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PITTORI: Negretti Jacopo

Sant'Agostino Dottore della Chiesa

Sant'Agostino Dottore della Chiesa

 

 

NEGRETTI JACOPO detto PALMA IL GIOVANE

1590-1610

Venezia, chiesa di san Lodovico vescovo

 

Sant'Agostino Dottore della Chiesa

 

 

 

La pala attribuita a Jacopo Negretti, detto Palma il Giovane, o alla sua bottega presenta notevoli dimensioni misurando 3 m im altezza e 1 in larghezza. L'opera realizzata con la tecnica a olio su tela fu realizzata fra il 1590 e il 1610. Nei due comparti il pittore ha dipinto sant'Agostino, la cui regola era seguita dalle monache presenti nel convento annesso e san Lodovico, il titolare della chiesa.

Entrambi sono vestiti con i paramenti episcopali e una elegante mitra in testa.

In alto un nugolo di angioletti fanno da corona ai due santi: a sinistra reggono una vera e propria corona, simbolo di Ludovico di stirpe regale. Agostino, a destra, ha il viso rivolto al fedele: con la mano sinistra un ampio gesto allontana il mantello del piviale e conferisce al suo movimento una naturale dinamicità espressiva.

Con la mano sinistra regge un grande libro aperto che sostiene con l'aiuto di una gamba.

 

La chiesa dedicata a san Ludovico da Tolosa a Venezia è nota come sant'Alvise. La sua costruzione risale al 1383 quando la nobildonna Antonia Venier dispose un lascito a tale scopo. Contemporaneamente fu edificato un monastero, nel luogo che le era stato suggerito dal santo che le era apparso in sogno. La nobildonna si ritirò nel monastero, seguendo la regola agostiniana. Nel 1411 nella struttura furono accolte altre suore agostiniane che erano fuggite da Serravalle a causa della guerra. Le opere di maggior prestigio della chiesa sono tre dipinti di Giambattista Tiepolo eseguiti tra il 1737 e il 1740. Le monache agostiniane ressero il convento fino al 1810. Ora è occupato dall'Istituto delle Figlie della Carità più note come Canossiane.

 

 

Iacopo Negretti detto Palma il Giovane

Nato a Venezia verso il 1550 da Antonio e Giulia de' Pitati, Jacopo apparteneva ad una famiglia di lunga tradizione artistica. Venne ben presto avviato agli studi pittorici seguendo le inclinazioni dello zio del padre, Palma il Vecchio e del fratello della madre, Bonifacio de' Pitati, detto Bonifacio il Veronese. Jacopo fa affascinato dallo stile di Raffaello e Tintoretto, eseguì varie copie di Tiziano, suo vero maestro, con cui collaborò. Soggiornò a Roma per quattro anni dove conobbe il manierismo romano. La sua produzione artistica inizia verso il 1565. Ebbe grande fortuna nel bergamasco, terra d'origine della famiglia, dove lavorò con intensità nel tardo Cinquecento. Morì "oppresso dal catarro" nel 1628, senza che nessuno tra i suoi figli e nipoti continuasse l'arte della pittura.