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CICLo AGOSTINIANo di San Ginesio

La posterità agostiniana

La posterità agostiniana

 

 

DOMENICO MALPIEDI

1630-1640

Chiostro del convento di San Ginesio

 

La posterità agostiniana

 

 

 

L'immagine è ripresa fedelmente dalla stampa di Bolswert. Si tratta di una raffigurazione molto simbolica e la legenda di Bolswert riporta: Testamentum moriens nullum fecit, sed clerum sufficientissimum et monasteria virorum ac mulierum continentiumque plena (unde ordines numero fere 60 et sanctorum coetus innumerabilis) Ecclesiae dimisit. La legenda della lunetta purtroppo è scomparsa. Fino al 1990 l'affresco conservava uno scudo con lo stemma della famiglia Vannarelli. Questo nuovo tema della gloria di Agostino compare agli inizi del XV secolo in un affresco di Costanza, dove Agostino dona la regola a tutti gli ordini e congregazioni che si richiamano a lui. La scena proposta da Bolswert è abbastanza usuale con Agostino che con le testa è in cielo e sotto il manto protegge vescovi, frati e sotto i suoi piedi schiaccia una folla di eretici.

 

Il tema diventa ricorrente soprattutto nel Seicento, che fu il secolo d'oro della diffusione dell'ordine agostiniano. Esso ha un significato puramente celebrativo e doveva riflettere l'importanza raggiunta dai monaci nell'ambito della società del tempo. Viene descritta la grande famiglia agostiniana nei vari rami e congregazioni in cui si è suddivisa nei secoli, o anche i movimenti religiosi che in qualche modo si ispiravano ad Agostino o ne seguivano la regola. In qualche caso sono rappresentati i più famosi esponenti dell'Ordine.

 

31. 9. Dai suoi scritti risulta manifesto, per quanto è dato di vedere alla luce della verità, che quel vescovo caro e gradito a Dio visse in modo retto e integro nella fede speranza e carità della chiesa cattolica; e ciò possono apprendere quelli che traggono giovamento dalla lettura di ciò ch'egli scrisse intorno alla divinità. Ma io credo che abbiano potuto trarre più profitto dal suo contatto quelli che lo poterono vedere e ascoltare quando di persona parlava in chiesa, e soprattutto quelli che ebbero pratica della sua vita quotidiana fra la gente.

31. 10. Infatti fu non solo scriba dotto in ciò che riguarda il regno dei cieli, che tira fuori dal suo tesoro cose nuove e vecchie (Mt. 13, 52), e commerciante che, trovata una perla preziosa, vendette ciò che aveva e la comprò (Mt. 13, 15 s.): ma fu anche uno di quelli di cui è stato scritto: Così parlate e così fate (Giac. 2, 12), e di cui dice il Salvatore: Chi avrà fatto e insegnato così agli uomini, questo sarà detto grande nel regno dei cieli (Mt. 5, 19).

31. 11. Prego ardentemente la vostra carità, voi che leggete questo scritto, che insieme con me rendiate grazie a Dio onnipotente e benediciate il Signore, che mi ha concesso l'intelligenza (Sal. 15, 7) per volere e avere la capacità di trasmettere queste notizie alla conoscenza di uomini vicini e lontani del nostro tempo e di quello a venire. E pregate insieme con me e per me affinché, dopo esser vissuto, per dono di Dio, in dolce familiarità con quell'uomo per quasi 40 anni senza alcun contrasto, possa emularlo e imitarlo in questa vita, e in quella futura godere insieme con lui delle promesse di Dio onnipotente.

POSSIDIUS, Vita Augustini, 31, 9-11