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L'africa romana: Ippona

Iscrizioni rupestri nelle vicinanze di Ippona

Iscrizioni rupestri nelle vicinanze di Ippona

Il fiume Seybouse alla sua foce nel Mediterraneo

Il fiume Seybouse alla sua foce nel Mediterraneo

 

 

LE ORIGINI STORICHE

 

 

 

Scavi recenti hanno scoperto l'esistenza di insediamenti neolitici nella regione di Ippona. Punte di freccia, asce di pietra, coltelli, raschiatoi, bulini, più di 4000 pezzi classificati e conservati sono le testimonianze di una presenza umana che data da lontano. Numerosi sono pure il dolmen rinvenuti tra cui il più famoso è senz'altro quello di Roknia a 70 Km da Ippona che ci dà una immagine monumentale di quella che fu la vita nordafricana durante il paleolitico.

Di questi dolmen, costruzioni concentriche con una traversa che poggia su due spalle, monumenti che servivano alle necropoli, se ne trovano anche a Bou-Noura (Guelma), sulle montagne di Tarf a 1500 m in località Guergour.

Altri dolmen sono stati distrutti dall'avanzamento delle foreste, altri ancora sono visibili, per quel che ne resta, sul versante orientale di Sidi-Aïssa, fra il cimitero e la spiaggia Chapuis, vicino alla località Sidi Ammar. Erwan Marec ha scritto che "questa regione ha fornito il più gran numero di iscrizioni di tipo libico, il cui alfabeto tifinagh ancora in uso presso i Tuareg è giunto sino a noi con i suoi segni geometrici.

E' la vallata di Cheffia, nei dintorni di Ippona, ad aver restituito il più gran numero di steli. Presso Guelma e Lamy (Bouhadjar) sono stati rinvenuti pitture rupestri: molti problemi delle origini della città di Ippona sono ancora irrisolti; tuttavia una cosa è certa e cioè che Ippona fu uno dei primi scali marittimi sul litorale nordafricano."

Bouyac nel suo libro Histoire de Bône fissa la fondazione di Ippona all'inizio del III millennio a. C., Maîtrot lo conferma nel suo Les 44 siècles de luttes de Bône: si tratta tuttavia di ipotesi non ancora confermate. Più sicura è la storia di Ippona a partire dall'età fenicia e delle successive epoche che sono contraddistinte significativamente dai nomi assunti dalla città: Hibouna, Hippona, Bouna, Bled El-Anneb, Bône e Annaba. Per tre volte fu proclamata capitale di un regno: da Giuba, re della Numidia, da Genserico I, imperatore vandalo, e da El-Fadl Ibn Yahya Abou Bakr, sovrano hafsida.

Ippona, Hippo regius, l'attuale Bona, antiquis dilectus regibus Hippo, come gioca sul nome Silio Italico, divenne colonia romana e municipio fin dal tempo di Augusto. Posta sul mare, nella baia protetta del Cap de Garde, alla foce dell'odierno Seybouse, doveva essere cittadina di una certa importanza.

Aveva una sua colonia giudaica, ma i cristiani vi erano numerosi, secondo ogni probabilità costiutivano nel IV secolo la maggioranza della popolazione. Era sede vescovile almeno dalla metà del III secolo e contava due basiliche quando Agostino venne a stabilirsi: quella di Leonzio, dal vescovo che l'aveva eretta, e la grande Basilica Pacis, costruita in epoca post-costantiniana. Dipendeva dal vescovo di Ippona un vasto territorio e, tra i numerosissimi episcopati africani, non era certo uno dei meno importanti. Il vescovo Valerio, giunto a tarda età, lo reggeva con prudenza,di rado uscendo dai confini di quella che anche nel campo spirituale si può chiamare ordinaria amministrazione. Gli rincresceva però di non poter fare di più, di non potere soprattutto opporsi con maggiore energia ai numerosi donatisti che avevano in Proculeiano un capo energico e attivo.

Fu nel IV secolo la Città di Dio dei cattolici, la Cittadella dei Donatisti e nei secoli VII-VIII il luogo fondamentale nella lotta fra Islam e cristianità, da dove partivano le spedizioni militari degli aghlabiti, fatimidi, hammadidi, hafsidi e turche alla conquista delle coste latine.