Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Settecento > Marchiori

CICLo AGOSTINIANo di Giovanni Marchiori

La stampa di Collaert alla Biblioteca Nazionale di Parigi

La Pieve di Santa Giustina a Monselice

 

 

GIOVANNI MARCHIORI

(1696-1778)

Pieve di Santa Giustina di Monselice (Duomo vecchio)

 

Scene dalla vita di sant'Agostino

 

 

 

A Monselice nell'abside della Pieve di Santa Giustina sono presenti 3 bellissimi bassorilievi che sono stati attribuiti da Chiara Ceschi a Giovanni Marchiori (Caviola D'Agordo, Belluno 1696 - Treviso 1778), uno scultore rococò veneto. Altri critici d'arte invece ipotizzano che siano opera della Bottega dei Maganza del XVIII secolo. I 3 bassorilievi vengono nominati solamente nella visita pastorale del 1925 per cui si può dedurre che siano stati collocati nella Pieve dopo i restauri del 1930. Rappresentano tre episodi della vita di Sant'Agostino.

I tre bassorilievi sono conservati nella importante quadreria costituita presso la Pieve di Santa Giustina (il Duomo vecchio) recentemente restaurata, che conserva dipinti provenienti dal territorio veneto raccolti dopo la soppressione degli ordini monastici avvenuta durante il periodo napoleonico.

I tre pezzi relativi a episodi della vita di sant'Agostino forse in origine facevano parte di una serie più ampia.

 

 

Giovanni Marchiori fu attivo soprattutto a Treviso e a Venezia e, in misura minore, anche nell'Agordino, sua terra natale. Fu maestro di Antonio Canova.

Egli probabilmente si formò nella bottega di Andrea Brustolon, tuttavia il suo stile è stato influenzato maggiormente dall'elegante classicismo di scultori veneziani del calibro di Giuseppe Torretti e Antonio Corradini. Il suo primo lavoro fu eseguito nel 1715 per la chiesa parrocchiale di Caviola: si tratta di un armadio in legno per la sacrestia della chiesa. Prima del 1738 aveva scolpito in marmo le Sibille e sei dei sette Apostoli in marmo per S. Maria degli Scalzi a Venezia. Le statue di marmo che raffigurano Sant'Alessio e Santa Giuliana furono eseguite e completate per la chiesa dei Servi di Venezia (ora sono a Fratta Polesine nella chiesa parrocchiale) nel 1738. Seguono altri bassorilievi in legno, con scene della vita di San Rocco (1741) per la Scuola di S. Rocco a Venezia, che sono stupefacenti per la loro composizione varia e ricca. Interessante e sorprendente è l'architettura e il paesaggio naturalistico che fa da contorno alle scene. Nel 1743 lavora, sempre per la chiesa di S. Rocco a Venezia, ad un rilievo in marmo che rappresenta la Gloria di san Rocco che fu posto oltre l'ingresso (ora sostituito da una copia in bronzo) e a due statue in marmo, con la rappresentazione delle figure di David con la testa di Golia e di santa Cecilia. Queste, le sue più celebri opere, esprimono nella loro estrema raffinatezza formale la bellezza del suo stile, che si avvicina sempre più al neoclassicismo, anche se la vivacità pittoresca ricorda le sue origini barocche rococò. Marchiori diede un grande impulso all'arte veneta e le sue opere più significative si trovano a Venezia. ricordiamo ad esempio il rilievo in marmo di Bethesda (1753, Venezia, S. Simeone Piccolo) e il marmo di San Pietro (1753, Venezia, S. Maria della Pietà). Tra il 1765 e il 1767 ha trascorso un periodo di lavoro a Treviso, dove ha fatto due statue in marmo che esprimono la speranza e la fede (Treviso, S. Maria Maddalena), caratterizzate da una ritmica e sensuale bellezza cpn ampie pieghe del panneggio. Le sue statue di Cibele e Saturno si trovano nel giardino del castello di Nymphenburg a Monaco di Baviera.