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CONTE FRANCESCO ANTONIO VISCONTI DI MODRONE (... - 1792)

La strada a risciul che dal palazzo portava al rastrello di Teresa (1704)

La strada a risciul che dal palazzo portava al rastrello di Teresa (1704)

 

 

CONTE FRANCESCO ANTONIO VISCONTI DI MODRONE (... - 1792)

di Luigi Beretta

 

 

 

Francesco Antonio è il figlio secondogenito di Carlo e della contessa Laura Secco Borella. Suo fratello era Giovanni Vincenzo monsignore della Metropolitana di Milano. Aveva altre tre sorelle: Paola, che sposò un Visconti d'Aragona, Teresa, moglie di un Brivio Sforza e Maria che convolò a nozze con Antonio Fossati. Il conte Francesco Antonio lasciò un segno indelebile a Cassago, poiché fu uno dei principali artefici della costruzione della nuova chiesa parrocchiale, dove poi fu seppellito secondo le sua volontà. Nel 1734 un bel matrimonio della nobiltà cassaghese anima la vita del paese. Il 13 marzo nella chiesa parrocchiale di Cassago celebra il matrimonio fra il conte don Antonio Origo e la nobile Donna Maria Teresa Nava figlia di Paolo Antonio.

Il conte Antonio, figlio di don Francesco della parrocchia di San Babila a Milano fu sposato con donna Teresa dal parroco don Giuseppe Beretta alla presenza di due testimoni d'eccezione: il Padre don Silvio Origo monaco olivetano Lettore di Sacra Scrittura nel monastero di S. Vittore grande a Milano e il nobile Giovanni Angelo Nava di Zizzanorre. Interessante notare che furono omesse le tre solite pubblicazioni che precedevano i matrimoni e ciò grazie a una dispensa del Vicario Generale. La nobile famiglia Origo, che aveva parenti a Torricella, era titolare del redditizio beneficio della chiesa di San Gregorio a Oriano. Nel 1753 il conte Francesco viene eletto revisore dei conti della Scuola del SS. Sacramento della parrocchia di Cassago con ampi e pieni poteri di decisione. E' il tesoriere Antonio Caglio che a nome degli altri scolari " conferisce al signor Conte ogni più ampia facoltà di arbitrare in tutto e per tutto come stimerà meglio, servendosi per qualunque opera de Conti dell'opera del signor Ragionato Giuseppe Vergani nostro comun confidente, promettendo noi sudetti ... di stare a quanto da detto illustrissimo signor Conte per finale risoluzione di dette controversie e differenze sarà arbitrato in miglior modo e rimossa ogni e qualunque eccezione ..."

 

La Nuova strada per Cremella

Nel 1754 il conte Francesco Antonio cerca di dare un assetto urbanistico alle sue proprietà che valorizzi al meglio il Palazzo ducale assieme al giardino e al parco in cui è immerso. L'antica strada per Cremella però, dopo aver attraversato il paese e costeggiato la chiesa medioevale, passava proprio in mezzo alle sue proprietà dividendole in due ed impedendone un utilizzo unitario. Il conte coltiva l'idea di costruire una nuova strada che sostituisca la vecchia per eliminare l'intralcio che provocava la sua presenza sui suoi possedimenti. Ne nasce una richiesta ufficiale all'Ingegnere del Ducato per avere l'autorizzazione necessaria.

"Desidera il Conte - recita la supplica - don Antonio Visconti Servitore Devotissimo di V. S. Illustrissima far trasportare la strada, che di presente da Cassago conduce a Cremella, ed adattarne altra a pubblico vantaggio ivi contigua. Ritenga V. S. Illustrissima che tanto la presente quanto l'altra da sostituirsi non sono presentemente carreggiabili massime con Calessi e Carrozze e quallor le venisse da V. S. Illustrissima permesso il trasporto, intende il Supplicante adattare la seconda in modo lodevole a proprie spese, perciò ricorre umilmente supplicando, atteso il publico vantaggio degnarsi del benigno permesso, il che spera."

