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CICLo AGOSTINIANo con le incisioni di Jean mariette

L'episodio del Tolle, lege, immagine dalla stampa di Jean Mariette

L'episodio del Tolle, lege

 

 

JEAN MARIETTE

1686

Le incisioni di Jean Mariette per una edizione francese delle Confessioni

 

L'episodio del Tolle, lege

 

 

 

La scena è stata concepita con semplicità. Agostino disteso ai piedi di un fico, fa un ampio gesto con la mano destra tesa in avanti, le dita aperte, come per non lasciarsi sfuggire il raggio di luce che porta l'iscrizione Tolle lege. Una fontana zampilla nel bel mezzo del giardino sistemato alla francese, attorno a una bella villa che si vede sul fondo. Questa architettura è tipica del gusto figurativo del XVII dopo Bolswert. Per l'autore del sommario il Tolle lege è una voce del cielo, una voce straordinaria.

 

E, come racconta nelle Confessioni, recatosi in giardino, si mise sotto una pianta a piangere amaramente, e diceva: - Quanto tempo ancora? Quanto ancora? Domani, domani ! ancora un po' di tempo. Ed era desolato di non sapersi decidere o a restare nel mondo o a consacrarsi a Dio.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea

 

Così parlavo e piangevo nell'amarezza sconfinata del mio cuore affranto. A un tratto dalla casa vicina mi giunge una voce, come di fanciullo o fanciulla, non so, che diceva cantando e ripetendo più volte: «Prendi e leggi, prendi e leggi». Mutai d'aspetto all'istante e cominciai a riflettere con la massima cura se fosse una cantilena usata in qualche gioco di ragazzi, ma non ricordavo affatto di averla udita da nessuna parte ... Tornai al luogo dove stava seduto Alipio e dove avevo lasciato il libro dell'Apostolo all'atto di alzarmi.

Lo afferrai, lo aprii e lessi tacito il primo versetto su cui mi caddero gli occhi. Diceva: « Non nelle crapule e nelle ebbrezze, non negli amplessi e nelle impudicizie, non nelle contese e nelle invidie, ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non assecondate la carne nelle sue concupiscenze... » Non volli leggere oltre né mi occorreva. Appena terminata infatti la lettura di questa frase, una luce, quasi, di certezza penetrò nel mio cuore e tutte le tenebre del dubbio si dissiparono.

AGOSTINO, Confessioni 8, 12, 29