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CICLo AGOSTINIANo di GiaMbattista Vela a La Valletta

Monica insegna ad Agostino il nome di Gesù, nel ciclo di affreschi agostiniano di Vela alla Valletta a Malta

Monica insegna ad Agostino il nome di Gesù

 

 

GIAMBATTISTA VELA

1765

Chiesa di S. Agostino a La Valletta

 

Monica insegna ad Agostino il nome di Gesù

 

 

 

L'episodio trattato da Vela riprende una tematica cara agli agostiniani. Monica è seduta in un piccolo ma grazioso giardino pieno d'alberi: ha la testa nimbata e mostra con la mano destra levata al cielo l'orizzonte dove degli angeli girano attorno alla croce. Ha messo la mano sinistra sul braccio di Agostino ancora bambino, che alza la testa. La scenografia ispira una grande serenità che ben si addice all'argomento trattato, in cui Monica insegna ad Agostino l'esistenza di Dio e di Gesù, avviandolo ai primi rudimenti dell'educazione cristiana. Nella stessa epoca questa scena fu trattata da fratelli Klauber.

 

All'età di diciannove anni Agostino leggeva un'opera di Cicerone, ove si dice che l'uomo deve disprezzare il mondo e seguire la filosofia, ma fu molto dolente non avervi trovato il nome di Gesù di cui sua madre gli aveva parlato.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea

 

Che incendio, mio Dio, che incendio questo in cui mi struggevo di levarmi in volo per ritornare a te, via dalle cose terrene, e non sapevo cosa volevi far di me! Sta presso di te la Sapienza. Ma l'amore della sapienza ha il nome greco di filosofia, e per quel nome mi accendevo, leggendo. Si può sedurre, con la filosofia: c'è gente che usa il suo grande nome affascinante e nobile per imbellettare e mascherare i propri errori, e quasi tutti quelli di questa razza, contemporanei o precedenti all'autore, sono segnalati e bollati in quel libro.

Là si mostra salutare il consiglio donato dal tuo spirito per bocca del tuo buon servo devoto: Badate che nessuno vi inganni con la filosofia e la vana seduzione conforme alla tradizione umana, conforme agli elementi di questo mondo e non conforme a Cristo, perché in lui abita corporalmente tutta la pienezza della divinità. A quel tempo, lo sai, lume del mio cuore, ancora non conoscevo queste parole dell'Apostolo: ma in quell'esortazione bastava ad avvincermi l'invito, che il discorso mi faceva, ad amare non questa o quella setta ma la sapienza stessa, dovunque fosse: e a cercarla, conseguirla, possederla e stringerla a sé con forza. Quel discorso mi accendeva e mi faceva ardere, e in tanto fuoco una cosa sola mi raffreddava, che non vi comparisse il nome di Cristo, perché questo nome - secondo la tua bontà, Signore - questo nome del mio Salvatore, tuo figlio, il mio cuore ancora intatto l'aveva fiduciosamente succhiato col latte materno e lo conservava nel profondo. E senza questo nome qualunque opera, per quanto dotta e raffinata e veridica, non mi conquistava del tutto.

AGOSTINO, Confessioni, 3, 4,