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CICLo AGOSTINIANo dI Carlisle

Morte di Monica e ritorno in Africa

Morte di Monica e ritorno in Africa

 

 

MAESTRO DI CARLISLE

(1484-1507)

Cattedrale di Carlisle

 

Morte di Monica e ritorno in Africa di Agostino

 

 

 

Due scene distinte sono suggerite dalla scritta inglese: Her deyd his moder callyd monica / As yai war returyng in to Africa. La morte di Monica e il ritorno in Africa occupano ciascuno metà scena. Il letto di Monica è in un locale: la donna è stesa, il busto nudo, ha le mani giunte. Agostino al suo capezzale cerca di consolarla toccandole un braccio. La scena è semplice senza alcuna allusione soprannaturale. I due compagni sono Navigio e Evodio: Agostino, stranamente, indossa sempre lo stesso vestito, anche dopo il battesimo. La scena di destra mostra una nave che sta salpando: Agostino, sulla poppa guarda sconsolato la madre morente.

 

 

- 26. Cose del genere dicevo, se non in questo modo e con queste parole: però tu lo sai, Signore, che quel giorno, mentre così ragionavamo e fra una parola e l'altra il mondo si sviliva ai nostri occhi con tutte le sue gioie, lei, mia madre, disse: "Per quanto mi riguarda, figlio mio, non trovo più piacere in questa vita. Che cosa faccia ancora qui e perché ci sia non so, ora che la speranza terrena è consumata. C'era una sola cosa per cui desideravo di restare ancora un poco in questa vita, ed era di vederti cristiano cattolico prima di morire. M'ha dato a iosa, anche di più, il mio Dio: di vederti addirittura disprezzare la fortuna terrena per servirlo. Cosa sto a fare qui?"

11.27. Quale fosse la mia risposta non ricordo bene: ma nel giro di cinque giorni o giù di lì si mise a letto con la febbre. E mentre era così ammalata un giorno ebbe uno svenimento e per breve tempo perse conoscenza. Noi accorremmo, ma presto riprese i sensi e guardando me e mio fratello che le eravamo accanto ci chiese come una che cerca qualcosa: "Dov'ero?" Poi vedendoci addolorati e sgomenti: "Seppellitela qui", disse, "vostra madre". Io tacevo e soffocavo il pianto. Mio fratello invece mormorò qualcosa come un augurio che lei non morisse per viaggio ma in patria, come fosse cosa meno triste. A queste parole si fece scura in volto e lo fissò negli occhi, aggrondata, perché nutriva sentimenti simili, e poi guardando me: "Ma guarda cosa dice". E quindi a entrambi: "Seppellite questo corpo in un luogo qualsiasi: non ve ne preoccupate affatto. Soltanto di questo vi prego: che all'altare del Signore vi ricordiate di me, dovunque sarete". Espresse questo pensiero come poteva, e poi tacque: il male s'aggravava e la metteva a dura prova.

- 28. Ma io pensavo ai doni che infondi nel cuore di chi crede in te, Dio invisibile, semi di frutti mirabili, e ne gioivo e ti rendevo grazie: ricordando una cosa che sapevo bene, quanto cioè si fosse preoccupata della sua sepoltura, che si era preparata in anticipo accanto al corpo di suo marito. Erano vissuti in grande concordia: e così lei desiderava - tanto l'animo umano fatica a capire il divino - che un'altra fortuna le fosse concessa, e andasse ad aggiungersi a quella fortunata vita, nel ricordo degli uomini. Sperava che dopo il suo ritorno d'oltremare la terra ricoprisse insieme la terra di entrambi i coniugi, riuniti. Ma quando, sotto la piena della tua bontà, anche questo vano desiderio aveva cominciato a svanirle dal cuore, non lo sapevo: fui sorpreso e felice di apprendere che le cose stavano proprio così, quantunque anche in quel nostro colloquio presso la finestra, quando aveva detto: "Cosa sto a fare qui, ormai?" non sembrava nutrisse il desiderio di morire in patria. Poi venni anche a sapere che già una volta, quando eravamo a Ostia, si era messa a conversare in materna confidenza con alcuni amici miei - io non c'ero - sul disprezzo da portarsi a questa vita e sul bene di morire: e siccome quelli si stupivano di trovare tanto coraggio in una donna - ma tu gliel'avevi dato - e chiedevano se non la spaventava l'idea di lasciare il suo corpo tanto lontano dalla sua città, "Nulla è lontano da Dio", rispose, "e non bisogna aver paura che Lui non ritrovi, alla fine del tempo, il luogo da cui resuscitarmi".

Il nono giorno della sua malattia dunque, nel suo cinquantaseiesimo anno di vita, il mio trentatreesimo, quell'anima religiosa e devota fu liberata dal corpo.

Agostino, Confessioni 9, 11, 26-28