Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Seicento > Erasmo Quellin

CICLo AGOSTINIANo di Erasmo Quellin a Bruges

Agostino lava i piedi al Cristo pellegrino, opera di Erasmo Quellin (1635)

Agostino lava i piedi al Cristo pellegrino

 

 

ERASMO QUELLIN

1666

Bruges, chiesa del Santo Salvatore

 

Agostino lava i piedi al Cristo pellegrino

 

 

 

L'opera è conservata nel deambulatorio destro del coro della chiesa di san Salvatore a Bruges. La cornice oltre a indicare l'autore in Quellin, data l'opera al 1666. La tela tratta un soggetto molto amato dai pittori del Seicento. Qui Erasmo Quellin non produce novità di rilievo per la iconografia agostiniana. Il Cristo è vestito di bruno, Agostino invece di nero, con il saio tipico degli eremitani. A sinistra il paesaggio, dove un monaco passeggia lontano fra gli alberi del bosco, non stimola alcun senso di vita.

Agostino è inginocchiato e tiene in mano il piede destro del pellegrino per lavarlo assieme all'altro che già sta in una bacinella piena d'acqua. Il Cristo guarda compiaciuto ciò che Agostino si appresta a compiere.

 

Questa leggenda mette in luce la carità di Agostino e divenne molto cara agli Eremitani ed ai Canonici. Secondo M. Aurenhammer, che lo affermò nel suo Lexikon der christlichen Ikonographie (Vienna, 1953), la leggenda sarebbe stata elaborata in Spagna, dove in effetti appare per la prima volta. Da lì si diffuse nelle Fiandre.

Probabilmente fu estrapolata da qualche frase di Giordano di Sassonia, che nel suo Liber vitasfratrum scrisse: "Unde in Vitaspatrum legitur, quod sanctus Apollonius fratribus suis praecipiebat attentius, ut advenientes fratres quasi Domini susciperent adventum: "Nam et adorari adventantes fratres propterea", inquit, "traditio habet ut certum sit in adventu eorum adventum Domini nostri iesu Christi haberi, qui dicit: Hospes fui et susceptistis me". Et hoc sumpta est illa laudabilis observantia Ordinis, ut fratres hospites recipiantur cum genuflexione et manuum deosculatione."

 

N. CRUSENIUS nel suo Monasticon Augustinianum, I, 7 pubblicato a Vallisoleti nel 1623 a sua volta scrive: "Ad interiora deserti secedens, Christum hospitio suscipit, pedes lavat et audit: 'Augustine, Filium Dei hodie in carne videre meruisti; tibi commendo Ecclesiam meam.' S. Prosper et alii ", dove questi alii sarebbero Ferdinando vescovo di Tarragona e Jean Maburn canonico regolare.

Il primo a produrre questo tema iconografico fu Huguet, ma sarà Bolswert con le sue incisioni a diffonderlo ampiamente. La valenza di questo soggetto è teologicamente importante sia perché abbondano i testi agostiniani che sottolineano il valore dell'ospitalità al pellegrino, e perché Agostino stesso diede molta importanza all'ospitalità nei suoi monasteri. Già nelle Costituzioni Agostiniane del 1290 si trova il passo che stabilisce per i pellegrini la possibilità di lavarsi i piedi nel monastero. Nel 1686 si ribadisce che bisogna lavare i piedi dei pellegrini come se fossero la persona di Cristo.