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CICLo AGOSTINIANo di GIULIO BEGNI A FANO

Agostino morto guarisce un priore e compie altri miracoli

Agostino morto guarisce un priore e compie altri miracoli

 

 

GIULIO CESARE BEGNI

1640

Chiostro del monastero agostiniano di Fano

 

Agostino morto guarisce un priore e compie altri miracoli

 

 

 

Tre miracoli sono raffigurati contemporaneamente in una sola immagine: nelle stampe di Bolswert la didascalia recita: "Ex morbo triennali affixus lecto Antistes quidam et in carcere sitibundus adolescens aliique quadraginta peregrini apparentis sibi Augustini experiuntur auxilium. Si tratta dei miracoli postumi raccontati nella Legenda Aurea.

In primo piano Agostino guarisce un priore, più discosto libera un giovane da una prigione e in fondo una turba di pellegrini si accalca davanti alla sua tomba dopo averli indirizzati e guariti.

 

Il custode di una chiesa molto devoto di S. Agostino, da tre anni era tanto che era costretto a stare a letto. Il giorno della vigilia della festa del Santo, mentre suonavano i vespri, si raccomandò a lui con molto fervore, ed il santo gli apparve vestito di bianco e gli disse: - Tu mi hai chiamato; eccomi; alzati e celebra con fervore sera in mio onore. Ed il malato perfettamente guarito si alzò e si recò in chiesa fra la meraviglia di tutti quelli che lo videro.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea

 

 

La seconda scena è visibile a metà dell'affresco: l'autore ha immaginato la scena ambientata in una architettura cittadina, con palazzi e torri: Agostino vestito da vescovo, con un'aureola raggiante sul capo dà la mano ad un prigioniero che sta uscendo da una porta.

Di fronte al buio dell'ambiente spicca la luminosità del santo che sembra dare vita a tutto quanto lo circonda. Una scalinata ampia e spaziosa porta all'ingresso dalla casa-torre da cui esce il prigioniero, che mostra un atteggiamento di riconoscimento nei confronti di Agostino. In lontananza si vede un gruppo di pellegrini che guardano il santo nella terza scena della stampa. Questa impostazione fu ripresa esattamente da Miguel de Santiago nel suo ciclo iconografico di Quito del 1656.

 

Alcuni Pavesi erano prigionieri del Duca di Malaspina, che rifiutava dare loro da bere per estorcere un forte riscatto. Alcuni erano già in agonia ed altri si sorreggevano bevendo dell'orina. Uno di loro molto giovane e che aveva per S. Agostino una devozione speciale ne implorò l'aiuto.

Verso mezzanotte il santo gli comparve, presolo per mano, lo condusse sulle rive del fiume, con delle foglie di vite bagnate nell'acqua gli temperò l'arsura.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea 

 

La terza scena, che completa la parte della triade di miracoli che sono stati descritti da Jacopo da Varagine nella sua Legenda Aurea e che sono stati ripresi da Bolswert, mostra Agostino che appare a dei pellegrini. Agostino vestito da vescovo e con in mano il suo bastone pastorale si erge alto sopra un gruppo di fedeli inginocchiati: sono pellegrini in viaggio per raggiungere Roma. Agostino è apparso loro e li invita a visitare la sua tomba a Pavia, dove riceveranno copiose grazie. L'episodio è narrato in diversi cicli iconografici Trecenteschi e Quattrocenteschi ed avrà un largo seguito nella pietà medioevale agostiniane tardo medioevale.

Una scena del tutto simile si ritrova anche a Quito, dove Miguel de Santiago dipinse una tela sullo stesso soggetto con le stesse modalità di esecuzione, forse perché aveva davanti una copia della stampa di Schelte.

 

Secondo una antica narrazione, nei pressi di Cava, oggi Cava Manara o Carbonara Ticino, presso Pavia, Agostino, uscendo da quella chiesa e incontratosi con un gruppo di pellegrini diretti a Roma, ha suggerito loro di recarsi nella basilica in Ciel d'Oro, dove avrebbero trovato guarigione alle loro infermità.

 

Verso il 912, alcuni uomini gravemente ammalati andavano a Roma dalla Germania e dalla Gallia, - erano più di quaranta, - per visitare le tombe Apostoli.

Alcuni si trascinavano su grucce, altri, completamente paralitici, si facevano portare, altri erano ciechi e camminavano portando i loro compagni servivano di guida. Passate le montagne giunsero ad un paese chiamato Cana, a tre miglia Pavia, ed allora apparve loro S. Agostino vestito di abiti pontificali, che usciva da una chiesa costruita in onore dei Santi Cosma e Damiano.

Il santo li salutò e domandò loro dove andassero, e quando ebbero risposto che andavano a Roma disse loro:

- Andate a Pavia e domandate dove è la chiesa di S. Pietro; e là otterrete la grazia che chiedete. Gli domandarono essi il suo nome ed egli rispose: Ed immediatamente disparve.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea