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CICLo AGOSTINIANo di PAOLO DI MAESTRO NERI a Lecceto

Il chiostro de' Beati con la parete sud affrescata

Visione d'insieme del Chiostro del monastero agostiniano di Lecceto

 

 

PAOLO DI MAESTRO NERI

1439-1442

Chiostro de' Beati a Lecceto

 

Episodi della Vita di sant'Agostino

 

 

 

Gli affreschi del chiostro costituiscono i più grandiosi dipinti murali all'aperto di soggetto agostiniano di tutta la Toscana se non addirittura d'Italia. Si sa che le pareti sud ed est vennero dipinte fra il 1439 e il 1442 sicuramente da due artisti diversi. Uno realizzò dodici affreschi lungo la parete est, dove viene descritta la vita eremitica, e un altro quattordici affreschi raffiguranti scene della vita di Agostino.

Le scene furono scelte dai due priori Bartolomeo Tolomei (1439-1442) e Girolamo Bonsignori (dal 1442) con il consiglio di Andrea Biglia agostiniano professore alla Università di Siena (1429-1435). Purtroppo gli affreschi non hanno superato i danni del tempo ed oggi sono di difficile visibilità e lettura.

Andrea Biglia († 1435) fu uno stimato e apprezzato autore di trattati teologici e storici. Dopo la sua morte i suoi libri entrarono nella biblioteca agostiniana di S. Marco a Milano. Nel 1568, pochi anni prima della battaglia di Lepanto, il suo Tractatus de detrimento fidei Orientis sive de origine Turcarum, divenne così importante da essere copiato più volte e una sua copia venne inviata a Roma, dove è ancora conservata (Roma, Bibl. Angelica, MS 1136). Un elenco delle sue opere, che appartennero alla libreria di S. Marco nel 1568, è conservato alla Biblioteca Angelica.

 

In antico l'eremo di Lecceto era noto come "Selva del Lago" o "San Salavatore di Foltignano", ma le sue origini vere sono sconosciute. I documenti ne parlano a partire dal 1220 come luogo di eremitaggio, la cui fama si diffuse rapidamente non solo in Italia ma anche in Europa. San Bernardino da Siena, San Guglielmo il Grande, papa Gregorio XII, Martino V, Eugenio VI, Pio II sono alcuni tra i nomi più prestigiosi che furono ospiti in questo luogo. L'inglese William Flete lasciò l'Università di Cambridge per trasferirsi qui nel 1359, divenendo il confessore e consigliere di Santa Caterina da Siena, che qui veniva spesso per incontrarlo.

Dopo aver oltrepassato l'arco di ingresso si nota sulla destra la chiesa, preceduta da un portico colonnato. Essa sorse nel 1317 sul primitivo impianto eremitico e venne ampliata qualche decennio dopo assumendo all'interno le attuali forme barocche nel corso di lavori seicenteschi. Nel portico si possono ammirare residui di affreschi monocromi quattrocenteschi. Tra il 1404-1408 venne aggiunta la torre in pietra che domina l'intero complesso architettonico.

Oltre il chiostro si può vedere un ulteriore chiostro interno, già in zona di clausura. Si tratta del cosiddetto Chiostro "dei beati" ed è arricchito sulle pareti da affreschi considerati tra i più belli della Toscana fra cui il ciclo della vita di sant'Agostino. Uno dei più importanti è quello che illustra il passaggio dalla vita eremitica a quella monastica cenobitica. In un quadro conservato all'interno c'è un dipinto detto "Albero genealogico" che testimonia la santità fiorita a Lecceto, poiché vi sono rappresentati 33 monaci attorno alla Crocifissione di Cristo, che nel tempo sono stati venerati come beati.