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CICLo AGOSTINIANo di BEnozzo Gozzoli a SAN GIMIGNANO

Morte di Monica: dal ciclo di affreschi di Benozzo Gozzoli nella chiesa di sant'Agostino a San Gimignano

Morte di Monica

 

 

BENOZZO GOZZOLI

1465

Chiesa di Sant'Agostino a San Gimignano

 

Morte di Monica

 

 

 

Questa splendida composizione ci introduce direttamente all'epilogo delle Confessioni: dopo l'estasi di Ostia, Monica muore, ormai consapevole che il suo destino si è compiuto. Agostino è stato ricondotto a Dio e alla Chiesa e Monica avverte che il suo sogno si è avverato. Gozzoli ha immaginato una scena spettacolare: al centro Monica è seduta sul letto con le mani giunte, vestita con un austero saio che portano anche le donne che le stanno intorno. La morente vede venirle incontro il Bambino Gesù mentre la sua anima, fra due angeli appare in gloria in alto. A sinistra si scorge Agostino con l'aureola in testa in procinto di leggere delle preghiere: dietro lui si nota Adeodato con i capelli ricci. A destra di Monica una giovane porta l'aureola: potrebbe essere sua figlia Perpetua.

 

Volle poi tornare in Africa per rivederla con sua madre, ma essa morì piamente mentre egli era ad Ostia.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea

 

Tu che fai abitare in una casa i cuori unanimi, associasti alla nostra comitiva anche Evodio, un nostro giovane concittadino. Era impiegato nell'amministrazione imperiale, e si era convertito a te prima di noi, aveva ricevuto il battesimo e lasciato il servizio nel mondo per dedicarsi al tuo. Vivevamo insieme e avremmo abitato insieme anche in futuro, questo era il nostro solenne impegno. Eravamo in cerca di un luogo in cui potessimo renderci più utili vivendo al tuo servizio: insieme facevamo ritorno in Africa. Giunti vicino a Ostia, sul Tevere, mia madre morì.

AGOSTINO, Confessioni 9, 8, 17

 

Monica morì pochi giorni dopo questo colloquio con il figlio, che così ci racconta gli ultimi istanti della vita della madre. Era l'autunno del 387: "… Entro cinque giorni o non molto più, si mise a letto febbricitante e nel corso della malattia un giorno cadde in deliquio e perdette la conoscenza per qualche tempo. Noi accorremmo, ma in breve riprese i sensi, ci guardò, mio fratello e me, che le stavamo accanto in piedi, e ci domandò, quasi cercando qualcosa: "Dov'ero?"; poi, vedendo il nostro afflitto stupore: "Seppellirete qui, soggiunse, vostra madre".

Io rimasi muto, frenando le lacrime; mio fratello invece pronunziò qualche parola, esprimendo l'augurio che la morte non la cogliesse in terra straniera, ma in patria, che sarebbe stata migliore fortuna. All'udirlo, col volto divenuto ansioso gli lanciò un'occhiata severa per quei suoi pensieri, poi, fissando lo sguardo su di me, esclamò: "Vedi cosa dice", e subito dopo, rivolgendosi a entrambi: "Seppellite questo corpo dove che sia, senza darvene pena. Di una sola cosa vi prego: ricordatevi di me, dovunque siate, innanzi all'altare del Signore"

AGOSTINO, Confessioni 9, 11, 27