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Stemmi agostiniani

Agostino cardioforo, stemma dell'Ordine agostiniano nel 1900

Agostino cardioforo

 

 

STEMMI AGOSTINIANI

1900 ca.

Mattonella nel Convento agostiniano di Noicattaro

 

Agostino cardioforo

 

 

 

La simbologia agostiniana, tratta direttamente dallo stemma dell'Ordine, si scopre anche sulle mattonelle che rivestono i pavimenti del convento agostiniano di Noicattaro in provincia di Bari. Lo schema riprende quasi integralmente lo stemma delle costituzioni agostiniane di Roma del 1895. L'unica variante è la presenza di un cartiglio in basso con la scritta Tolle Lege. Al centro è ben visibile il libro su cui poggia il cuore rosso infiammato trafitto da una freccia blu. Una cintura nera si sviluppa sullo stesso piano, mentre sotto, incrociati, si vedono gli attributi episcopali del santo: la croce astile e il bastone pastorale. Dei ramoscelli di lauro dalle foglie verdi e dalle bacche gialle completano la scena.

 

Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.

 

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?

AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3