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CICLo AGOSTINIANo di Basilio Pacheco a Lima

I funerali di Agostino nella città di Cuzco

I funerali di Agostino nella città di Cuzco

 

 

BASILIO PACHECO

1744-1746

Monastero agostiniano degli Eremitani di Lima

 

I funerali di Agostino nella città di Cuzco

 

 

 

La scena immaginata da Basilio Pacheco è veramente grandiosa: un lungo corteo si snoda sulla piazza della città che riproduce il centro di Cuzco, la città imperiale Inca, con tutte le sue chiese e i suoi palazzi. Una folla di monaci agostiniani riconoscibili per la cocolla nera accompagna il feretro di Agostino vestito da vescovo. Altri vescovo seguono il corteo con un gran numero di ceri accesi. Agostino morì il 28 agosto del 430 durante l'assedio di Ippona. I suoi funerali furono fatti in città e le sue spoglie saranno conservate ad Ippona ancora per qualche anno, fino a quando Fulgenzio di Ruspe se le portò con sé in Sardegna per sfuggire alle prepotenze dei Vandali ariani.

Nel personaggio in ginocchio a destra che assiste devotamente al passaggio della salma, il pittore ritrasse se stesso.

 

31. 3. Perché nessuno disturbasse il suo raccoglimento, circa dieci giorni prima di morire, disse a noi, che lo assistevamo, di non far entrare nessuno, se non soltanto nelle ore in cui i medici entravano a visitarlo o gli si portava da mangiare. La sua disposizione fu osservata, ed egli in tutto quel tempo stette in preghiera.

31. 4. Fino alla sua ultima malattia predicò in chiesa la parola di Dio ininterrottamente, con zelo e con forza, con lucidità e intelligenza.

31. 5. Conservando intatte tutte le membra del corpo, sani la vista e l'udito, mentre noi eravamo presenti osservavamo e pregavamo, egli - come fu scritto - si addormentò coi suoi padri, in prospera vecchiaia (1 Re, 2, 10). Per accompagnare la deposizione del suo corpo, fu offerto a Dio il sacrificio in nostra presenza, e poi fu sepolto.

31. 6. Non fece testamento, perché povero di Dio non aveva motivo di farlo. Raccomandava sempre di conservare diligentemente per i posteri la biblioteca della chiesa con tutti i codici. Quel che la chiesa aveva di suppellettili e ornamenti, affidò al prete che alle sue dipendenze curava l'amministrazione della casa annessa alla chiesa.

31. 7. Né durante la vita né al momento di morire trattò i suoi parenti, sia quelli dediti alla vita monastica sia quelli di fuori, nel modo consueto nel mondo. Quando viveva, dava a costoro, se era necessario, quel che usava dare agli altri, non perché avessero ricchezze ma perché non fossero poveri e non lo fossero troppo.

31. 8. Lasciò alla chiesa clero abbondante e monasteri di uomini e donne praticanti la continenza con i loro superiori; inoltre, biblioteche contenenti libri e prediche sia suoi sia di altri santi, dai quali si può conoscere quanta sia stata, per dono di Dio, la sua grandezza nella chiesa e nei quali i fedeli lo trovano sempre vivo. In tal senso un poeta pagano, disponendo che i suoi gli facessero la tomba in luogo pubblico ed elevato, dettò questa epigrafe: Vuoi sapere, o viandante, che il poeta vive dopo la morte? Ecco, io dico ciò che tu leggi: la tua voce è la mia.

POSSIDIO, Gesta Augustini 31, 3-8