Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Settecento > Baumburg

CICLo AGOSTINIANo di FELIX ANTON SCHEFFLER a Baumburg

Felix Anton Scheffler: Battesimo di Agostino (1757) a Baumburg, chiesa del convento di sant'Agostino

Battesimo di Agostino

 

 

FELIX ANTON SCHEFFLER

1756-1757

Baumburg, chiesa di santa Margherita

 

Il Battesimo di Agostino

 

 

 

Sotto la medesima pergola, ma a destra, il pittore ha dipinto la scena del battesimo. Agostino è ancora vestito da retore in ginocchio davanti ad Ambrogio che tiene con la sinistra il bastone e con la destra l'acqua che verserà sul capo di Agostino. Un chierico lo aiuta, mentre si intravede il viso di un altro chierico. Sopra la scena vera e propria un angelo con l'aspetto di un giovane soffia le parole TE DEUM che la tradizione ricorda siano state ispirate ad Ambrogio in questa occasione. In basso ai gradini un amorino alato brandisce una torcia che agita sopra una donna a terra. Dai vestiti si desume che raffiguri la Vanità, sconfitta dall'Amore divino. Già Collaert aveva descritto Agostino in preda alla Vanità. Anche ad Augsburg si trova una analoga interpretazione.

 

 

Poi quando venne il momento di dare il mio nome lasciammo la campagna e ritornammo a Milano. Alipio decise di rinascere anche lui in te, con me. S'era già rivestito dell'umiltà che si addice ai tuoi sacri misteri, e col perfetto dominio che aveva sul suo corpo non si peritava di camminare a piedi nudi sulla terra ghiacciata d'Italia, con audacia rara. Prendemmo con noi anche Adeodato, il ragazzo nato da me, dalla mia colpa. L'avevi fatto bene, tu. Aveva appena quindici anni, e quanto a intelligenza era meglio di molti seri e dotti signori. Riconosco i tuoi doni, mio Signore e Dio, creatore dell'universo e capacissimo di dar forma ai nostri informi atti: non c'era nulla di mio in quel ragazzo, oltre al peccato. Che poi l'avessimo allevato secondo i tuoi principi eri stato tu e nessun altro a ispirarcelo: io riconosco i tuoi doni. C'è un libro mio, intitolato Il maestro: lì è lui a dialogare con me. Tu lo sai che tutti i pensieri lì proposti dal mio interlocutore sono suoi, e aveva sedici anni. Feci in tempo a conoscere altre sue doti, molto più ammirevoli.

Quella sua intelligenza mi faceva rabbrividire di spavento: e chi oltre a te può esser autore di miracoli simili? Presto lo hai tolto dalla terra, e sereno è il ricordo che ne ho, tanto più che non ho nulla da temere per la sua infanzia e la sua adolescenza, e nulla affatto per la sua età matura ... Ce ne facemmo dunque un compagno e coetaneo nella tua grazia, da educare secondo la tua dottrina; e fummo battezzati e venne meno l'angoscia del passato. In quei giorni mirabili e dolcissimi non mi stancavo di considerare la profondità delle tue decisioni sulla salvezza del genere umano. Quanto piansi ascoltando l'armonioso risuonare delle voci che ti levavano inni e cantici nella tua chiesa che intensa suggestione! Quelle voci mi si insinuavano nelle orecchie e mi distillavano in cuore la verità, e sollevavano un'onda di appassionata devozione che fluiva in pianto, e mi faceva bene.

Agostino, Confessioni IX, 6, 14, 26