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CICLo AGOSTINIANo di Johannes Wandereisen

Agostino consacrato vescovo, stampa seicentesca di Johannes Wandereisen pubblicata nel 1631 a Ingolstadt

Agostino consacrato vescovo

 

 

WANDEREISEN JOHANNES

1631

Ingolstadt

 

Agostino consacrato vescovo

 

 

 

L'iscrizione riporta: Pascere pastoris labor est, mactare simonis. Officium peragit quilibet ergo suum. Questa incisione compare nell'elenco di Mair come unducesima immagine con la seguente spiegazione: Augustinus creatur Episcopus Hipponensis superstite ad huc Valerio. Prius meruit quam accepit hanc dignitatem Gratia Dei ac oratio. Nell'angolo superiore sinistro una donna tiene un lungo corno da dove fuoriescono corone, mitre e calici. Rappresenta l'abbondanza dei beni ecclesiastici: di fronte ha l'angelo della Fede che prega in ginocchio, che invano un diavoletto cerca di distogliere. In basso a sinistra Davide ha in mano la croce e di fronte ha il Buon Pastore con un lupo, cioè un simoniaco. Al centro in alto Agostino è in ginocchio davanti a Megalio che assieme ad altri vescovi alza la mano per aprire il libro della consacrazione.

A destra sono figurate le Tavole di Mosé. Il terzo vescovo a sinistra ha in mano la mitra destinata ad Agostino. In basso gli ebrei indegni sono raffigurati nella tomba della concupiscenza.

 

Il beato Valerio, vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e dell'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino venisse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo assieme a lui ... Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona e a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse subito messa in atto.

POSSIDIO, Gesta Augustini 8, 1-3

 

Non vi scriviamo però soltanto per rallegrarci che Agostino abbia ricevuto l'episcopato, ma che le Chiese d'Africa abbiano meritato questa prova di sollecitudine da parte di Dio, di sentire cioè le parole del cielo per bocca di Agostino: questi, elevato in modo insolito a un più alto ufficio della religione cristiana, è stato consacrato non per essere il sostituto del vescovo nella cattedra, ma per essergli d'aiuto; in realtà, essendo ancora vivente il vescovo Valerio, Agostino è solo vescovo coadiutore della Chiesa d'Ippona.

PAOLINO e ERASIA, Lettera 32 a Romaniano

 

Io fui ordinato vescovo quando era ancora vivo il vegliardo Valerio, padre e vescovo mio di santa memoria, e occupai la cattedra insieme con lui; ma né io né lui sapevamo che ciò era proibito dal Concilio di Nicea.

AGOSTINO, Lettera 213, 4

 

Valerio incominciò a temere che Agostino fosse eletto vescovo di qualche altra chiesa, perciò rassegnò nelle mani del vescovo di Cartagine le sue dimissioni e propose Agostino per successore. Agostino non volle accettare, ma infine fu costretto a cedere e fu consacrato vescovo. Più tardi egli disse che non avrebbe dovuto ricevere la consacrazione episcopale per mano del suo predecessore perchè la cosa era proibita da un concilio, ma egli conobbe la proibizione solo dopo essere stato consacrato e non volle che si facesse con altri una cosa che a lui era tanto dispiaciuta.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea