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CICLo AGOSTINIANo di Basilio Pacheco a Lima

Agostino discute con un donatista

Agostino discute con un donatista

 

 

BASILIO PACHECO

1744-1746

Monastero agostiniano degli Eremitani di Lima

 

Agostino discute con un donatista

 

 

 

La scena è originale e Pacheco presenta un dibattito piuttosto vivace. La scena si svolge in una chiesa o in un chiostro: le ampie volte e le profonde arcate ricordano lo stile coloniale di Lima o di Cuzco. In primo piano Agostino è di fronte al capo dei donatisti. A sinistra, col cranio rasato, è più giovane del suo antagonista. Argomenta con l'indice destro e l'altra mano posata sul tavolo. L'altro è vestito da vescovo, apre il palmo destro ma chiude la sinistra in segno di impotenza. Dietro il tavolo un altro donatista mostra col dito un versetto dei libri sacri. La conclusione sorprendente è a destra, dove davanti all'altare il donatista riceve la comunione da Agostino.

 

Intensa fu l'attività dottrinaria di Agostino contro l'eresia di Donato. La sua azione fu energica e vigorosa, pur nel rispetto delle persone. Il Donatismo fu un movimento religioso cristiano sorto in Africa nel 311 dalle idee di Donato di Case Nere, considerato scismatico dopo le persecuzioni di Diocleziano dagli ortodossi, condannato dal concilio di Cartagine del 411 ed estintosi a seguito della conquista islamica del Magreb.

Sant'Agostino iniziò la sua vittoriosa campagna contro il donatismo poco dopo essere stato ordinato sacerdote nel 391. Il suo famoso salmo o Abecedarium contro i donatisti fu composto espressamente per far conoscere al popolo le argomentazioni di Sant'Ottato. In esso Agostino dimostrava che la setta era stata fondata da traditores, condannata dal papa e dal sinodo, era separata dal resto del mondo ed era causa di divisioni, violenza e spargimenti di sangue; la vera Chiesa è l'unica Vite i cui rami sono su tutta la terra. Dopo che Sant'Agostino divenne vescovo, nel 395, ebbe modo di dialogare con alcuni dei leader donatisti, anche se non con il suo rivale diretto ad Ippona.

Nel 400 scrisse tre libri contro una lettera di Parmeniano, confutando le sue calunnie e le sue argomentazioni sulle Scritture. Più importanti, però, furono i sette libri sul battesimo, in cui, sviluppando quanto affermato da Sant'Ottato, affermava che l'effetto del sacramento è indipendente dalla santità del ministro. Il principale controversialista donatista di qui tempi era Petiliano, vescovo di Costantina, un successore del traditor Silvano. Sant'Agostino scrisse due libri in risposta ad una sua lettera contro la Chiesa, aggiungendone un terzo per rispondere ad un'altra lettera in cui egli stesso veniva attaccato da Petiliano. Prima di quest'ultimo libro pubblicò il De Unitate Ecclesiae (circa 403). A queste opere devono essere aggiunti alcuni sermoni ed alcune lettere che sono dei veri e propri trattati.

La storia delle lotte di Agostino con i Donatisti è anche quella del suo cambio di opinione sull'utilizzo di misure rigide contro gli eretici. Anche la Chiesa d'Africa, dei cui concili era stato l'anima, lo seguì in questo cambio. Agostino, inizialmente, tentò di ritrovare l'unità attraverso conferenze e controversie amichevoli. Nei concili africani ispirò varie misure conciliatrici, spedì ambasciatori presso i Donatisti per invitarli a rientrare nella Chiesa o, almeno, esortarli ad inviare deputati ad una conferenza (403). I Donatisti accolsero questi inviti dapprima col silenzio, poi con insulti ed infine con tale violenza che Possidio, vescovo di Calamet e amico di Agostino, sfuggì alla morte per puro caso, il vescovo di Bagaïa fu lasciato ricoperto di orribili ferite e la vita del vescovo di Ippona subì vari attentati. Questa violenza dei Circoncellioni richiese una dura repressione, ed Agostino, apprendendo delle molte conversioni che ne seguirono, da allora approvò l'impiego di leggi rigide, pur non volendo mai che l'eresia fosse punibile con la morte.

 

Quando i vescovi cattolici e quelli del partito di Donato, per ordine dell'imperatore, si riunirono alla presenza del tribuno e notaio Marcellino, che agiva in veste di giudice moderatore, per dibattere in contraddittorio fra loro, fu stesa una redazione degli Atti assai prolissa, che si sarebbe potuta fare con maggiore sinteticità. Il fatto è che coloro che erano consapevoli di non difendere una causa giusta, prima fecero tutto il possibile perché la conferenza non avesse luogo e la questione non fosse trattata affatto; ma poiché il loro disegno fallì, si adoperarono perché la stesura degli atti risultasse farraginosa e di non facile lettura. Mi è sembrato perciò opportuno raccogliere il tutto in questa esposizione sintetica, adottando l'identica numerazione degli atti ufficiali, perché ciascuno possa trovare agevolmente ciò che gli interessa. Lettura dell'ordinanza imperiale sulla conferenza.

AGOSTINO, Sommario della Conferenza con i Donatisti 1, 1