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CICLo AGOSTINIANo del Chiostro dei Morti a firenze

San Nicola da Tolentino soccorre i poveri con il miracolo dei pani

San Nicola da Tolentino soccorre i poveri con il miracolo dei pani

 

 

ULIVELLI COSIMO

1625-1705

Chiostro dei Morti del Convento di S. Spirito a Firenze

 

San Nicola da Tolentino soccorre i poveri con il miracolo dei pani

 

 

 

"Nella Vigesima Quinta dipinta dal Medesimo Ulivelli si vede il pane portato dal Santo per soccorrere i poveri, cangiato in rose, alla presenza del Suo Superiore." La scena è piuttosto rovinata ed anche il cartiglio descrittivo in pedice è praticamente illeggibile.

 

La scena, lacunosa nella parte inferiore, presenta il momento in cui Nicola è devotamente inginocchiato davanti al priore Reginaldo; assistono alla cerimonia i frati del convento. Ancora una volta l'evento è ambientato in una monumentale architettura classicheggiante, con un arcone sostenuto da rosse colonne marmoree, mentre dall'alto scendono angioletti in volo recando corone di fiori e il ramo di giglio che sarà uno dei tipici emblemi di san Nicola.

I Bollandisti, nell'opera "Acta Sanctorum" intitolano così i quattro lunghi capitoli che dedicano alla narrazione di una serie di prodigi ottenuti con i Panini: "L'antico uso di benedire i pani in onore di S. Nicola approvato da Dio con miracoli". Il fatto citato si sarebbe svolto a Empoli dove languiva di fame una vedova con i suoi tre piccoli figli. Un ricco signore promise il suo aiuto a condizione che la povera donna assecondasse le sue abbominevoli proposte di peccato. La vedova respinse con eroico coraggio le passionali insidie preferendo al peccato la sua morte e quella dei figli. Infatti un figlio le moriva tra le braccia e gli altri due erano presi da un languore mortale. Con cuore spezzato dal dolore, si volse allora a S. Nicola da Tolentino verso il quale nutriva tanta devozione, si gettò ai piedi di una sua immagine che aveva in casa. Udì picchiare alla porta. Nel timore di una nuova insidia del noto signore, si mise l'immagine del Santo sul petto, andò ad aprire e rimase sorpresa alla vista di un religioso agostiniano che le offrì un sacchetto di Panini rassicurandola che Iddio non le lascerebbe mancar nulla. Il religioso era già scomparso quando si avvide che aveva tutte le sembianze di quello dell'immagine che recava in petto. Un fremito di speranza le corse per le vene. Prese un panino e lo accostò alle labbra del bimbo che poc'anzi era spirato tra le sue braccia e lo vide rianimarsi e con lui i fratelli. In fondo al sacchetto poi trovò il denaro sufficiente per sostenere la famiglia finché durò la terribile carestia che imperversò in città.

 

Il processo di canonizzazione di san Nicola da Tolentino iniziò nel 1325 sotto papa Giovanni XXII, ma si concluse soltanto nel 1446 sotto papa Eugenio IV. Tuttavia già fin dalla metà del '300 veniva raffigurato con l'aureola (vedi ad esempio il cappellone della Basilica di Tolentino). Papa Bonifacio IX concesse l'indulgenza plenaria a chi visitava la tomba di Nicola con la Bolla Papale Splendor paternae gloriae del 1º gennaio 1390, com'è riportato dalle cronache di Gaetano Moroni:

« Bonifacio IX con una bolla, concesse l'indulgenza plenaria nella domenica dentro l'ottavo [entro gli otto giorni successivi] della festa del santo [dunque si celebrava prima d'Eugenio IV] nella stessa guisa della Porziuncola, a chi visitasse la chiesa che racchiude il suo corpo, la quale fu confermata da altri Papi. » (Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica: da S. Pietro sino ai nostri giorni, 1856)

È considerato un santo mariano poiché sostenne di avere la visione degli angeli che trasportavano la Santa Casa di Loreto nella città marchigiana il 10 dicembre del 1294. La sua protezione è invocata dai devoti per gli appestati, i naufraghi e i carcerati, ma in particolare per le anime del Purgatorio. San Nicola fu anche un famoso esorcista, uno dei pannelli della sua vita affrescati nel Cappellone di Tolentino mostra proprio Nicola che libera una donna indemoniata; questa sua facoltà rimase integra anche dopo la sua morte visto che numerosi ex voto lo indicano come guaritore di indemoniati. La devozione al santo è iniziata appena dopo la sua morte, prova ne sono i numerosi ex voto che si trovano oggi in un'apposita ala della basilica a questi dedicata. Celebri sin dal Medioevo sono i cosiddetti "panini miracolosi" di san Nicola, che servirono anche per la raccolta di farina da parte dei fedeli che si recavano al santuario e che dettero nome anche alla compagnia cerretana degli "affarinati", che rubavano la farina agli ingenui spacciandosi per pellegrini diretti a Tolentino, in cerca di farina per fare i panini miracolosi, citata anche dal vescovo urbinate Teseo Pini nel suo Speculum Cerretanorum del 1485. Viene ricordato il 10 settembre. La sua tomba, a Tolentino, è conservata con venerazione dai fedeli. Nel 2001, per la prima volta nella storia, le spoglie del Santo escono dalla Basilica di Tolentino, per una Peregrinatio. Esse arrivano in elicottero nella città di Modugno, dove molto forte è la devozione per San Nicola (patrono della città pugliese), per proseguire in un tragitto che tocca diverse località pugliesi.

Nicola è raffigurato con l'abito nero degli Eremitani di Sant'Agostino, con una stella sopra di lui o un sole sul petto, e in mano un giglio o una croce con ghirlande di gigli. Talvolta, al posto di un giglio, tiene una sacca riempita di denaro o pane. È raffigurato con un sole al centro della tonaca nera, per uno dei fatti della vita del santo: si narra che un astro lucente lo seguisse continuamente nei suoi spostamenti e illuminasse la sua figura.

 

 

Cosimo Ulivelli

Ulivelli (1625-1705) fu un pittore di scuola barocca italiano attivo principalmente a Firenze dove lavorò come allievo del Volterrano. Dipinse gli affreschi che si trovano nella parte superiore della navata della Basilica della Santissima Annunziata a Firenze. Dipinse anche l'abside della abbazia di San Martino in Campo, distrutto durante i restauri degli anni '70 del Novecento.