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Stemmi agostiniani

Agostino con il cuore trafitto da una freccia, stemma dell'Ordine agostiniano nel 1782

Agostino con il cuore trafitto da una freccia

 

 

STEMMI AGOSTINIANI

1782

Officina S. Augustini di Madrid

 

Agostino con il cuore trafitto da una freccia

 

 

 

La stampa porta la firma di un certo Morales e data alla fine del Settecento. La struttura dell'immagine è piuttosto complessa ed articolata, con vari oggetti variamente disposti e con uno specifico significato. Lo scenario risente alquanto del gusto spagnolo del tempo. I simboli riprodotti sono tipici della iconografia agostiniana: c'è il cuore fiammante trafitto da una freccia, c'è il libro (all'interno di una scudo) ed anche la cintura, che si snoda ai piedi dello scudo.

Un bambino addita con la mano verso l'alto il nome sovrastampato, forse quello di un alto prelato, come si può intendere dalla simbologia associata allo scudo. A destra il paesaggio è arricchito dalla architettura di una chiesa, mentre a a sinistra si notano strutture antiche, forse una torre.

 

Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.

 

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?

AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3