Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Seicento > Collaert

CICLo AGOSTINIANo con le incisioni di Guglielmo Collaert

Frontespizio dell'edizione del 1639

Frontespizio dell'edizione del 1639

 

 

COLLAERT GUGLIELMO

1629

Edizione a stampa del volume Flammulae Amoris Sancti Patris Nostris Augustini Versibus et Iconibus Exornatae

 

Episodi della vita di sant'Agostino

 

 

 

Il monaco agostiniano Michele Hoyer pubblicò nel 1629 ad Anversa un piccolo volume dal titolo Flammulae Amoris Sancti Patris Nostris Augustini Versibus et Iconibus Exornatae. Il volume è ricco di immagini, il che è una vera rarità fra i libri stampati nel Seicento che sono dedicati alla devozione agostiniana.

Venticinque immagini accompagnano brevi brani elaborati utilizzando parole dello stesso Agostino. Dieci sono i riferimenti a testi delle Confessioni, poi ci sono brani di opere apocrife attribuite ad Agostino e che si presentano sotto la forma di confessioni. Si riferiscono al Manuale, alle Meditationes, ai Soliloquia animae e alla Epistola ad Macedonium, un testo apocrifo attribuito a Possidio e infine al leggendario episodio dell'incontro con in bambino in riva al mare.

Per le illustrazioni Hoyer si rivolse a un bravo incisore di Anversa che ha firmato ogni sua opera con la scritta "Guil. Collaert excud(it)". Questo artista era un lontano parente di Adriano Collaert, di cui è nota una incisione che descrive la vita di Agostino. Guglielmo Collaert si iscrisse alla Gilda di san Luca nel 1627 e lavorò fino all'anno 1666, quando morì.

Per quanto Collaert prenda la sua ispirazione prevalentemente dalle Confessioni, il suo scopo non è certo quello di seguire un ordine cronologico della vita di Agostino, quanto piuttosto quello di essere aderente alle parole che descrivono la scena, che sono riportate su due linee sotto ogni immagine per spiegarne il senso. Dovendo spesso interpretare pensieri astratti, Collaert ha dovuto ricorrere sistematicamente alla allegoria e lo fatto così bene che il libro venne ristampato nel 1632 e nel 1639.

L'insieme delle immagini non costituisce un vero e proprio ciclo, come siamo abituati a conoscere, poichè le scene non sono distribuite cronologicamente rispetto alla vita del santo, ma seguono un andamento soggettivo molto simbolico.

Collaert ha segnato le sue incisioni semplicemente con il termine excudit, senza che lo preceda invenit. Ciò fa supporre che l'agostiniano Michele Hoyer, autore del volume, gli abbia fornito precise indicazioni dettagliate, simbologie, reminiscenze bibliche, riferimenti alle Confessioni e agli scritti apocrifi di Agostino del XII secolo. Hoyer era certamente un uomo colto e istruito da letture spirituali. Delle 25 immagini solo cinque sono copiate da modelli precedenti. Cinque ci mostrano Agostino con le vesti episcopali e monacali secondo la tradizione in uso nelle incisioni che si realizzavano ad Anversa.

L'ultima incisione, che descrive il volo di Agostino su un carro, riprende le rappresentazioni del profeta Elia, ma mostra un proprio vigore artistico.