famoso quando converte al cristianesimo uno degli intellettuali più illustri del tempo: Caio Mario Vittorino. A Milano lo troviamo nel tempo in cui Ambrogio vi risiede ancora come governatore civile di quasi tutta l'alta Italia. E qui rimane per sempre, aiutando il vescovo Ambrogio con la sua preparazione teologica ed esegetica, e influendo col suo prestigio sull'ambiente culturale della città. Mantiene contatti epistolari con Agostino, poi vescovo di Ippona, che dall'Africa gli manda i suoi scritti, chiedendo giudizi e consigli. Il vescovo Ambrogio muore il 4 aprile 397, dopo aver indicato come successore proprio Simpliciano, ormai vicino agli ottant'anni. "È vecchio, ma buono", avrebbe detto Ambrogio morente, e così Simpliciano gli succede, per un episcopato di circa quattro anni, sul quale abbiamo poche notizie.