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CICLo AGOSTINIANo con le incisioni di Guglielmo Collaert

L'amore divino cattura per sempre

L'amore divino cattura per sempre

 

 

COLLAERT GUGLIELMO

1629

Edizione a stampa del volume Flammulae Amoris Sancti Patris Nostris Augustini Versibus et Iconibus Exornatae

 

L'amore divino cattura per sempre

 

 

 

Il testo illustrativo della incisione recita: "Amor ubi venerit, ceteros in se omnes traducit et captivat affectus" ed è tratto dal Manuale dello Pseudo-Agostino.

Agostino viene nuovamente raffigurato nel suo solito aspetto adolescenziale. Indossa una benda sugli occhi e porta la mano sinistra sul petto in corrispondenza del cuore. Il Divino Amore, alato e dal capo raggiato, ha posto il suo arco davanti al tavolo e incatena tutti i suoi affetti. Su questo tavolo, elegantemente ricoperto da un tappeto, è deposto in piena evidenza una gabbia coronata da rami di alloro. Al suo interno si può vedere vedere un cuore fiammante ed alato.

Il simbolo della gabbia che trattiene l'anima risale a prima di Platone ed ha persistito in varie epoche nei testi e sui monumenti figurativi. In Platone tuttavia aveva un significato completamente diverso: i sensi corporei erano considerati come la prigione dell'anima.

Rari sono i testi in cui il simbolismo è invertito, come in questo caso. I raggi celesti, che discendono dall'alto di una nube, illuminano l'Amore alato. Un simbolo piuttosto enigmatico è inciso in una nuvola in alto a sinistra: un serpente che si morde coda e traccia così un cerchio, mentre attorno a due palme che intersecano. Questo disegno non rappresenta forse il simbolo della eternità?

Lo sfondo della scena è piuttosto povero e si limita alla presenza, a sinistra, di un edificio che ha l'aspetto di una chiesa.