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CICLo AGOSTINIANo di Borovany

Agostino parte per Roma

Agostino parte per Roma

 

 

MAESTRO DI BOROVANY

1760-1770

Borovany, monastero agostiniano

 

Agostino parte per Roma

 

 

 

Sullo sfondo una barca a vela sta ormeggiata al molo in attesa di partire. Agostino che ha già deciso di trasferirsi a Roma è in partenza, ma cerca ancora di convincere la madre Monica a lasciarlo andare. Se ne libererà solo con un inganno lasciando la madre in lacrime. La sua partenza per Roma non fu effetto di una decisione subitanea. Basterebbe, a provarlo, il fatto che la partenza avvenne a insaputa anche di Romaniano: ciò significa che Agostino doveva aver cominciato a mettere insieme il denaro per il viaggio. E anche l'invio del libro a Iorio si spiega con il naturale desiderio di farsi conoscere nella città in cui voleva stabilirsi. La tragedia vera fu quella di Monica. Ella doveva aver raggiunto il figlio a Cartagine supplicandolo perchè rimanesse.

E' notevole che, nel raccontarci questo episodio, Agostino non nomini né la sua compagna né il figliolo. Ma allora egli doveva sentire quale rischiosa avventura stesse tentando, per poter prendere una decisione così grave, come quella di trasferirsi a Roma con la madre, che, probabilmente, non si curava troppo della sua quasi-nuora.

 

Fu dunque per la tua azione verso di me che mi lasciai indurre a raggiungere Roma e a insegnare piuttosto là ciò che insegnavo a Cartagine. Non tralascerò di confessarti cosa m'indusse a tanto, perché anche in questa circostanza si deve riconoscere e proclamare l'occulta profondità e l'indefettibile presenza della tua misericordia verso di noi. A raggiungere Roma non fui spinto dalle promesse di più alti guadagni e di un più alto rango, fattemi dagli amici che mi sollecitavano a quel passo, sebbene anche questi miraggi attirassero allora il mio spirito. La ragione prima e quasi l'unica fu un'altra. Sentivo dire che laggiù i giovani studenti erano più quieti e placati dalla coercizione di una disciplina meglio regolata; perciò non si precipitavano alla rinfusa e sfrontatamente nelle scuole di un maestro diverso dal proprio, ma non vi sono affatto ammessi senza il suo consenso. Invece a Cartagine l'eccessiva libertà degli scolari è indecorosa e sregolata. Irrompono sfacciatamente nelle scuole e col volto, quasi, di una furia vi sconvolgono l'ordine instaurato da ogni maestro fra i discepoli e commettono un buon numero di ribalderie incredibilmente sciocche.

AGOSTINO, Confessioni 5, 8, 14

 

Mia madre pianse atrocemente per la mia partenza. Mi seguì fino al mare, quando mi strinse violentemente, nella speranza di dissuadermi dal viaggio o di proseguire con me, la ingannai, finsi di non voler lasciare solo un amico, che attendeva il sorgere del vento per salpare. Mentii a mia madre, a quella madre, eppure scampai, perché la tua misericordia mi perdonò anche questa colpa ... però si rifiutò di tornare indietro senza di me, e faticai a persuaderla di passare la notte nell'interno della chiesuola dedicata a san Cipriano, che sorgeva vicinissima alla nostra nave. Quella notte stessa io partivo clandestinamente, mentre essa rimaneva a pregare e a piangere. La riva scomparve al nostro sguardo la stessa mattina in cui ella folle di dolore riempiva le tue orecchie di lamenti e gemiti.

AGOSTINO, Confessioni 5, 8, 15

 

La madre lo seguì fino al porto per trattenerlo o per seguirlo, ma egli di soppiatto la notte partì. Gemette la madre quando la mattina appresso lo seppe, e da allora andava mattina e sera in chiesa a pregare per lui.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea