Percorso : HOME > Africa agostiniana > Ippona

L'africa romana: Ippona

Mosaico della caccia (particolare): mosaico policromo e di una rara efficacia visiva, non c'è spazio che non illustri scene d'azione dove la caccia si completa con i pasti che prepara il cuoco.

Mosaico della caccia (particolare al Museo di Ippona):

mosaico policromo e di una rara efficacia visiva, non c'è spazio

che non illustri scene d'azione dove la caccia si completa

con i pasti che prepara il cuoco.

 

 

LA CITTA' E LE GUERRE PUNICHE

 

 

 

I motivi che diedero origine alle tre guerre puniche tra cartaginesi e romani sono di natura politica ed economica: per i primi significava eliminare una minaccia che pesava sul Mediterraneo, per i secondi voleva dire mettere fine a un impero opulento e cercare in Africa un flusso regolare di ricchezze commerciali e agricole verso l'Italia. In questa gigantesca lotta durata un secolo i regni numidi trovarono un'occasione per liberare le città cadute in mano o sotto l'egemonia cartaginese. Furono, a seconda della convenienza, alleati degli uni o degli altri.

 

Prima guerra

Ci fu una prima serie di scontri durati più di vent'anni fra il 264 e il 241 a. C. Il disastroso scontro navale di Milazzo pose fine al conflitto. Oltre alla perdita della Sicilia, ormai romana, il posizionamento dei cartaginesi lungo l'entrata al Mediterraneo occidentale non permetteva più loro il controllo del canale fra Africa del nord e Italia. Nel corso della guerra pare che Gala, re numida, sia riuscito a liberare definitivamente Ippona dal dominio cartaginese.

 

Seconda guerra

Durante la seconda guerra (218-202 a. C.) cartaginesi e romani cercarono l'appoggio dei re numidi. La cavalleria numida appoggiò Annibale. La sua bravura ebbe modo di eccellere nella invasione della Spagna, della Gallia e soprattutto nella battaglia di Canne (216). La spedizione cartaginese valicò le Alpi: era la prima volta che una cavalleria, quasi esclusivamente numida, con equipaggiamento da guerra, superava i valichi alpini. Utilizzando superbi elefanti di razza "hipponiensus", cioè della regione dell'Edough e dei monti della Medjerda, Annibale portò in Italia 80000 uomini. Vittorioso contro i romani, Annibale, dopo Canne, sostò a Capua in attesa di rinforzi che non gli pervennero mai. Costretto da Scipione l'Africano, che era sbarcato sulle coste nordafricane, Annibale ritornò rapidamente a Cartagine, che trovò divisa dalle lotte intestine della aristocrazia. Con un esercito malconcio affrontò i romani a Zama (202), ma fu sconfitto da Scipione che aveva trovato in Massinissa, re di Cirta, un valido alleato. Ippona in questo periodo conosce una storia tumultuosa e viene interessata dal conflitto: visse alternativamente sotto il giogo di Cartagine e di Cirta, mentre il suo porto e la sua regione erano campi di battaglia fra Numidi, Romani e Cartaginesi.

I territori che non erano soggetti a Cartagine erano contesi fra due regni Numidi, due dinastie che si contendevano la Berberia e che si dichiaravano eredi di tutto il Maghreb. A ovest si estendeva il regno di Massilia con capitale Siga e per re Syphax, alleato di Asdrubale di cui aveva sposato la figlia Sofoniste. A est si trovava la Massilia dove regnava Massinissa, figlio di Gaia e nipote di Gala. I due Aguellidi (nome dato ai re numidi) anziché approfittare della debolezza di Cartagine, continuavano a combattersi fra loro. Syphax, più legato alla politica espansionista di Cartagine, ebbe il sopravvento e un esercito agli ordini di suo figlio Varmina invase la Massilia e occupò Cirta, che fu creata capitale delle due Numidie. L'invasione si arrestò a Hibouna, dove si era rifugiato Massinissa, e in questa città il re scampò a un tentativo di cattura progettato da Bichor un luogotenente di Syphax.

La disfatta dei numidi di Massinissa decretò il ritorno di Ippona in mano ai Cartaginesi, poiché la città fu loro consegnata a titolo come risarcimento (206). Per recuperare il regno Massinissa fu costretto a darsi alla macchia e a dar vita a una feroce guerriglia per tre anni.

Di sconfitta in sconfitta, Massinissa, creduto morto più volte, si ritirò a Byzacena (Djerid), da dove uscì al seguito di una forte cavalleria capace di misurarsi alla pari con quella di Syphax e Asdrubale. Nel 204, dopo essersi assicurato l'alleanza dei Romani e dopo aver occupato i punti più strategici, assedia Cirta e la occupa in pochi giorni. Catturato Syphax, si proclama re delle due Numidie. Nel 203 per impadronirsi di Ippona, ancora nella mani dei cartaginesi, dispone la cavalleria alla foce di Seïf Ubus, dove le truppe di Annibale, prese dal panico, fuggono abbandonando la città. Dopo la firma del trattato di pace nel 201, Cartagine, ormai in declino, esisterà solo all'interno di un territorio che sarà chiamato più tardi Africa Vetus (Tunisia del nord). Le vecchie ruggini fra Cartaginesi e il regno unito di Numidia non vengono eliminate nemmeno dal trattato di pace: nel 159 le truppe al comando del suffeta Amicate il Samnita puntano al cuore stesso della Massilia, determinate a ristabilire il loro dominio su Ippona.

Ma Massinissa al comando della sua cavalleria infligge al nemico nei pressi di Bagrada (oued-Medjerda) la più umiliante e disastrosa sconfitta della sua storia. Riesce così a estendere la sua influenza sulle regioni vicine a Cartagine, che inizia una lenta agonia, e su un territorio che ingloba ormai oltre al litorale delle due Sirti, anche la Libia fino ai confini con l'Egitto.

 

Terza guerra

La terza guerra, nel 149, decretò la fine della città di Cartagine. Dopo l'infruttuoso negoziato condotto da Micipsa (figlio di Massinissa), un altro Scipione, detto l'Emiliano, sbarcò in Africa e assediò Cartagine. Dopo tre anni di assedio, la cinta muraria fu violata e i romani distrussero la città.