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L'africa romana: Ippona

L'area del Foro romano di Ippona

L'area del Foro romano di Ippona

La monumentale fontana con la maschera della Gorgone

La monumentale fontana con la maschera della Gorgone

 

 

IL QUARTIERE DEL FORO

 

 

 

Dirigendosi a ovest si raggiunge il Foro romano. Prima di arrivarci si percorre una via con enormi lastroni di pietra lunghi anche 3,5 m e larghi 1 m antiche testimonianze dell'epoca numida, unici in tutta l'Africa del nord. Il foro è introdotto dalle rovine di quello che fu il mercato della città: si tratta di una immensa superficie rotonda provvista di una doppia scala per disporre le mercanzie. Il mercato apparteneva a una vasta cinta di forma quadrata interamente costruita in marmo, delimitata da colonnati con capitelli ben conservati. Esistevano i quartieri per il commercio della carne, del pane, dei pesci e di tutta una serie di altre attività che ci danno un quadro animato della vita di allora.

Da lì si intravede la famosa fontana della "Maschera della Gorgone", una gigantesca testa provvista di una bocca smisuratamente grande che getta acqua proveniente da una cisterna vicina. Dietro questo spazio sorgevano numerose ville che dovevano essere altrettanto lussuose di quelle costruite lungo la costa: avanzando ulteriormente lungo la strada si giunge finalmente al Foro, una vera e propria opera d'arte che da sola vale la visita di Ippona.

L'area su cui si estende il Foro è perimetrata dal colonnato di un peristilio sopraelevato di due gradini e occupa una superficie di 3068 mq. E' il più grande e il più antico foro che si sia mai scoperto in Africa del nord. Sulla sua facciata orientale è presente una fila di colonne scanalate alte circa 4 m, abbellite da eleganti capitelli che conferiscono all'insieme una grandiosità classica, tanto più che il pavimento è ricoperto da lastre di marmo.

Da est a ovest si legge una smisurata iscrizione latina dedicata ad una importante personaggio chiamato C. Paccius Africanus che fu pontefice, console, proconsole e patrono del Municipio di Ippona verso l'anno 78 d. C. Questo Foro è comunque precedente a questa data. Forse meno elegante, esisteva già al tempo degli Aguellidi poiché un capitello, sopravvissuto alle diverse distruzioni che hanno interessato l'area, risale al III secolo a. C. ed è realizzato in stile ionico primitivo.

Al centro della piazza è occupato da un piedistallo massiccio dove era posizionato un gruppo equestre distrutto durante i bombardamenti tedeschi della seconda guerra mondiale. Sul lato orientale lungo 76 m così come sul lato opposto si possono contare 41 basi di colonne separate da una fuga di 2,76 m. Il fondo della piazza, sul lato a sud, era occupato da un tempio, che risaliva all'età numida di cui rimangono solo i possenti contrafforti.

Ovunque si scoprono magnifiche decorazioni in marmo estratto dalle cave di Ras-El-Hamra. Anche se poco brillanti, le piastrelle e le colonne del Foro danno un grande risalto a questo sito grandioso e rivelano le capacità dei marmisti berberi. In occasione di scavi sono stati scoperti tronconi di statue, fra cui le teste molto espressive degli imperatori Augusto e Vespasiano. Sono costruite in marmo più pregiato provenienti quasi sicuramente da materiale estratto a Carrara.

La raccolta di lapidari è molto ricca: frammenti di epigrafi, basso rilievi scolpiti finemente, tronconi di vasche di marmo dove sfociava l'acqua di una vicina fontana con una monumentale figura di gorgone. Grazie alle iscrizioni si possono ricostruire le vite politiche e amministrative di diversi proconsoli d'Africa, di un certo numero di aristocratici che detenevano il potere economico cittadino e rurale. Ma la scoperta più sensazionale consiste in una magnifico trofeo di bronzo alto 2,5 m, un pezzo unico nel mondo antico esposto nel museo archeologico di Ippona.