La richiesta viene presa in esame dal Sindaco Generale del Ducato signor Giuseppe Perabò che richiede la visita dell'Ingegnere interinale signor Bartolomeo Calastri affinché valuti la situazione e riferisca al giudice conte Trotti. E difatti il Calastri si reca il 20 agosto a Cassago assieme al Cancelliere delle Strade Andrea Soriani e, come dice la relazione, "in primo luogo ho visitato detta strada da levarsi, in oggi praticata quale al suo principio, quanto sia dal centro della terra di Cassago andando sino ove detta strada interseca un viale proprio del detto signor Conte si è in larghezza per ragguagliate braza tre, once tre, e dal detto viale sino alla Strada Maestra, si è in larghezza brazza due. Non si può passare né con calessi, né con carrozze, attesa l'angustia della medesima, ma stentamente con Barbozze, essendo che per un tratto de brazza cento venti si è molto erta, ed in conseguenza ben difficile l'ascendervi con tali Barbozze, sempre che siano cariche, conoscendosi inoltre non esservi altra strada altre volte, quanto sia dalla terra di Cassago andando al sovracitato Viale, atteso che in oggi vedonsi ancora due vestigia di Fondamento attraversanti la medesima marcati nel disegno. In seguito passai alla visita dell'altra strada marcata I già da molti anni abbandonata, nella quale vedonsi ancora diverse vestigia di Rizzate, e che in oggi si vuol adattare al pubblico vantaggio in vece della sopra descritta, e mi pare subito molto più comodo, sia perché più larga presentemente e s'allargherà zapponando le Scarpe delle Ripe pendenti d'ambo le Parti, con che verrà ad essere nella minor larghezza Braccia cinque, che per esser meno scoscesa dell'antidetta, rendendola costante con farvi diversi gruppi di rizzate ne siti bisognevoli, massime in due siti, ove si trovano acque sorgive (quali in oggi spandonsi per detta strada) conducendole al loro destino regolarmente per via di fossetto, facendo inoltre disperdere le acque pluviali a sito a sito risvoltandole con lodevoli canne de sassi a rizzo, or da una parte ed or dall'altra, in modo sì che non habbin ad arrecare ulteriore danno a tale strada per la quale poscia potrai passare felicemente sì li calessi che le carrozze. Ed altro nulla opponendosi a questa che l'esser più longa dell'antidetta circa passi andanti trecento cinquanta la qual cosa non dovrebbe considerarsi atteso che tanto la maggior larghezza quanto l'insensibile salita, rispettivamente all'altra renderanno men noiosa tale lunghezza."

Vista la relazione il conte Trotti Giudice decretò che "atteso il pubblico vantaggio, si concede l'addimandata licenza a tenore della soprascritta relazione del signor Ingegnere interinale del Ducato, seguendosi però il tutto in modo lodevole a spese del suplicante e senza pregiudizio delle ragioni di alcuno." Ricevuta l'approvazione il conte Francesco provvide a sue spese a costruire questa nuova strada che corrisponde attualmente a quella che dalla piazza della chiesa sale verso il cimitero per poi proseguire da un lato a Cremella e dall'altro verso Oriano e Renate. La strada fu costruita nonostante la strenua opposizione del capitano don Pietro Vassallo che era feudatario della terra di Cremella: in realtà tuttavia più che una nuova strada era il riadattamento di una strada già esistente ma in disuso che portava a Cremella. Essa partiva dall'angolo della casa da Pigionanti di proprietà della contessa Teresa Origo. Si sa che una volta realizzata, la strada fu ben apprezzata dal popolo. La vecchia strada fu invece annessa alle proprietà e ai fondi della Casa Visconti.

In quegli stessi anni, fra il 1754 e il 1755, il conte Francesco cooperò a costruire il passaggio sul rio Gambajone assieme alle Comunità di Cassago e Bulciago. Questo stesso passaggio, come vedremo, fu oggetto di un progetto viabilistico che prevedeva la costruzione di un ponte vero e proprio.

Questa proposta fu discussa e realizzata vent'anni dopo nel 1787.

Il conte Antonio Francesco morì il 21 luglio e Milano, ma volle essere sepolto nella chiesa parrocchiale di Cassago, che lui stesso aveva contribuito a fare erigere. Nell'archivio parrocchiale di Cassago una breve nota con grande dignità e solennità ricorda le ultime volontà di Francesco:

"Don Francesco Antonio Conte Pirovano Visconti Marchese Modrone passato a vita migliore l'altro ieri nella città di Milano per trasporto di licenza della Superiore Ecclesiastica e Civile Autorità, fatte le esequie coll'intervento di me curato infrascritto ed altri sette sacerdoti, è stato sepolto il di lui cadavere nella Capella non già sotto l'altare del Crocifisso di questa Chiesa Parrocchiale di SS. Giacomo e Brigida di Cassago il giorno mese ed anno sudeti ed in fede P. Giuseppe Antonio Boracchi Curato di Cassago."