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CICLo AGOSTINIANo a NOVARA

La scena del Tolle lege nel giardino della acasa di Milano

La scena del Tolle lege a Milano

 

 

GIUSEPPE NUVOLONE

1655

Collegio Nazionale di Novara

 

La scena del tolle lege nel giardino di Milano

 

 

 

Nel primo quadrone, che racconta la Conversione, Agostino è un elegante insegnante di retorica intento allo studio nei giardini intorno a Milano. La sua giubba rosata con gli alamari segue la moda raffinata dei personaggi che ambiscono farsi ritrarre nella bottega dei Nuvolone.

Egli siede ai piedi di un frondoso albero di fico quando un angelo compare e lo invita, porgendogli un libro aperto su un passo, a leggere l'esortazione alla castità dalla lettera di san Paolo.

Nel fondo il pittore narra in contemporanea l'atto che precede la conversione, il tolle lege, e cioè l'appartarsi di Agostino e dell'amico Alipio nella silenziosa verzura, dove raffigura la chiesa-monastero, lo spazio dove gli agostiniani e le loro congregazioni praticano la vocazione riflessiva del fondatore.

 

 

Così parlavo e piangevo nell'amarezza sconfinata del mio cuore affranto. A un tratto dalla casa vicina mi giunge una voce, come di fanciullo o fanciulla, non so, che diceva cantando e ripetendo più volte: «Prendi e leggi, prendi e leggi». Mutai d'aspetto all'istante e cominciai a riflettere con la massima cura se fosse una cantilena usata in qualche gioco di ragazzi, ma non ricordavo affatto di averla udita da nessuna parte ... Tornai al luogo dove stava seduto Alipio e dove avevo lasciato il libro dell'Apostolo all'atto di alzarmi.

Lo afferrai, lo aprii e lessi tacito il primo versetto su cui mi caddero gli occhi. Diceva: « Non nelle crapule e nelle ebbrezze, non negli amplessi e nelle impudicizie, non nelle contese e nelle invidie, ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non assecondate la carne nelle sue concupiscenze... » Non volli leggere oltre né mi occorreva. Appena terminata infatti la lettura di questa frase, una luce, quasi, di certezza penetrò nel mio cuore e tutte le tenebre del dubbio si dissiparono.

AGOSTINO, Confessioni 8, 12, 29