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CICLo AGOSTINIANo di MATTHAUS GUNTHER a Rottenbuch

Agostino fra il sangue di Cristo e il latte della Vergine, affresco di Matthaus Gunther nella chiesa agostiniana della Natività di Maria a Rottenbuch

Agostino fra il sangue di Cristo e il latte della Vergine

 

 

MATTHAUS GUNTHER

1742

Rottenbuch, chiesa della Natività di Maria

 

Agostino fra il sangue di Cristo e il latte della Vergine

 

 

 

L'autore ha adottato la stessa composizione di Bergmuller: il crocifisso alzato contro luce e che si stacca sul biancore dei drappeggi. Tuttavia Gunther predilige una scenografia poetica e meno barocca, con grandi spazi e leggerezza di colori. La Vergine è qui sostenuta da angeli e sembra uscire dalle nuvole. Agostino con una fine aureola in testa è seduto e riceve in pieno viso il sangue che scaturisce dal petto di Cristo in croce. Con la mano sinistra indica la Vergine: un ampio mantello lo copre e ai suoi piedi degli angeli portano il suo bastone. A destra la mitra è riposta su un tavolo coperto di tappeti che volteggiano per l'aria, dando movimento e leggerezza alla scena. L'affresco è stato firmato dall'autore che ne segnò la data: 1742.

 

L'episodio è relativo a una leggenda che nasce probabilmente in Italia. Diversi pittori si sono ispirati a essa che trae spunto da passi delle sue meditazioni: il santo è presentato innanzi al Cristo crocefisso ed alla Vergine, mentre, pregando, si domanda: "Hinc a vulnere pascor", e, volgendosi verso Maria, soggiunge: "Hinc lactor ab Ubere", concludendo: "Positus in medio quod me vertere nescio, Dicam ergo Jesu Maria miserere". Sembra che l'episodio prenda spunto da un passo della S. Aurelii Augustini Hipponensis episcopi et S. R. E. doctoris vita di Cornelius Lancelotz (1574-1622) O.S.A. edito ad Anversa nel 1616.

Lancillottus scrive, riportando parole apocrife di Agostino: "Positus in medio quo me vertam nescio. Hinc pascor a vulnere, hinc lactor ab ubere." La medesima scritta fu riportata da Francesco Francia e poi da Kartarius, un incisore nativo di Viterbo, che lavorò a Roma fra il 1560 e il 1570, nella sua stampa della Vita di Agostino edita nel 1570.