Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Stemmi agostiniani

Stemmi agostiniani

Libro e cuore fiammante trafitto da una freccia, stemma dell'Ordine agostiniano nel 1751

Libro e cuore fiammante trafitto da una freccia

 

 

STEMMI AGOSTINIANI

1751

Breviario di Venezia

 

Libro e cuore fiammante trafitto da una freccia

 

 

 

Anche in questo breviario stampato a Venezia nel 1751 ripropone i simboli agostiniani ripresi dallo stemma dell'Ordine. Nello scudo che portato in mano da un angioletto si possono osservare il cuore trafitto da una freccia, accompagnato da un libro e da una cintura. Il cuore è accompagnato come in altri esempi precedenti da una fiamma che esprime l'ardore dell'amore di Agostino verso Dio. Tutti i simboli sono inseriti in una specie di scudo che porta una gran corona in testa. Un solo angioletto alato regge con delicatezza lo scudo ed esprime una armonica serenità con i suoi misurati movimenti.

 

Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.

 

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?

AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3